MONDRAGONE. Un periodaccio per La Torre junior: dopo l’arresto la quasi sicura incriminazione per reato ambientale a Levagnole
4 Maggio 2018 - 16:31
MONDRAGONE – Non è certo un buon periodo per Francesco Tiberio La Torre, 31 anni, figlio del super boss Augusto La Torre. Nei giorni scorsi il noto arresto insieme allo zio Antonio con ordinanza estesa anche al padre Augusto. Oggi arriva dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere la notifica di chiusura delle indagini che apre la strada a una probabilissima richiesta di rinvio a giudizio per un reato ambientale, compiuto da Francesco Tiberio La Torre, secondo la formulazione dei pm, insieme ai coindagati Carlo Di Meo, di Mondragone 63 anni, e Mario Siciliano, 48 anni, ugualmente di Mondragone.
Il reato ambientale sarebbe stato compiuto nell’area di proprietà di Rita Ortese, nell’area di Levagnole a Mondragone. Di Meo avrebbe gestito materialmente l’area; La Torre sarebbe stato proprio il titolare dei rifiuti non pericolosi sversati illegalmente e Siciliano da titolare di una società di trasporti si sarebbe occupato del trasferimento dei suddetti rifiuti, consistenti soprattutto in balle contenenti stracci da riciclo, che come si sa possono anche rappresentare un ottimo business.
Questo reato, regolato dal decreto legislativo numero 152 del 2006, articolo 256 prevede pene che vanno dai 3 mesi a un anno con ammende che variano dai 2.600 si 26.000 euro.
Carlo Di Meo è difeso dall’avvocato Giovanni Zannini, mentre Francesco Tiberio La Torre da Antonio Miraglia e Mario Siciliano da Marco Ciccarelli.
Red. Cro.