I 7 indagati dello Sprar di CASERTA. Così scrivevamo il 14 giugno: richiedenti asilo pezzottati, le norme vigenti e il silenzio crimonogeno del Comune
7 Febbraio 2019 - 12:19
CASERTA – (g.g.) Dopo il nostro articolo di ieri sera che ha sollevato ombre pesanti sul progetto da 2 milioni e mezzo di euro relativo all’accoglienza di un gruppo di richiedenti asilo in un appartamento di 200 metri quadri al primo piano del parco Crispino di via Bologna, area Falciano, è opportuno, prima di continuare nei prossimi giorni nel nostro lavoro di inchiesta, che non si fermerà fino a quando il comune di Caserta e la cooperativa coinvolta non forniranno con trasparenza tutte le informazioni che con pieno diritto vengono domandate dai condomini sempre più esasperati dal muro di gomma contro cui si sono schiantati in questi mesi (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI).
Al momento, questa ospitalità genera sospetti. Per chi cerca continenza rispetto a questa nostra affermazione, vi invitiamo a leggere il nostro articolo entrando con il link in alto. Però un’inchiesta seria non può non partire da punti fermi, dall’analisi della legislazione vigente riguardante la conformazione e la strutturazione plastica materiale dei luoghi di accoglienza.
Primo punto: le caratteristiche delle abitazioni che devono accogliere i migranti devono essere le stesse che forniscono formale e sostanziale regolarità alle residenze civili. I requisiti sono chiaramente elencati nel decreto ministeriale del 5 luglio 1975, nonché dai regolamenti edilizi locali, che comunque non possono andare in difformità rispetto alla legge dello stato.
In poche parole si tratta di un combinato di fonti del diritto che stabilisce le tipologie e le superfici dei vani letto, la superficie di un soggiorno, un bagno o due in base al numero degli abitanti e ovviamente una cucina.
Nel dettaglio, giusto per fare un esempio, una camera da letto singola deve svilupparsi per almeno 9 mq, una doppia per 14 mq.
Attenzione, però, siccome l’Italia è un paese in cui spesso le leggi diventano un optional, quando c’è stata l’emergenza, la prefettura di Caserta, parimenti alle altre, riteniamo, esortò, ma solo verbalmente, senza mettere penna su carta andando a determinare una deroga alle norme vigenti appena citate, asl e comuni a farla loro una deroga, che a quel punto era una delega aum aum con la copertura del governo il quale però non si scomodava a modificare la legge in vigore. Insomma le solite cose all’italiana.
Quella che era una deroga straordinaria è diventata regola. Cioè oggi sull’accoglienza si lavora in dispregio di una norma legislativa vigente e mai modificata dal parlamento e dal governo. Insomma, una sorta di consuetudine eversiva.
Ovviamente le cooperative e le associazioni sociali hanno preso la palla al balzo e nei loro progetti hanno dichiarato un numero molto più alto di camere da letto (si fa per dire), cancellando (ed è questo probabilmente il lavoro effettuato nell’appartamento di parco Crispino) altri spazi di vivibilità.
Lì forse la cucina è rimasta, ma il soggiorno ovviamente no. Risultato: degli orrendi dormitori con la possibilità di ospitare molte più persone di quelle previste originariamente. A questo problema si sovrapponeva quello della persistenza dei requisiti complessivi affinchè una casa, un appartamento conservasse la cosiddetta agibilità primitiva.
Ora, noi non sappiamo quale sia l’effettiva situazione nell’appartamento di via Campania. Questo perchè il comune di Caserta, giusto per gradire, dato che se non compie un reato ogni giorno, poi la notte sindaco, dirigenti e consiglieri non riescono a chiudere occhi, si sta macchiando di una grave omissione di atti d’ufficio nel momento in cui ignora ed umilia due istanze presentate dall’avvocato di tutti gli altri condomini i quali non chiedono epurazioni, ma vogliono conoscere la verità su tutta l’operazione allo scopo di stabilire se le cose si sono svolte e si stanno svolgendo secondo le previsioni della legge.
Quello che sono sicuri sono i due milioni di euro che la cooperativa sociale incasserà in questa opera per la quale, nel caso che affrontammo qualche mese fa, relativo a un tentativo simile fatto e abortito in via Roma, si era battuto molto anche il parroco del buon Pastore don Antonello Giannotti, vero dominus della Caritas casertana e di tutto ciò che a questa gira intorno.