Picchiati e costretti a lavorare 11 ore al giorno nei campi, nei guai 4 imprenditori agricoli

16 Febbraio 2024 - 12:47

Sfruttavano gli immigrati, presi a cinghiate e con paghe da fame

SESSA AURUNCA/CELLOLE. Ieri i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta hanno dato esecuzione ad ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la quale è stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Caserta a carico di 4 imprenditori agricoli, tali R.G., R.D., R.V. e D.B.S., tutti domiciliati in Marano di Napoli, responsabili, in concorso tra loro, dei reati di sfruttamento del lavoro ed impiego di manodopera clandestina ai danni di dieci lavoratori extracomunitari, privi del permesso di soggiorno, impiegati su fondi agricoli ubicati nei comuni di Cellole e Sessa Aurunca.

Le indagini hanno avuto inizio quando, nell’ambito di vigilanza straordinaria task-force progetto Su.Pr.Eme; i Carabinieri individuarono dieci lavoratori extracomunitari intenti alla raccolta di ortaggi. Le particolari condizioni di lavoro constatate durante il controllo davano abbrivio ad immediati approfondimenti da parte dei militari dell’Arma i quali accertarono che i braccianti agricoli erano sottoposti dai datori di lavoro a patire gravose ed avvilenti condizioni di impiego giacché, privi di un regolare contratto di assunzione, venivano impiegati nella coltivazione e nella raccolta di pomodori per oltre 11 ore di lavoro giornaliero, con paghe che oscillavano tra i 30 ed i 40 euro al giorno, lavoravano per l’intera settimana ed erano sottoposti anche a violenze fisiche.

L’efferatezza delle violenze trova la sua esplicazione in taluni episodi; un immigrato, “reo” di essersi seduto a terra per riposarsi, veniva attinto con una cinghia da uno degli indagati; in un altro caso, un lavoratore che aveva avuto un malore, anziché essere trasportato in ospedale, veniva riaccompagnato a casa sua senza ricevere cure mediche.

Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e i destinatari dei provvedimenti cautelari sono da ritenersi innocenti fino alla sentenza definitiva, le misure cautelari sono state adottate senza il contraddittorio con le parti e le difese, e il contraddittorio avverrà innanzi al Giudice terzo che potrà valutare anche l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati