MACRICO POLMONE VERDE DELLA CITTA’. Le parole del vescovo Pietro Lagnese fanno riaffiorare la speranza. Maggioranza e opposizione in coro: sì al parco urbano e nessuna cementificazione

4 Gennaio 2022 - 15:44

In calce all’articolo il testo completo dell’omelia del vescovo. Gianpiero Zinzi, Andrea Boccagna, Maurizio Del Rosso, Romolo Vignola, Pasquale Napoletano, Dino Fusco, Pio Del Gaudio. Il consiglio comunale plaude all’omelia del presule. La Terza commissione consiliare, presieduta da Boccagna (Pd) già al lavoro: in programma il sopralluogo dell’area.
CASERTA (rita sparago) Le parole pronunciate dal vescovo Pietro Lagnese nel corso del Te Deum di fine anno hanno riportato al centro del dibattito politico cittadino il tema del Macrico. “Dopo attenta valutazione, sono giunto alla considerazione che sia venuta l’ora che quel bene venga messo a disposizione della città e a servizio del bene comune. La conversione di quell’area potrebbe rappresentare, per un territorio nei passati decenni più volte mortificato, una formidabile occasione per uno sviluppo sostenibile, capace di coniugare cura per il creato e opportunità di lavoro per tanti giovani che fanno i conti con la piaga della disoccupazione e sono costretti ad abbandonare i loro luoghi di origine in cerca di lavoro”.
Di proprietà dell’Istituto diocesano sostentamento del clero, il Macrico è uno spazio di circa 33 ettari attualmente inutilizzato, un tempo in concessione all’Esercito come caserma del settore logistico (l’acronimo Macrico sta per Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati).
Per il vescovo è, dunque, venuto il momento di agire: “Quell’area, un tempo denominata Campo di Marte, sogno di poterla restituire ai casertani non più come luogo in cui preparare armi di morte ma come campo di pace, di vita, di incontro, campo di dialogo tra generazioni,
terra in cui coltivare la pace, seminare la speranza e custodire la vita. Sì, questo io sogno e ad ogni casertano, per questo sogno, chiedo di operare insieme. È mia intenzione, pertanto, rilevare l’area dell’Ex-Macrico acquisendone il diritto, al fine di mettere mano al restauro di quel bene e permettere alla città di poterne godere”.
Le sue parole ci hanno riportato indietro di qualche lustro. Il vescovo emerito Raffaele Nogaro ha sempre sostenuto la necessità che quell’area dovesse diventare il polmone verde del capoluogo e, forse, grazie anche al fatto che ora che alla guida dell’Istituto diocesano sostentamento del clero siede don Antonello Giannotti, la sua speranza e quella di tutti i casertani, potrebbe tradursi in realtà. Ma se le parole di Lagnese ci inducono a pensare che l’Idsc sia pronto a cedere quel bene, difficile capire se tale transazione possa essere a costo zero per la città.
Una cosa è certa: tutti dicono sì alla realizzazione di un parco urbano. Da destra a sinistra il coro è unanime.
“Faccio un plauso al vescovo per la sua decisione, che è una decisione politica, di apertura verso la città e con un significato pregnante. Lui fa propria una battaglia che dura da almeno trent’anni – ci dice Gianpiero Zinzi, capo dell’opposizione consiliare e già candidato sindaco -. Credo che sul Macrico tutti, ormai, hanno la medesima posizione e mi riferisco al centrodestra, alle associazioni ed anche, per lo meno in ordine a quello che dichiarano, alle forze che amministrano la città. Sul Macrico non ci dovranno essere speculazioni”. Il consigliere regionale sottolinea poi che “se realmente la Chiesa vuole donare il Macrico alla città, allora importantissimi saranno i tempi perché, per poter usufruire dei fondi del Pnrr, l’amministrazione comunale dovrà avere la titolarità del bene. Ottenuta questa, sarà poi la stessa amministrazione, in tempi stretti, a dover fare bene. Avere la titolarità dell’area non basta, bisognerà presentare dei progetti per usufruire dei fondi del Pnrr. Una progettazione seria e analitica per realizzare un parco urbano che sia verde, che rispetti la cubatura esistente e che preveda la presenza di servizi alla città”. Gianpiero Zinzi è, quindi, disponibile a sedere al tavolo di una cabina di regia: “La nostra disponibilità è lontana da qualsiasi forma di consociativismo. Se l’amministrazione ha la nostra stessa visione, siamo disponibili a dare una mano, ma dobbiamo capire i tempi. Mi fido delle parole del vescovo Lagnese ma ora bisognerà dare un’accelerazione ed il Comune dovrà farsi trovare pronto”.
Zinzi apre poi, un altro, importante tema: “Fare presto e bene significa fare attenzione a che il Pnrr sul Macrico e su tutta la città sia anche uno strumento di legalità. Il pericolo di infiltrazioni illegali, purtroppo, esiste ed un esempio è l’inchiesta che ha coinvolto l’amministrazione comunale sulla gara rifiuti. Carlo Marino dovrà poi decidere: se si vuole uno dei parchi urbani più grandi d’Italia allora è chiaro che la posizione del Comune su biodigestore è in antitesi”.
Chi, invece, senza perdere tempo e approfittando delle parole del vescovo, ha subito aperto la discussione sul futuro dell’area Macrico, è stata la Terza commissione consiliare, che già nella giornata di ieri ha dibattuto sul tema. Presieduta da Andrea Boccagna e alla presenza (in remoto) della collega del Pd Roberta Greco, di Massimiliano Palmiero (Italia Viva), di Mariana Funaro e del capogruppo dei Moderati Massimo Russo, dei consiglieri di minoranza Maurizio Del Rosso, Fabio Schiavo e Paolo Santonastaso, la commissione ha fissato una sorta di scaletta. “Sulla spinta delle parole del vescovo ho portato il tema all’attenzione dei colleghi consiglieri. Personalmente – sottolinea il democratico Boccagna – non vorrei rimanere deluso. Anni fa il vescovo emerito Raffaele Nogaro tentò questa strada con l’allora presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, don Antonio Aragosa, per donare il Macrico alla città, ma allora non se ne fece nulla. E’ pur vero che oggi potrebbe esserci un’evoluzione diversa anche se l’Idsc ha sempre posto il problema del “ristoro”. Il Comune, però, non ha le possibilità finanziarie per  acquistare l’area”. Questo è chiaro, i soldi non ci sono ed oggi ci si chiede se il vescovo Lagnese, nel suo Te Deum, parlasse di donazione alla città o di propensione dell’Idsc a cedere il bene, dietro pagamento. “In commissione – ha sottolineato Boccagna – ho ascoltato il parere dei consiglieri di maggioranza e di opposizione. Siamo tutti d’accordo che nessuna speculazione dovrà esserci, ma la politica dovrà poi scegliere se, una volta effettuata la valutazione dei volumi esistenti, e ce ne sono tanti, questi andranno tenuti o si progetterà il parco urbano sulle aree dove attualmente questa volumetria insiste. Proporremo un sopralluogo del Macrico per renderci conto della reale situazione e, successivamente la commissione chiamerà in audizione l’assessore all’Urbanistica Maietta per capire se esistono già progetti. Avere una seria progettazione per il Macrico aiuterà anche il vescovo quando dovrà affrontare l’argomento in altre sedi, magari a Roma. Ovviamente, noi come commissione vogliamo dare il  nostro apporto di idee, ma la discussione dovrà poi essere fatta in consiglio comunale”. Boccagna parla in qualità di presidente della Terza commissione consiliare, ma fa anche un cenno al suo partito: “Il Pd, oramai uno dei pochi partiti esistenti in città, da sempre sostiene la necessità di fare del Macrico il parco urbano della città. Mi ha fatto piacere ascoltare i colleghi consiglieri in commissione e sentire che sono tutti consapevoli del fatto che il Macrico non potrà essere solo verde perché non ci sono né le possibilità finanziarie, né culturali per manutenere un parco tutto verde. Bisognerà, e ovviamente andranno valutate le proposte che verranno dalle associazioni casertane, affiancare necessariamente delle attività di servizio per i cittadini”.
Presente ieri in commissione anche Maurizio Del Rosso che si è detto d’accordo con Zinzi. Il consigliere comunale e provinciale spiega che questo è  “un ottimo inizio anno per la nostra città. Apprendo che il vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, ha dichiarato che è giunta l’ora che il Macrico  sia messo a disposizione della città ed al servizio del bene comune. Nell’interesse della città auspico l’istituzione di una cabina di regia, così come già richiesto dall’on. Zinzi, presieduta dal nostro amato vescovo, da don Antonello Giannotti e dalle associazioni culturali presenti sul  territorio,  e l’istituzione di una commissione speciale su Macrico, utile a seguire passo per passo il lungo iter che porterà l’area di proprietà della Chiesa a servizio della comunità”.
Se Del Rosso appare entusiasta, sono tanti i dubbi di un altro consigliere comunale, amministratore di lungo corso: “Solite chiacchiere. Il problema è uno ed uno solo: fino a quando il Comune non avrà la forza economica di poter acquistare e/o espropriare l’area parliamo di aria fritta”. Pasquale Napoletano, dunque, crede che la Chiesa e, in questo caso l’Istituto di sostentamento del clero, proporrà un prezzo da pagare per cedere l’area. “Sono decenni che parliamo di parco urbano ma non ho mai visto la volontà reale delle parti di realizzarlo davvero. Non c’è una politica forte per prendere delle decisioni forti. Va da sé che in quell’area – spiega il consigliere di Fratelli d’Italia – non dovrà esserci cementificazione, ma, a parte ciò, non si è mai deciso cosa farne davvero”.
Chi, già in campagna elettorale, era intervenuto sul tema è il consigliere d’opposizione Romolo Vignola, già candidato sindaco: “La destinazione d’uso in F2 non significa affatto recuperare le cubature, ma solo riqualificare l’esistente qualora sia possibile e corrispondente alla transizione ecologica. La questione è stretta tra due elementi tecnici ineludibili – spiegava Vignola in un comunicato -. Da una parte la destinazione vincolata del Macrico per il Prg operante (in vigore dal 1987) in quanto zona omogenea F9 (militare) per la quale le Norme tecniche di attuazione testualmente prescrivono ‘le zone F9, qualora dovessero essere dismesse, assumono automaticamente la destinazione di zone F pubbliche ovvero da classificare come F2’, dall’altra la possibilità di aver assegnati i fondi del Recovery Fund con il Pnrr che prevede unicamente la transizione ecologica”.
Ovviamente d’accordo con il penalista, Dino Fusco, consigliere comunale di Speranza per Caserta: “Quello che mi auguro io, è una reale pista ciclabile che parta, a quel punto, da Falciano e arrivi a Caserta (già solo abbattendo le mura del Macrico si avrebbe un senso di continuità tra il centro di Caserta e le frazioni di San Benedetto e Falciano) e una cittadella dello sport a disposizione del capoluogo (campi da basket, piste da skate, etc.). Oltretutto serviranno assolutamente dei servizi perché il solo parco pubblico, ahimè, potrebbe versare poi in uno stato di abbandono. Per cui bisognerebbe trovare il giusto compromesso anche per gestire le spese di manutenzione”. Il movimento Speranza per Caserta, poche settimane fa, scriveva: “Speranza apprende della nomina di don Antonello Giannotti e legge con soddisfazione le sue prime dichiarazioni sul Macrico. Esse lasciano intravedere una soluzione positiva sulla stessa linea dell’impegno profuso da Speranza in questi anni: la funzione sociale dell’area. Appena possibile dopo il suo insediamento, il Movimento conta di chiedere un incontro ufficiale con don Antonello e fin da ora si rende disponibile alla massima collaborazione con l’Idsc per le realizzazione di autentico e vero parco come  in questi anni abbiamo inutilmente richiesto”. Vignola e Fusco, tra l’altro, hanno presentato un’interrogazione consiliare sul tema e lo stesso ha fatto un altro consigliere d’opposizione, Pio Del Gaudio. L’ex sindaco di Caserta ha chiesto, appunto, di conoscere le volontà dell’amministrazione cittadina sul futuro dell’area. Insomma tutti, davvero tutti, sperano che il sogno di un parco urbano possa davvero realizzarsi.
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