PROF UCCISO E CARBONIZZATO. La prova dello stub incastra l’anziano agricoltore. I pm pronti a chiedere il processo

22 Dicembre 2023 - 09:42

L’indagato è attualmente ai domiciliari.

CELLOLE. Non si attende, ora, che la richiesta di rinvio a giudizio della Procura sammaritana per l’84enne Angelo Gentile, accusato di avere ucciso il 4 novembre scorso con una fucilata l’insegnante 58enne di Scienze motorie Pietro Caprio. I pm non hanno dubbi: l’anziano è colpevole di omicidio e distruzione di cadavere. La loro tesi si basa sulle prove oggettive rilevate in sede di autopsia su quel che restava del corpo carbonizzato del prof di Cellolle e sui rilievi del Racis, il reparto speciale dei carabinieri. II militari dell’Arma hanno rinvenuto sul cappello di Angelo Gentile tracce di polvere da sparo. Per i sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata Fiore, una prova tombale della colpevolezza dell’uomo, residente a Baia Domizia, la cui auto, tra l’altro, fu l’unica ad essere filmata (a parte la Dacia Duster sulla quale viaggiava Caprio) dalle telecamere di sorveglianza poste in località Pietre Bianche, nella pineta di Cellole, lì dove fu poi rinvenuto il cadavere carbonizzato dell’insegnante.

Va ricordato che l’indagato ha sempre negato ogni addebito, sostenendo davanti ai pm di non utilizzare da anni le armi in suo possesso. Dichiarazioni che crollano di fronte al riscontro del Racis e alla prova dello stub.

Chiuso, dunque, il fascicolo ora i procuratori chiederanno il rinvio a giudizio di Gentile, difeso dall’avvocato Gabriele Gallo.

Angelo Gentile venne fermato dai carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca che risalirono a lui, ribadiamo, grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza. Gentile ammise davanti ai pm di conoscere la vittima, che gli avrebbe prestato 10.000 euro, la cui ultima rata sarebbe stata da lui versata all’insegnante una settimana prima della morte di quest’ultimo. Gentile sostenne prima che il 4 novembre non aveva utilizzato la sua auto, poi dichiarò, invece, che aveva visto la vittima in compagnia di una donna. Versione ritenuta, ovviamente, non credibile.