MARCIANISE. Come volevasi dimostrare: Angela Letizia e Fiorenzo De Cicco, kamikaze di Velardi, rinviati a giudizio per i lavori nell’ufficio vip della presidente del consiglio

4 Febbraio 2022 - 19:28

Quando ci occupammo di questa storia affermammo che sarebbe bastato che un magistrato inquirente avesse incrociato anche solo di sfuggito la determina per procedere di conseguenza

 

MARCIANISE (G.G.) – La notizia subito: la presidente del consiglio comunale Angela Letizia e l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico Fiorenzo De Cicco sono stati rinviati a giudizio. Ma prima di entrare nel merito riavvolgiamo un attimo il nastro degli antefatti logici che notizie come questa, determinano.

Come volevasi dimostrare e come avevamo largamente preventivato al tempo in cui, tra fine 2020 e inizio 2021, la notizia saltò fuori, Fiorenzo De Cicco – già dirigente dell’Area Tecnico del Comune di Marcianise – è finito nei guai.

D’altronde si è capito bene come funzionano le cose al Comune di Marcianise: se noi affermiamo che il sindaco Velardi predilige i soggetti non dotati di grande personalità e che, dunque, sono sempre pronti a piegarsi ai suoi desiderata, anche a costo di finire sotto processo, affermiamo qualcosa di irreale, compiamo un abuso di interpretazione?

L’altro giorno abbiamo raccontato del pressoché certo rinvio a giudizio (manco l’udienza preliminare ma li si andrà a finire) dell’ex segretario comunale Onofrio Tartaglione, che Velardi, evidentemente conscio del suo carattere, fece di tutto per far arrivare a Marcianise da un Comune del nord Italia.

Onofrio Tartaglione dovrà rispondere del reato, non certo lieve, di falso in atto pubblico.

Nella vicenda del permesso a costruire collegato ad un progetto firmato da Francesco Letizia, fratello dell’allora vicesindaca, oggi presidente del consiglio comunale, Angela Letizia, a rischiare seriamente una condanna, è soprattutto lui, l’ex segretario, visto e considerato che Letizia risponde di un abuso d’ufficio in concorso con una contestazione un po’ ballerina (come abbiamo scritto nei giorni scorsi non siamo troppo convinti che l’art.117 C.P. fosse adattabile alla situazione specifica).

Oggi, invece, diamo notizia del rinvio a giudizio di un simil-Onofrio. Perché Onofrio e Fiorenzo sono legati allo stesso destino di subalternità, che li ha portati a firmare cose molto rischiose.

E non è che noi di Casertace non l’avessimo scritto, al tempo. La questione dei mobili acquistati in maniera a dir poco illegale per arredare immediatamente gli uffici della presidente del consiglio, l’avevamo trattata in più di un’occasione.

Ed era chiaro, ai nostri occhi e anche al cospetto di chi guardava queste vicende in maniera disincantata, che la determina firmata da De Cicco, il cui testo integrale troverete in questo articolo, avrebbe finito per creargli seri problemi se e solo se un magistrato della Procura avesse fatto, per un attimo, mente locale su quegli acquisti e su quei lavori effettuati in stanze di un palazzo sotto tutela della Soprintendenza.