ORE 14.35 ESCLUSIVA CASERTACE. Il neo pentito Agostino Piccolo ha confessato 5 omicidi con 6 morti. Già a 17 anni partecipò alla faida delle faide tra i Mazzacane e i Quaqquarone
6 Novembre 2022 - 14:47
Emergono le prime notizie sui contenuti degli interrogatori del 42enne divenuto boss dopo la decimazione del gruppo dei Piccolo-Letizia, imperniato sui figli dei fondatori. Ovviamente si parte dall’ammissione dei delitti compiuti. Poi, si vedrà in seguito, quando sicuramente la Dda gli farà delle domande su come si strutturata la criminalità organizzata a Marcianise negli ultimi anni e se questa abbia mai avuto una relazione con ambienti imprenditoriali e anche con quelli politici
MARCIANISE – (g.g.) Cominciano ad emergere le prime notizie sugli interrogatori, a cui si sta sottoponendo, nel carcere di Carinola dov’è recluso e che costituisce di solito la destinazione penitenziaria dei pentiti di camorra di questa provincia e, in parte anche di quella di Napoli, (Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza, risulta infatti anch’esso detenuto in questo carcere), il neo collaboratore di giustizia Agostino Piccolo, esponente di spicco del clan storico clan dei Quaqquaroni, imperniato prima i tutto sulla famiglia Piccolo e poi, attraverso una stretta alleanza, sancita anche dalla creazione di vincolo familiari, dalla famiglia Letizia.
Di solito, e anche in questa occasione sta capitando, un collaboratore di giustizia si accredita come tale, al cospetto della magistratura inquirente, confessando i propri delitti, i reati compiuti nel periodo in cui ha appartenuto ad un clan malavitoso.
A quanto se ne sa, ciò sta succedendo anche per Agostino Piccolo, 42 anni, di Marcianise, sulla carta, ma proprio solo sulla carta, imprenditore, in realtà punto di riferimento, soprattutto negli ultimissimi anni, da quando, cioè, ordinanze ed arresti conseguenti lo hanno decimato, del clan dei Quaqquaroni.
Ricordiamo che Agostino Piccolo è stato arrestato il 5 aprile scorso insieme ad un gruppo di suoi sodali con l’accusa di aver orchestrato e coordinato una nuova strategia di estorsioni in grande stile che impegnarono, sulla piazza di Marcianise, come esecutori materiali delle stesse Francesco Piccolo, solo omonimo di Agostino Piccolo, non imparentato con i Quaqquarone e per giunta importato a Marcianise dall’agro aversano e Gaetano Monica (CLIKKA PER LEGGERE L’ELENCO DEGLI ARRESTATI). Francesco Piccolo non fu raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere in quanto deceduto per malattia all’interno di un penitenziario (CLIKKA PER LEGGERE il suo ruolo nell’estorsione nel negozio di calzature Hermes).
Dalle prime indiscrezioni emerse, Agostino Piccolo, la cui decisione di collaborare con la giustizia è stata in pratica resa nota a fine settembre, cioè un mese e mezzo fa, aveva, in realtà, già operato la sua scelta nel bel mezzo dell’estate. Questo si deduce indiscutibilmente dal fatto che negli interrogatori a cui si sta sottoponendo proprio nell’ultimo periodo, a partire alla prima metà di settembre, i pubblici ministeri non partono più solo dalla contestazione dei reati di estorsione, tentata estorsione e del l’associazione a delinquere di stampo mafioso e, inoltre, con i reati di estorsione aggravati da quello che un tempo era l’articolo 7 del decreto del 1991, oggi entrato a sua volta nell’articolo 416, precisamente al comma 1 che declina l’aggravante dell’aver favorito, attraverso la commissione dei reati specifici contestati, gli interessi dei clan malavitosi,
Oltre a questi addebiti, Agostino Piccolo risulta indagato, già dall’agosto scorso per i reati ancor più gravi di omicidio aggravato in concorso e ancora una volta di associazione a delinquere di stampo mafioso a cui ovviamente si è andato ad aggiungere l’aggravante del 416 bis comma 1, legato però stavolta ai delitti di estorsione e tentata estorsione ma a quelli di omicidio aggravato.
Nel momento in cui veniamo a conoscenza dell’identità delle parti offese si riesce anche a comprendere idi quali omicidi Agostino Piccolo si è auto accusato. Nei dettagli, cioè del ruolo che lui ha svolto durante questo episodi, criminali, nulla si sa ancora. Per cui non possibile dar notizia sulla circostanza di una sua partecipazione attiva come supporto logistico del killer o dei killer o se, addirittura, nonostante al tempo avesse 17 anni, Agostino Piccolo abbia materialmente sparato.
17 anni di età ci riportano, essendo nato nel 1980, ad uno degli anni più orribili della sanguinosissima faida che oppose il clan Belforte con il clan Piccolo-Letizia, di cui il neo pentito faceva già parte. I morti si contavano a decine e decine in quegli anni.
Sono sicuramente tre gli omicidi confessati dall’indagato: quello di Raffaele Porfidia, avvenuto negli ultimi giorni del 1997 nel bar Maiorana al centro di Marcianise, davanti alla moglie e del figlio piccolo. Raffaele Porfidia fu ucciso dai Piccolo-Letizia per vendicare omicidi, precedentemente perpetrati, dai sicari del clan Belforte, ai dani dei Quaqquarone.
Sei mesi prima, nell’estate 1997 a pochi passi dal comune di Marcianise, era stato ammazzato Carlo Barone, secondo omicidio orchestrato da Agostino Piccolo. All’anno precedente cioè al 1996, risaliva invece il duplice omicidio dei fratelli Ascanio e Giuseppe Salzillo, di cui pure si è auto accusato Agostino Piccolo. Pure in quel caso si tratto di una vendetta rispetto agli omicidio avvenuti nel febbraio e nel marzo precedenti, quindi sempre nel 1996, degli ultimi due fratelli del gruppo dei fondatori dei Quaqquarone, cioè di Raffaele e Angelo Piccolo.
Non è escluso infine che l’omicidio di Luigi Merola, verificatosi qualche giorno dopo quello di Raffaele Porfidia, costituì una ulteriore risposta dei Belforte in quella che sembrava una faida infinita anche costrinse l’allora prefetto di Caserta Sottile a dichiarare una sorta di coprifuoco e ad indicare al sindaco Gianfranco Foglia la strada di una firma dell’ordinanza con cui ha stabilito che tutti i locali pubblici della città, spesso come abbiamo letto teatro di questi delitti, chiudessero i battenti a partire dall tardo pomeriggio.
Oltre a questi omicidi, Agostino Piccolo si è anche assunto la paternità della partecipazione ad altri due delitti: quello di Antonio Castracane e quello di Vincenzo De Simone.Tali episodi non li abbiamo ancora individuati negli archivi storici, per cui non possiamo dirvi se si trattò di due distinti agguati, come avvenne nel caso degli omicidi di Carlo Barone e poi di Raffaele Porfidia o se si trattò di un duplice omicidio, come avvenne invece nel caso dell’assassinio dei fratelli Giuseppe e Ascanio Salzillo. Per cui, gli episodi specifici contestati ad Agostino Piccolo potrebbero essere 4 o addirittura 5.