OSPEDALE DI CASERTA. Non ci si può credere: il dg Gubitosa ha violato l’articolo 3 della Costituzione, discriminando 350 tra infermieri, oss e tecnici

3 Giugno 2021 - 18:04

Abbiamo seguito questa storia delle fasce sin dal primo momento. Nell’ultimo articolo criticammo la ripartizione in due tranches della corresponsione dei soldi relativi all’anno 2020 e al 2021. Non pensavamo nemmeno lontanamente in quale trappola stessero per cadere i lavoratori. L’assurda giustificazione del debito sugli straordinari

 

CASERTA – (g.g.) Non c’è scampo. Ogni sforzo diventa vano, perchè nonostante stiamo violentando noi stessi per non occuparci, in maniera troppo frequente, del direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano Gaetano Gubitosa, in modo da preservare la nostra salute visto e considerato che per ogni articolo che lo riguarda, dobbiamo compiere uno sforzo pesantissimo, un vero training autogeno, per convincerci che questo qui è veramente il massimo dirigente di un’azienda con 1.500 dipendenti.  Ogni nostro sforzo per tenerci alla larga dal modo con cui amministra il nosocomio più importante di Caserta e provincia, diventa vano rispetto al richiamo del dovere di ascoltare le sollecitazioni che ci arrivano da parte dei lavoratori meno forti, quelli che campano con 1.200, 1.300 euro al mese, nonostante i tanti anni di servizio trascorsi in corsia.

Chi segue le cronache sanitarie di CasertaCe, conosce molto bene la vicenda della cosiddetta “fascia” che non definiamo più incredibile perchè qui a Caserta ormai tutto l’incredibile rappresenta la normalità. Vi diciamo solo che per 13 anni quello che è un diritto dei lavoratori sancito dal contratto collettivo del comparto sanitario riguardante gli infermieri, gli operatori socio sanitari e i tecnici variamente connotati, è stato illegalmente vietato.

Perchè se è vero che sono intervenuti degli aggiustamenti normativi, legati soprattutto alla prima esperienza di Renato Brunetta a capo del Ministero della funzione pubblica o della pubblica amministrazione che dir si voglia, carica che ricopre anche oggi, non è cambiata la realtà di una clausola precisa, evidente su cui a suo tempo hanno  impegnato le loro firme i datori di lavoro, la maggior parte dei quali appartenente alla sanità pubblica, e i sindacati che rappresentavano i lavoratori.

I nostri lettori conoscono bene anche le ultime vicende che hanno portato, nell’ottobre scorso, ad un faticoso accordo tra la direzione generale dell’ospedale di Caserta e le diverse sigle di rappresentanza sindacale. In quell’occasione, Gubitosa, avendo a disposizione più di 600mila euro, appostati ad hoc nel bilancio del 2019, dette finalmente la sua disponibilità, formulando ai sindacati la richiesta di poter modulare, suddividendola in due parti, la corresponsione della fascia relativa agli anni 2020 e 2021 fino ad esaurimento della somma disponibile.

Vi fidate di me?“, oddio, non è che i sindacati si fidassero più di tanto di Gubitosa, però, pur di attivare questo pagamento e questo diritto negato per anni, come scritto per ben 13 anni, dettero al direttore generale carta bianca nella definizione del piano di pagamento. Due tranches su domanda, i soldi erano sufficienti rispetto al numero degli aventi diritto ed effettivamente circa 300mila euro furono erogati alla metà di questi, con decorrenza primo gennaio 2020.

Noi criticammo questa scelta della suddivisione in due gruppi. Anche perchè ciò poneva delle questioni serie sul terreno della prelazione, del criterio attraverso il quale un lavoratore finiva nel primo gruppo dei destinatari di un assegno di 7, 800 euro lordi complessivi (che vi credete, quanto hanno preso!), e altri invece dovevano ancora aspettare che gli fossero dati i soldi relativi all’annulaità 2020, così come sancito dall’intesa di ottobre tra Gubitosa e i sindacati. Già quella è una discriminazione che però le sigle avevano accettato, dandosi un pizzico sulla pancia, anzi due, purchè questi soldi, entro l’anno, venissero dati a tutti gli aventi diritto nella misura completa dell’intero anno 2020 e poi iniziando mano mano a erogare quelli del 2021.

Vi fidate di me?“, i dubbi c’erano ed erano fondati. Avendo visto all’opera Gubitosa da quando è stato nominato direttore generale, il sottoscritto non avrebbe mai firmato nulla. Ma io non faccio il sindacalista e quindi posso comprendere bene anche le ragioni per cui le sigle non continuarono a lottare affinchè il dovuto, anzi un tredicesimo del dovuto, fosse dato a tutti, a distanza di due o tre mesi massimo.

E infatti, puntualmente, Gubitosa non ha mantenuto la parola. Ovvio che abbia trovato una scusa buona, affermando che al tempo, cioè ad ottobre 2020, lui non era in grado di decidere in quale modo l’azienda dovesse fronteggiare un debito di circa un milione e mezzo di euro, contratto con la Regione Campania per il riconoscimento degli straordinari ai lavoratori del comparto.

Embè? E che c’azzecca lo straordinario con la fascia? In un posto normale e civile e tra gente anche appena alfabetizzata, non c’entra nulla. Caserta è il luogo di tutte le perdizioni. Per cui Gubitosa ha ridimensionato, per il momento, la giusta corresponsione del dovuto. Il direttore è andato a stornare dei soldi appostati in bilancio per la fascia, cioè per la progressione orizzontale, frutto del lavoro svolto da infermieri, oss e tecnici nel quadro delle regole stabilite dal contratto nazionale di lavoro, per portarli nell’area della liquidazione degli straordinari, anticipati dalla Regione Campania e che rappresentano un costo, frutto di una scelta deliberata e non certo obbligatoria, compiuta dalla direzione strategica dell’azienda ospedaliera. Perchè se uno fa 70, 80mila o anche 100mila ore all’anno di straordinario, dovendo poi corrispondere questi soldi a chi questi turni li sviluppa e li esegue, ciò accade perchè è l’azienda ad averlo chiesto al lavoratore che ha accettato di farli, per un legittimo tornaconto economico.

Se l’ospedale di Caserta ha un numero di dipendenti del comparto inferore del 30% del numero previsto dalla pianta organica approvata dalla Regione nel novembre 2018, in sede di nuovo piano ospedaliero regionale, non c’è dubbio che dovrà necessariamente ricorrere ad un uso smodato e bulimico dello straordinario. Ma questa voce di costo, frutto, ripetiamo, di una scelta legata anche all’incapacità di una direzione strategica, non può contaminare la garanzia di un diritto che non entra nell’esercizio di una potestà discrezionale così come succede per lo straordinario, ma è la semplice esplicazione di un contratto nazionale di lavoro, dunque di una lex specialis che se si chiama lex ci sarà un perchè.

Darà solamente il 2021 e non gli arretrati del 2020. Quindi cominciamo di nuovo nell’attività della negazione del diritto, di quel diritto sancito dal contratto nazionale di lavoro, perfezionato successivamente dalla riforma Brunetta sulle progressioni orizzontali.

I lavoratori avranno gli arretrati quando tornerà comodo a Gubitosa. Un vero e proprio capolavoro, da ricorso alla Corte Costituzionale. Perchè qui ci sono alcuni lavoratori, diciamo grosso modo, un 50% degli aventi diritto, più dettagliatamente, 360 che hanno giustamente avuto i soldi della fascia per l’anno 2020 e giustamente avranno quelli per l’anno 2021. Anzi, per il 2021, hanno già cominciato ad incassare fino a decorrenza del mese di maggio appena trascorso.

Poi c’è un’altra metà di lavoratori, altri 360, i quali hanno una promessa di riconoscimento per il 2021, ma oggi non hanno ancora avuto neppure un euro dato che la comodità di Gubitosa a cui facevamo riferimento prima, dovrebbe scattare dal mese di luglio.

Situazione: ad oggi 360 lavoratori hanno ricevuto i soldi della fascia del 2020 e quelli della fascia fino al 31 maggio del 2021. Poi ci sono altri 360 lavoratori che al momento hanno ricevuto zero, manco un euro e che verranno pagati la prima volta a luglio, comprendendo, in questa corresponsione, anche gli arretrati dal primo gennaio. Ammesso e non concesso che Gubitosa mantenga la parola. 

Ora non dobbiamo neppure scomodare la parte della Costituzione italiana che si occupa del lavoro. No, no, basta fermarsi ai principi fondamentalissimi. Dunque, se l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, così come sancisce l’articolo 3 della Carta, questo capita dappertutto in Italia eccetto che nell’ospedale di Caserta, dove, senza una motivazione accettabile, anche senza alcuna motivazione, se non utilizzando un meccanismo discrezionale di titoli dunque interpretando alla maniera della piazzetta di Montemiletto, la legge Brunetta, ci sono lavoratori a cui si è riconosciuto il giusto e altrettanti ai quali è stato negato il giusto ed è stata negata la giustizia. In poche parole, Gubitosa ha violato l’articolo 3 della Costituzione.

Lo invitiamo sempre a confrontarsi con noi. Lui non lo fa mai, perchè evidentemente non riesce a sostenere un contraddittorio sui contenuti con CasertaCe, tale è il divario cognitivo tra noi e lui. Ci spieghi come ha applicato la legge Brunetta sulle progressioni orizzontali, quando ha scelto i 360 che oggi si trovano soldi che altri 360 non prenderanno mai (stiamo parlando della fascia 2020) e poi gli diremo cosa ne pensiamo. Ma siccome non è in grado di rispondere, siccome la qualità dei dirigenti di De Luca è stabilita in modo tale che questi siano e rimangano solo dei soldati, degli esecutori di ordini, e d’altronde abbiamo visto nella recente visita come ha trattato Gubitosa, il governatore della Campania (CLIKKA QUI PER LEGGERE), non risponderà, confidando sul fatto che non è che la gente possa trascorrere tutta la vita appresso ad un avvocato, anche perchè l’infermiere discriminato odiosamente, i soldi per pagare il legale li deve togliere dalla bocca dei figli, mentre l’ospedale, i suoi avvocati, li paga con i soldi dei contribuenti.

Vedete, siamo proprio costretti. Perchè ogni volta che scriviamo un articolo, riteniamo di aver descritto la fine di un precipizio ed un fondo toccato, al di là del quale non si può andare. E invece, in questa sorta di laboratorio del peggio no limits, c’è sempre, incredibilmente, una cosa che ancora oggi riesce a sorprenderci, nonostante il fatto che da 20 anni ne abbiamo viste veramente di cotte e di crude da parte dei politici e da parte di chi servizievolmente li rappresenta nei cosiddetti enti di sottogoverno.

L’ennesima vergogna. Ovviamente, siccome alcuni sindacati, come abbiamo più volte scritto, non fanno gli interessi dei lavoratori ma coltivano l’obiettivo di sistemare i loro compagni e le loro compagnelle, rendendosi arrivi soprattutto nella guerra delle tessere, oggi vanno a fomentare i 350 che sono rimasti al palo, dicendo loro che il problema è stato generato da errori sulla compilazione dei documenti di richiesta della fascia eccetera.

Pensano di avere a che fare con dei cretini e pensano che i 350 umiliati non sappiano che Gubitosa ebbe il mandato per corrispondere la fascia in due momenti diversi: 50% prima e 50% dopo. Questo era l’accordo, tradito dal direttore, stipulato con i sindacati e non era in discussione che le somme dovessero sancire una ripresa della legalità violata nell’ospedale di Caserta. Si ripartiva dal primo gennaio 2020 e si andava avanti per tutti. Per cui, ai soliti soggetti della Cisl, della Uil e di quella Fials che ancora oggi, nonostante tutto quello che c’è scritto nell’ordinanza del disonore che porterà a processo, di qui a poco, decine e decine di dirigenti Asl e anche Antonio Stabile, ai domiciliari da mesi e mesi, figlio del patron della Fials Salvatore Stabile, continua ad adottare questi metodi che ne fanno onestamente un soggetto non più sindacale ma socialmente pericoloso.

Questo va detto per onestà intellettuale, pur sapendo che i lavoratori non sono certo degli idioti che bevono ogni frottola che gli viene raccontata.