MARCIANISE. Il Tribunale s’è desto: il Gip congela la richiesta di archiviazione dell’indagine sul concorso vinto da Letizia e spedisce al Pm le prescrizioni

10 Marzo 2022 - 19:03

MARCIANISE  –  (g.g.) Che Alberto Dallio avesse dalla sua molte ragioni nel rimanere sconcertato dalla richiesta di archiviazione, formulata da uno dei pubblici ministeri della Procura che opera  presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si era capito bene, considerando i contenuti della sua dettagliata denuncia che rilevava la connessione del reato di abuso d’ufficio nella fase di determinazione di esito del concorso per l’assunzione del nuovo dirigente del settore lavori pubblici del Comune.

Noi non siamo certamente dei giuristi, ma abbiamo imparato tante cose con la pazienza e l’abnegazione degli “autodidatti fai da te per necessità”, visto e considerato che le notizie attinenti a procedimenti giudiziari e, più in generale, all’attivazione dell’azione penale, costituiscono una parte molto significativa del racconto che, da quotidiano locale, da manufattori appassionati di un’arte che comunque resta povera, facciamo ogni giorno. Davanti a noi avevamo la denuncia presentata dall’ingegnere Alberto Dallio. La leggemmo più volte, approfondimmo molti dei suoi contenuti soprattutto quelli in cui  si sviluppava la contestazione di un presunto reato commesso nell’ambito delle procedure di quel concorso. Dopo questo lavoro di approfondita analisi, scrivemmo i nostri articoli, attingendo a piene mani dalla fucina della Logica, questa si  una disciplina attinente ai nostri studi. Naturalmente non sempre quello che è logico, risulta giuridicamente rilevante. Però, quello che è logico è molto spesso giuridicamente rilevante, in quanto il diritto nasce dalla sensibilità dei popoli e dall’elaborazione di chi, volta per volta, generazione per generazione ha rapportato  i fatti della vita a una struttura regolatoria in grado di equilibrare i vari interessi che la vita reale connotano legando il processo ad uno sforzo di equità. E siccome l’equità scaturisce direttamente dalla maturazione del pensiero filosofico e dunque anche dalla logica, ecco, dunque, che dopo aver scritto gli articoli sulla denuncia di Dallio, abbiamo ritenuto di poterci permettere di esporre le nostre perplessità  sulla richiesta di archiviazione formulata dal Pm, pur non essendoci confrontati con le motivazioni di contenuto che l’avevano determinata.

Insomma, non abbiamo insistito più di tanto sull’argomento proprio perchè abbiamo avuto difficoltà a leggere l’istanza del Pm.

Oggi, però, abbiamo letto, e abbiamo letto molto bene, l’ordinanza firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Dello Stritto.

Come si suol dire, sopperisce. Sopperisce perchè, da un lato ci fornisce l’informazione del rigetto che faremmo meglio però a definire del congelamento della richiesta di archiviazione formulata dal Pm, in accoglimento dell’opposizione ad essa presentata dall’ingegnere Alberto Dallio e dai suoi avvocati, dall’altro lato colma la nostra lacuna che ci aveva indotti a non andare al di là del primo articolo di valutazione sulla mossa del pubblico ministero. Attraverso il dispositivo dell’ordinanza della gip Dello Stritto riusciamo infatti  a capire i contenuti principali  del lavoro istruttorio, realizzato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Un’opera che, evidentemente, non offre la possibilità al giudice di decidere, per l’appunto,  equamente su questa vicenda. In effetti, l’elenco delle commissioni che la Dello Stritto ordina di sbrigare è un po’ imbarazzante. La direzione di marcia di questa indagine, infatti, denota un’ idea, che non definiamo pregiudiziale, per carità ma che appare ai nostri modesti occhi di non giuristi come frutto di una somma di convinzioni a priori, maturate dal titolare dell’azione penale. Solo così si può spiegare infatti la decisione di non verificare se i soggetti risultati vincitori  del concorso per la nomina del nuovo dirigente dell’ufficio tecnico possedessero o meno i requisiti generali e specifici previsti nel bando; solo così si può spiegare  il fatto di aver considerato superflua la verifica su eventuali errori di tipo “matematico” commessi dalla commissione giudicatrice nell’elaborazione dei punteggi riportati dai diversi concorrenti;  solo così, cioè solo considerando l’esistenza di una somma di convinzioni a priori si può spiegare la decisione del Pm di ritenere superfluo l’escussione degli ingegneri  Gennaro Spasiano e Fulvio Tartaglione, i quali avranno anche qualcosa contro il sindaco Velardi che li ha epurati senza remissioni, ma sono in grado di fornire elementi tecnici, che poi magari al pubblica accusa può verificare direttamente o con l’ausilio di un  proprio CTU in grado di stabilire il fondamento delle circostanze così dettagliatamente denunciate da Alberto Dallio, cioè da uno dei partecipanti a  quel concorso; solo così si può spiegare la decisione del Pm di ritenere superfluo nel processo di formazione della sua convinzione intorno a questa  vicenda la verifica sull’esistenza di eventuali cointeressenze tra il sindaco Antonello Velardi, i componenti della commissione giudicatrice e i dirigenti nominati.

Queste 4 argomentazioni sono poste dal gip Dello Stritto a fondamento  della sua ordinanza di rigetto, pardon di congelamento,  della richiesta di archiviazione formulata dal Pm. Il giudice deve aver colto dall’opposizione presentata da Alberto Dallio, fatti che non lo hanno  affatto convinta sulla bontà e sulla completezza sviluppato dall’autorità inquirente. A proposito dell’ultimo rilievo posto al Pm, la Dello Stritto collega la necessità di mettere a fuoco le cointeressenze di cui sopra a un post pubblicato in Facebook,  acquisito agli atti della P.G.,  all’interno del quale il sindaco Velardi scriveva, senza mezzi termini,  di essere amico di Anacleto Fuschetti,  cioè di uno dei partecipanti a quel concorso,  che non gli aveva arriso immediatamente ma che gli aveva comunque consentito, seppur indirettamente di conquistare il posto di dirigente dopo che,  un preoccupatissimo Francesco Saverio Letizia, che del concorso, invece, era risultato il vincitore, di tornarsene nell’ufficio  del Comune di Napoli da cui era partito in origine e da dove aveva attivato i suoi rimbalzi di mobilità.

Dal momento della notifica dell’ordinanza del gip Dello Stritto, il pubblico ministero avrà sei mesi di tempo per realizzare le prescrizioni impartitegli dal tribunale. Dopodichè, alla luce  di ciò che sarà risultato da un’indagine,  sviluppata  a quel punto con un grado di approfondimento differente rispetto a quello scaturito dalla prima fase, sempre il Pm dovrà riformulare la sua richiesta. Magari manterrà il punto e propenderà ancora una volta per l’archiviazione. Ma ciò che risulterà da queste indagini aggiuntive, costituirà materiale utile per un’eventuale nuova opposizione,  a quel punto prevedibilissima, da parte di Alberto Dallio, ma, soprattutto costituirà una base cognitiva più esauriente, posta a disposizione della decisione del gip Dello Stritto di assecondare, con un decreto di proscioglimento, l’istanza reiterata dal Pm o, come pure potrebbe fare,  di procedere ad una nuova ordinanza per un ulteriore supplemento di indagine.

Per quanto ci riguarda,  CasertaCe ha del materiale buono per seguire gli eventi con sufficiente cognizione di causa. Cercheremo di capire bene dunque come si siano svolte le operazioni di quel concorso, perchè per una buona volta bisognerà pure  individuarle le persone che, davanti ad un gip e ad epilogo di una eventuale seconda camera di consiglio, dovranno porsi il problema di essere dentro ad un indagine con il proprio nome e il proprio cognome, in modo da diventare parti in carne e ossa in un procedimento nel quale  i le ragioni della dottoressa Rosaria Dello Stritto appaiono molto, ma molto sensate.