Luca Abete e “Striscia” al Comune di Caserta. Carlo Marino esulta, ma siccome quel servizio lo vedremo anche noi…

3 Febbraio 2023 - 12:03

CASERTA“Questa mattina ho ricevuto una visita graditissima! È venuto a trovarci in Comune Luca Abete con la sua troupe. I temi non li sveliamo, ma le sue domande sono state come sempre pungenti e incisive (ma anche le mie risposte)… in quell’ottica di servizio pubblico che porta avanti Striscia la Notizia da decenni. Un vero piacere incontrare e accogliere a Caserta Luca Abete e.. ci vediamo in Tv!”.

È lo stesso sindaco Carlo Marino ad annunciare in maniera vistosa, utilizzando il proprio profilo Facebook, la visita dell’inviato di Striscia la Notizia, l’irpino Luca Abete, al Comune di Caserta. Ora, conoscendo Carlo Marino, se ha deciso di mettere in rete un promo di quello che sarà il servizio che andrà in onda in questi giorni, vuol dire che ritiene di aver fatto una bella figura, di aver dimostrato che lui è un sindaco del popolo, per il popolo e non il sindaco “di” Carlo Marino e “per” Carlo Marino. È evidente che Luca Abete sia andato con un canovaccio relativo alle carenze di personale nel corpo di Polizia Municipale.

Ed è anche normale che, non conoscendo la storia recente o meno recente di questa città, non abbia potuto rilanciare sulle risposte che gli ha dato il sindaco. Se si è parlato di carenza nel corpo dei Vigili Urbani, ascolteremo e guarderemo volentieri il servizio di Striscia la Notizia e andremo a supplire, eventualmente, il lavoro nel nostro collega irpino, magari rilanciando noi sulle risposte di Marino.

Invitando i nostri lettori all’articolo, che potremo scrivere solo quando avremo ascoltato e visto il servizio di Striscia, chiudiamo questo articolo con una brevissima narrazione dello stralcio di interrogatorio a cui si sottopose come parte offesa, qualche anno fa, l’allora comandante dei Vigili Urbani di Caserta Alberto Negro, che come la gran parte dei politici e dei “sottopolitici” di questa provincia aveva querelato il sottoscritto.

Al tempo ritenevo che il parlar chiaro fosse un atto di disponibilità al confronto. Ingenuamente non capivo che certe parole utilizzate negli articoli venivano puntualmente strumentalizzate per distogliere l’attenzione sui contenuti e concentrarle sull’aspetto lessicale, immancabilmente definito diffamatorio.

Quel processo riguardava un articolo in cui avevo scritto, nel titolo, che la colpa dello stato in cui versava già da allora il corpo dei Vigili Urbani della città capoluogo era di quella che definivo gli imboscati.

Quel processo finì con le dichiarazioni del querelante, il quale dovette rispondere a una domanda postagli non dal mio avvocato, bensì dal giudice: “Ma Guarino scrive che su 100 Vigili Urbani il 70% sta negli uffici soprattutto grazie a cause di servizio. Guarino scrive che queste procedure hanno fatto di Caserta un caso unico in Italia e che considerare tutto ciò una coincidenza è quantomeno singolare. Comandante Negro, ma è vero che il 70% dei vigili di Caserta opera in ufficio in quanto alla maggior parte di loro è stato riconosciuto uno stato di salute precario con causa di servizio?”

Risposta di Negro: “Sì, signor giudice, però Guarino scrive che…”

A questo punto il giudice stoppò Negro, quell’udienza finì e il mio avvocato non ritenne neppure che ci fosse bisogno del cosiddetto esame dell’impuntato, cioè del mio interrogatorio al cospetto di tutte le parti processuali.

Decisione giusta perché un mese dopo venni assolto.

Quell’articolo incriminato stava dentro ad una lunga inchiesta giornalistica sui problemi dei vigili urbani di Caserta che partiva da lontano.

Per cui non posso dire che sarò tutto occhi, perché la vista è quello che è, ma tutto orecchie sì.

Vedremo dunque cosa Marino ha risposto all’inviato di Striscia la Notizia e poi diremo la nostra.