LE FOTO MARCIANISE. Ancora uno spaventoso rogo, stavolta nell’area sequestrata della Lea. Che facciamo, insalata di coronavirus e diossina?

28 Marzo 2020 - 10:20

MARCIANISE – Si stanno ancora facendo accertamenti per comprendere la natura, l’origine, dell’incendio, scatenatosi nella tarda serata di ieri, nella zona industriale di Marcianise, a quella parte di rifiuti, spostata fuori dall’interno dei capannoni della Lea, la nota azienda coinvolta in un’indagine della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere di cui molto abbiamo scritto nei mesi scorsi.

La storia della Lea è nota a tanti. Chi si fosse perso le puntate precedenti può tranquillamente digitare la parola di quest’azienda nella nostra stringa di ricerca, affiancata dalla lente di ingrandimento. Ricordiamo che l’incendio è avvenuto nell’area posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. E questo aggiunge un ulteriore elemento di inquietudine, qualora fosse stabilita l’origine dolosa dell’evento.

Quei cumuli, a diversi mesi di distanza dal blitz che portò all’arresto di diverse persone, a partire dal titolare Angelo Egisto, ed una serie di mediatori e faccendieri, in grado di collocare i rifiuti in discariche abusive con conseguente conquista di lucrosi guadagni, avrebbero dovuto essere, come si dice nel gergo tecnico, “massati”. Ma si trovavano, evidentemente, ancora lì, dov’erano stati posti dopo l’ordinanza.

Uno smantellamento a cui avrebbe dovuto seguire una bonifica, che per il momento non è avvenuto. Non vorremmo che ci pensassero le fiamme a fare quello che toccherebbe allo Stato, perchè in questo momento, nel bel mezzo di una pandemia come non se ne vedevano da più di 100 anni, non si sente proprio il bisogno di fare il mix tra coronavirus e diossina.

Ovviamente,  fare il lavoro pesante, reso difficoltoso da tutta una serie di limitazioni epidemiologiche, sono stati i vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta, accorsi sul posto con diverse squadre.