MARCIANISE. Velardi, la solita pernacchia. Si atteggia a Emile Zola e fa il j’accuse a Giuseppe Golino, ovviamente parlando alle spalle

13 Luglio 2021 - 20:54

La riunione di una maggioranza sempre più debole che invalidata, svoltasi ieri sera, ha ospitata la solita intemerata del primo cittadino, che ha fatto capire ai suoi forse per tranquillizzarli, che lui il “ribelle” Giuseppe Golino lo tiene in pugno. Ma vi spieghiamo perchè si tratta di una boiata pazzesca

 

MARCIANISE(g.g.) Se il sottoscritto, insieme a tanti altri giornalisti normali, non può neanche lontanamente pensare di emulare neppure per una sola unghia, neppure in milionesimi, quello che sono stati altri giornalisti della storia di questa meravigliosa professione, figuriamoci se lo può fare Antonello Velardi che, beninteso, giornalista formalmente lo è, ma non certo di passione, di talento e di cultura, bensì di opportunismo finalizzato a un potere da spendere fuori dal perimetro della qualità professionale, definendo una funzione in cui il giornalismo come essenza non esiste, in quanto è strumento, mera variabile dipendente al servizio di variabili indipendenti e di costanti, le cui partite hanno sempre riguardato la relazione diretta tra esercizio della propria funzione operativa e ascesa nella scala dei livelli economici e della tessitura di un ordito relazionale, dimostrato in quintessenza dal racconto che Giulio Facchi, il commissario dei rifiuti nominato da Bassolino, ha fatto a CasertaCe un paio di anni, raccontando del suo incontro con l’allora componente dei servizi segreti Angelo

Carusone che gli dice di stare tranquillo perchè in un importante giornale napoletano, c’è un amico suo e dunque anche dei servizi.

Ieri sera, approfittando soprattutto del fatto che il diretto interessato non fosse presente (si sa che Velardi è uno di quelli che non ha gli attributi per guardare in faccia alle persone che attacca), il nostro ha alzato il dito accusatore nei confronti del consigliere comunale Giuseppe Golino, nel corso di una riunione di maggioranza che ormai si svolgono in stanze in cui le sedie vuote cominciano ad abbondare. Uno è portato a pensare, così, come semplice evocazione, alla invettiva delle invettive, al j’accuse, uno degli editoriali più famosi di ogni tempo, vergato da Emile Zola che denunciò con veemenza uno degli atti di malagiustizia più conosciuti della storia: la messa al bando, attraverso accuse rivelatesi poi false, del capitano dello stato maggiore di Francia, Alfred Dreyfus, un militare conosciutissimo in quel tempo la cui vicenda, determinata in sostanza dalla tara antica dell’antisemitismo, fu presa a cuore dal grande giornalista poi grande scrittore francese, a partire da citato editoriale intitolato j’accuse; l’accusato in questione era l’allora presidente della repubblica Fèlix Faure.

Ora,  Giuseppe Golino non aspira sicuramente ad essere paragonato a quel presidente che fondò la terza repubblica e che affrontò una delle tante guerre che, fino a quasi un secolo dopo, opposero immancabilmente la Francia alla Germania.

Invece, per Velardi occorre una pernacchia di prevenzione, perchè va a finire che questo qua, da ciò discende tutta la premessa di questo articolo, crede veramente di potersi paragonare ad Emile Zola. Rispetto a quella vicenda, peraltro, Zola ci metteva la faccia mentre Velardi ha detto peste e corna di Golino al cospetto dei dodici consiglieri superstiti della sua maggioranza. Ora, se la notizia è uscita, vuol dire che qualcuno di loro, evidentemente spossato da questa continua iniezione di veleno e di livore, ha vuotato il sacco, e lo ha fatto con la volontà di far giungere l’informazione proprio a CasertaCe che naturalmente, una volta appurata la fonte, anzi la fonte oculare, non ha avuto difficoltà a fornire questa informazione. Insomma, questo qua non ce l’ha più neppure una maggioranza. Ha fatto la botta dopo 6 mesi in una implosione senza precedenti nella politica marcianisana e casertana, facendo in pratica tutto da solo.

Sul rapporto tra Velardi e Giuseppe Golino fioriscono poi indiscrezioni di ogni genere. C’è chi parla della gestione dei pacchi natalizi o di altro. Noi, ultimamente, abbiamo avuto la possibilità di ricrederci rispetto al leader materiale e ora anche morale della protezione civile marcianisana, la cui dignità, il cui amor proprio sono stati duramente provati dalla incredibile decisione di revocare le deleghe che Golino esercitava solo perchè quest’ultimo aveva osato esprimere una critica su quel vero e proprio cesso in cui si era trasformato il laghetto del cosiddetto ring verde. Per cui, ogni prefigurazione minacciosa nei confronti di Golino, su modalità di gestione operate da quest’ultimo, è semplicemente irreale, impossibile.

Ma voi pensate seriamente che un sindaco, il quale revoca le deleghe a un suo consigliere che ha solamente scritto due parole contate in un post di civile critica nei confronti dell’operato di qualche assessore evidentemente invisibile, ininfluente, possa avere gestito qualcosa a Marcianise, anche un singolo panettone di Natale senza essere determinato da ordini precisi, impartiti, ma a questo punto dovremmo meglio dire, inflitti dal sindaco Velardi?

Voi pensate che sia possibile che il modo con cui Giuseppe Golino si è esposto per la vicenda della sede del conservatorio e della nomina del custode possa essere frutto di un’azione realizzata da Golino all’insaputa di Velardi? Praticamente impossibile.

Per cui, questo discorso che si fa in piazza, della serie, “ce l’ha per le palle o per lo scroto” (non sappiamo se o alimentato o meno dallo stesso primo cittadino), è una puttanata, una boiata pazzesca, perchè ogni atto compiuto da Golino ma anche da ogni singolo componente della maggioranza di Velardi, ha avuto la copertura politica, materiale e personale del primo cittadino. Primo cittadino e primo responsabile di tutto quello che si è verificato nei tre anni e mezzo della sua prima consiliatura e nei 9 mesi e mezzo della consiliatura attuale.