OSPEDALE DI CASERTA, parentopoli cronica. Leggete cos’hanno combinato Antonio D’Amore, patron del Cardarelli e il dg Gubitosa per assumere (illegalmente) il figlio di un funzionario dell’Asl Na 2 per anni al servizio del primo

26 Gennaio 2024 - 19:30

Per l’assunzione a tempo determinato l’ospedale di Caserta ha attinto all’area degli idonei di una graduatoria di un concorso per un’assunzione ugualmente a tempo determinato. Leggete bene questo articolo e saprete che per la Corte dei Conti e per il Ministero degli Interni questo è espressamente vietato

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Notizie come questa rappresentano per noi il pane quotidiano. Quando diciamo che nutriamo totale disistima per tutti quelli che rappresentano il potere politico, bolso ignorante e irragionevole, attento solo a costruir voti e altre provvidenze, è anche l’unico momento in cui produciamo diffida ne confronti di tutti quelli che considerano ciò solo demagogia.

Dunque, per evitare di utilizzare lo stesso registro, questa notizia la guardiamo da un diverso angolo visuale: è mai possibile che i signori Antonio D’Amore – divenuto un gran manager pubblico dopo un percorso scolastico complicato, vissuto nella sua Aversa, oggi nientepopodimenoché direttore di una delle aziende ospedaliere più grandi d’Europa, ossia l’ospedale Cardarelli di Napoli, dopo essere stato al comando insieme a quell’altro professore di pubblica amministrazione che risponde al nome di Francesco Balivo, dell’Asl Napoli 2 – in unione al signor Gaetano Gubitosa, direttore generale dell’Asl di Caserta, ignori che una graduatoria riguardante concorsi per posti a tempo determinato possa essere utilizzata da un ente diverso da quello che l’ha prodotta per assumere unità di personale ugualmente a tempo determinato?

Eppure è così. È successo. Ma qui non possiamo parlare solamente di ignoranza tecnica, di strutture mastodontiche, visto che D’Amore e Gubitosa sono serviti e riveriti da decine e decine, forse centinaia, di unità specializzate in pubblica amministrazione e in materie giuridiche. Ma non ci possiamo spostare da una valutazione di ignoranza, perché se parlassimo di malafede ci mancherebbero gli elementi inoppugnabilmente dimostrativi della nostra affermazione.

Un atto di ignoranza che consente ad una persona, il signor Antimo D’Alessandro, avvocato, di essere assunto, così com’è stato recentemente, dall’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta presso gli Affari Legali.

Ma chi è Antimo D’Alessandro? Si tratta del figlio di Domenico D’Alessandro, funzionario di un altro ufficio legale, quello dell’Asl Napoli 2, sede centrale in Frattamaggiore, via Vergara.

Uno che ha lavorato a stretto contatto di gomito con Antonio D’Amore e Francesco Balivo quando, fino a poco tempo fa, questi due aversani comandavano in nome e per conto del governatore De Luca nella sanità di Napoli Nord.

C’è chi parla di una particolare attitudine di Antimo D’Alessandro per la professione legale, al punto che diverse volte sarebbe stato avvistato negli uffici del papà, in quel di Frattamaggiore.

Uffici governati da Amalia Carrara, oggi manco a dirlo divenuta direttore amministrativo dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Antimo D’Alessandro partecipa all’avviso pubblico bandito dall’azienda ospedaliera Cardarelli per dirigente avvocato a tempo determinato, vinto da una funzionario interna all’ufficio legale aziendale.

D’Alessandro però conquista un’ottima posizione, la seconda, cioè quella di primo idoneo.

E qui stiamo un po’ scherzando, perché in realtà quella è una posizione buona per entrare eventualmente all’interno dell’ufficio dell’ente che il concorso ha bandito qualora, per qualsiasi motivo, se ne ravvisi la necessità.

Altrove non vai da nessuna parte. E invece che ti combinano questi due scienziati che De Luca ha trasformato in cigni della sanità campana. Stipulano una bella convezione attraverso la quale l’azienda ospedaliera di Caserta, affermando di aver bisogno di un funzionario nell’ufficio legale e di averne bisogno a tempo determinato, va ad attingere alla graduatoria degli idonei del Cardarelli, dove incrocia, in prima battuta, il nome di Antimo D’Alessandro, che così approda a Caserta sotto l’ala di quella Carrara che qui è direttrice amministrativa, mentre a Frattamaggiore era stata la dirigente di Domenico D’Alessandro, papà di Antimo.

Ma un ente pubblico che ha bisogno di un’unità di personale da assumere a tempo determinato può realizzare ciò stipulando una convenzione con un altro ente pubblico allo scopo di utilizzare una graduatoria costituita dopo un concorso per assunzioni ugualmente a tempo determinato?

E qui noi ci tacciamo.

Dopo l’entrata in vigore del D.L. n. 101/2013, con le modifiche apportate all’art. 36 del D.Lgs. n. 165/2001, gli Enti Locali che intendono assumere a tempo determinato devono utilizzate le graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato.

Il Ministero dell’Interno, a seguito di tale modifica, ha precisato che è vietato lo scorrimento di una graduatoria a tempo determinato (nota prot. 13 febbraio 2014, n. 2403).

E ancora, questo il principio espresso dalla Corte dei Conti sezione controllo per la Campania, con la delibera n. 31/2017, a seguito di una richiesta di chiarimenti presentata da un Comune che, dovendo procedere ad un’assunzione a tempo determinato per sopperire a carenze di personale, aveva chiesto se fosse legittimo l’utilizzo di una graduatoria relativa ad una procedura selettiva indetta per assunzioni a tempo determinato, anche tenuto conto della proroga al 31 dicembre 2017 di-
sposta dall’art. 1, comma 368, della L. Stabilità 2017.

C’è poco da interpretare. Esiste ormai nelle Asl e nelle aziende ospedaliere campane un’alta burocrazia arrogante al punto da non porsi neppure il problema di controllare se giuridicamente certe cose, già di per sé vergognosamente legate ad uno schema proto-clientelare siano o meno ammesse dalla legge.

Quando De Luca si alza e si fa vanto della sanità in Campania, ha la fortuna che dall’altra parte non ci sia mai Casertace. Perché in caso contrario, dopo averlo seduto per bene sulla sedia, preservando il suo prezioso lato B da ribaltamenti come quello avvenuto a Natale, gli porremmo 5 al massimo 6 domande, chiedendogli gentilmente di non divagare con esibizioni da showman dell’avanspettacolo.

Dovrebbe dare risposte precise, e non ne sarebbe capace.