OLTRE 40 INDAGATI. IMPRENDITORI DELL’AGRO AVERSANO E COMMERCIALISTI nella maxi truffa da 347 MILIONI. Tra crediti fasulli e investimenti al Sud “fantasma”
9 Aprile 2025 - 14:03

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DOPO IL NOSTRO ARTICOLO, IL VIDEO E IL RESOCONTO UFFICIALE dell’operazione, tecnicamente molto complessa, come spesso avviene quando si tratta di blitz della guardia di finanza, portata avanti dalla procura di Aversa, dopo una lunga indagine dei finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore
AVERSA – Probabilmente la notizia di cronaca più interessante di questa mattina è il sequestro preventivo, emesso dal gip del tribunale di Aversa Napoli Nord, dal valore di 347 milioni di euro, relativi a crediti che hanno ricevuto 39 società, di cui 3 in provincia di Caserta, 19 con sede in provincia di Napoli, in maniera indebita, secondo quanto emerso nell’indagine della Guardia di finanza del gruppo di Frattamaggiore.
Lasciando per un attimo fuori i tecnicismi che però potete leggere in calce all’articolo, nel resoconto ufficiale presentato all’interno del comunicato stampa della procura, queste società avrebbero detenuto crediti da imposte anticipate per un ammontare complessivo pari a 328.5 milioni di euro e altri crediti, derivanti da investimenti nel sud Italia mai eseguiti, per un valore da 18.5 milioni di euro.
Nel comunicato stampa si fa riferimento al cosiddetto decreto Crescita Italia del 2019 e le agevolazioni introdotte dal governo Conte I, quello guidato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.
La misura prevedeva che l’impresa che avesse in pancia crediti deteriorati, cioè fatture non pagate superiori ai 90 giorni, e che avesse compiuto anche un anticipo di imposte, pagando quindi una somma superiore rispetto a quanto deve allo Stato come tasse, avendo guadagnato meno rispetto all’anno precedente, su cui si basava il primo calcolo, poteva ricevere il 20% della somma come credito, detto DTA, da sfruttare per pagare tasse meno nell’anno successivo.
Sperando di aver semplificato in maniera corretta questo non semplicissimo concetto, La truffa si sarebbe costruita qui, grazie a commercialisti dell’agro Aversano e dell’area nord di Napoli.
Come detto, le società hanno per la maggior parte sede in provincia di Napoli e solo tre a Caserta. In realtà, tra gli oltre 40 indagati, sono diversi i casertani, specificatamente originari dell’agro Aversano, ma con le sedi aziendali tecnicamente situate tra Napoli e provincia.
Un’indagine di proporzione enormi quella dei finanzieri guidati dal tenente colonnello Bellucci del gruppo di Frattamaggiore.
Non solo per i milioni di euro sequestrati e il numero di società coinvolte, ma anche perché le perquisizioni sono avvenute anche nelle province di Roma in Milano e le imprese finite sotto la lente dei militari sono originarie di tutte le province della Campania.
a seguire, il video e il resoconto ufficiale
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, all’esito di attività investigative dirette da questa Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, per l’ammontare di 347 milioni di euro di crediti nei confronti di 39 società, ubicate principalmente tra le province di Napoli e Caserta, nonché a numerose perquisizioni nei confronti di alcuni commercialisti tra Casoria e le province di Roma e Milano.
In particolare, dalle indagini condotte dai finanzieri del Gruppo di Frattamaggiore, è emerso che alcune società, già raggiunte da provvedimenti di sequestro di crediti per investimenti nel mezzogiorno mai sostenuti, avevano trasmesso numerose dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate, comunicando la disponibilità di ulteriori crediti derivanti dalla trasformazione di presunte attività da imposte anticipate in crediti fiscali, sfruttando illecitamente le agevolazioni introdotte dal Governo col decreto 34/2019 c.d. “Crescita Italia”.
La norma, nel dettaglio, prevede la possibilità di trasformare, in credito di imposta le perdite fiscali accumulate nel tempo e non ancora portate in deduzione del reddito, ovvero le eccedenze ACE, anch’esse non fruite, nella misura del 20% di eventuali crediti deteriorati ceduti a terzi entro la data del 31 dicembre 2020, termine poi prorogato, mediante applicazione dell’aliquota IRES. L’importo che ne deriva, costituente il credito da DTA, può essere fruito in compensazione delle imposte dovute, ceduto a terzi o richiesto a rimborso all’Agenzia delle Entrate.
Le Fiamme Gialle, partendo dai requisiti dettati dalla norma, hanno ricostruito la falsità dei dati indicati nelle dichiarazioni, non avendo le società accumulato, nel tempo, eccedenze di aiuti alla crescita economica o perdite fiscali per importi compatibili con i crediti, milionari, indicati nelle rispettive dichiarazioni.
Al termine delle ricostruzioni, i finanzieri hanno così individuato 39 società che risultavano detenere, a vario titolo, crediti da imposte anticipate (cosiddette DTA – deferred tax assets) per un ammontare complessivo pari a 328,5 milioni di euro e crediti per 18,5 milioni di euro derivanti da presunti investimenti nel mezzogiorno di fatto mai eseguiti, pervenendo al sequestro di dette somme anche nei confronti dei successivi cessionari che avevano indebitamente ricevuto parte delle illecite risorse.
La ricostruzione dei flussi creditizi illeciti, infatti, ha consentito di individuare anche due società “veicolo”, una società di capitali e un fondo comune di investimento lussemburghese, con sede secondaria in Italia, che hanno ricevuto 129 milioni di euro di crediti da parte di alcune società coinvolte nella frode, negoziando parte di dette risorse con ulteriori soggetti, per trarne un indebito profitto.
L’odierna attività condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Frattamaggiore, su delega di questa Procura, fa seguito a ulteriori provvedimenti di sequestro già eseguiti dal 2022 a oggi e che, complessivamente, hanno consentito di interrompere la circolazione di crediti fiscali inesistenti, per un ammontare superiore ai 2 miliardi di euro, scongiurando in tal modo un gravissimo danno per l’Erario.