L’INTERVENTO. CASERTA delenda est

20 Aprile 2025 - 12:20

Riceviamo e pubblichiamo con piacere la nota scritta dall’ex parlamentare Enzo D’Anna

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CASERTA – Non appaia ingeneroso, né melodrammatico, per i miei conterranei casertani, il richiamo storico alla famosa frase “Carthago delenda est” che Marco Porcio Catone, detto il “Censore”, era solito utilizzare alla fine di ogni suo discorso, nel Senato dell’antica Roma. “Cartagine è da distruggere”, era l’invito che l’incorruttibile politico rivolgeva all’organo legislativo dell’Urbe convinto, com’era, che non fosse conveniente, per i capitolini, continuare a trascurare il proprio acerrimo e secolare nemico già affrontato e sconfitto due volte in guerra ma non ancora cancellato dalla faccia della Terra. Per questa ragione, qualunque fosse il motivo del suo intervento, esso si concludeva puntualmente con la stessa lapidaria invocazione. Con i tempi che corrono, non abbiamo a portata di mano politici dotati di quella tempra, di quel prestigio e di quell’autorevolezza per poter fare una similare affermazione nei confronti del capoluogo di Terra di lavoro. “Distruggere Caserta” sarebbe forse, in questi frangenti, la frase più appropriata per manifestare lo sconcerto, se non proprio la vergogna, innanzi allo scioglimento, decretato dal ministero dell’Interno, del Consiglio comunale per infiltrazione camorristica. Parliamoci chiaro: che una parte della provincia fosse, da secoli, soggetta ai fenomeni malavitosi, governata non tanto dallo Stato quanto dalla camorra, era cosa ben nota, oltre che un motivo d’imbarazzo per tutto l’hinterland. Un fenomeno localizzato, insorto per una svariata serie di ragioni, storiche, sociali, economiche, politiche e finanche antropologiche, ma circoscritto ad una zona dell’intera provincia. Ora che il fenomeno dei clan casalesi sembra essere stato debellato grazie alle inchieste giudiziarie ed agli interventi delle forze dell’ordine, oltre che al risorgere di una coscienza civica, alla ribellione di larghi strati della popolazione ed alla testimonianza pagata con la vita di quanti hanno avuto il coraggio di opporsi a quello stato di cose, come don Peppe Diana, il bubbone è rispuntato addirittura nella città capoluogo!! Investe il ceto politico, mortifica ed avvilisce l’intera comunità casertana esponendola nuovamente al disdoro nazionale. Si dirà che le responsabilità penali sono personali, che non tutti i politici casertani sono coinvolti, che alla fine tutto potrebbe finire, come in passato, in una bolla di sapone. Ciò però non mitiga né la gravità dei fatti né il fallimento di una politica dequalificata, clientelare, opportunistica e personalistica che costituisce il dato distintivo del disciolto civico consesso. Se la sussistenza di eventuali responsabilità personali degli indagati per specifiche circostanze, potrà essere accertata nel corso degli anni che occorrono per celebrare i tre gradi di giudizio, i fattori politici che hanno concorso a determinarli sono già evidenti da tempo. Di cosa parliamo in concreto? Semplice. Ad esempio, di quanto già, più volte, abbiamo denunciato su queste stesse colonne. A cominciare dalla dequalificazione della politica casertana, dalla scomparsa di ogni identità politica, dalla sostituzione delle liste di partito con una miriade di “cartelli” civici raccogliticci e personalizzati, pertanto finalizzati a specifici interessi spuri se non illeciti. Tutto ciò ha determinato il contesto entro il quale è maturato il deprecabile evento. A tutto questo si è aggiunta la scarsa qualità della rappresentanza politica casertana ad ogni livello (parlamentare, regionale e provinciale) composta da una schiera di muti astanti, di comprimari della politica, di cortigiani “reggicoda”, di piccoli ras locali e ragionali da sempre in acerrima contrapposizione tra loro senza il beneficio di un’idea, di un progetto degno di questo nome per la comunità. Gente che, sostanzialmente, poco conta e poco realizza: gestori di piccolo cabotaggio, quelli più prossimi alla zona d’ombra che unisce politica ed affari, ove alligna la collusione con i potentati malavitosi che di affari si nutrono per crescere in potenza. Risultato: Caserta è stata investita da tanti piccoli scandali, e le “voci di dentro” preannunciano ulteriori interventi della magistratura che però tardano a venire. Su queste inchieste messe a dormire in passato pare si muova Gratteri ed altri, che vi siano mil coinvolgimento di giudici e forze dell’ordine infedeli, di sindaci, consiglieri regionali e provinciali, di rappresentanti di enti economici e società partecipate!! Eventi, fatti e rumors denunciati dalla stampa e dai giornali online ma che tardano a tradursi in esemplari provvedimenti delle procure e che quindi diffondono l’idea che l’impunità venga, alla fine, garantita ai manigoldi che continuano a reggere il timone della pubblica amministrazione. Quello del Comune di Caserta si spera potrebbe essere il primo di una serie di repulisti che la gente perbene ed i politici onesti auspicano non tardino ancora. La politica? Ha poche speranze di risorgere, senza che ne siano stati allontanati lestofanti e collusi. Caserta delenda est!!

di Vincenzo D’Anna