PROVINCIA. E all’improvviso Marcello De Rosa non conta più un cazzo. Mica è un caso alla Crisci? Non è che in qualche caserma gira ancora qualche talpa?

21 Luglio 2025 - 18:44

Questo titolo è tutt’altro che gratuito perché si basa su circostanze reali e concreti. Ossia i fatti sconcertanti avvenuti qualche ora prima dell’arresto della DDA ai danni del vicepresidente di Santa Maria a Vico, di quello che la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha messo nero su bianco nei documenti giudiziari relativi a Zannini e Magliocca, connotati dalla presenza di informatori in divisa, al servizio dei politici. Siccome attorno a ‘sto De Rosa stanno succedendo cose strane che spieghiamo in questo articolo, ci sentiamo in dovere, con la trasparenza che ci contraddistingue, di considerare verosimile questa ipotesi. Marcello De Rosa, al quale non auguriamo certo nulla del genere, è autorizzato a fare gli scongiuri

CASERTA (gianluigi guarino) – La campagna elettorale condotta da Giovanni Zannini e Anacleto Colombiano si è avvalsa senza se e senza ma del contributo importante di Marcello De Rosa, ex sindaco di Casapesenna e, prima di Colombiano, vicepresidente reggente dell’amministrazione provinciale di Caserta.

Probabilmente, senza il contributo di De Rosa, il candidato di Zannini avrebbe vinto le elezioni, ma con una cifra inferiore a quella raggiunta, sicuramente sotto al 50%. Ciò avrebbe fatto dire agli assertori della costituzione di un blocco cinico Salva-Caserta, in grado di candidare solo uno tra Antonio Mirra e Angelo Di Costanzo, convogliando i voti su un unico contendente, che Zannini avrebbe perso, qualora Oliviero e Zinzi si fossero messi d’accordo.

Insomma, dal punto di vista della sostanza amministrativa, non sarebbe cambiato niente. Ma dal punto di vista politico, il risultato avrebbe confermato la leadership di Giovanni Zannini, ma avrebbe anche segnato, dopo diversi anni, un primo declino della stessa. E invece il convinto e impegnato lavoro di De Rosa a favore di Colombiano ha concesso a quest’ultimo di raccogliere la medesima percentuale, 54% e spiccioli, conquistata da Magliocca e Zannini nel 2021.

Subito dopo le elezioni, però, sono successi alcuni fatti, in teoria poco appariscenti che per noi, che la sappiamo lunga su questi personaggi, contano e contano anche molto. Due in particolare, apparentemente disconnessi tra loro, in realtà più che connessi.

DE ROSA A BRACCETTO CON ZANNINI & COLOMBIANO. E POI?

Il primo: da quasi un mese dalla vittoria elettorale e da due settimane dalla proclamazione, Anacleto Colombiano non ha ancora nominato il suo vicepresidente. Marcello De Rosa, durante la campagna elettorale, ha professato fede assoluta su questa nomina che ha dato per scontata, in base ad un accordo solenne preso con lui da Zannini e Colombiano.

Stando ai rumors di questi giorni, sono cresciute e non poco le quotazioni del sindaco di San Felice a Cancello, Emilio Nuzzo. Dovrebbe essere lui il vice di Colombiano e questo sarebbe uno smacco per Marcello De Rosa, anche in vista della candidatura alle elezioni regionali nella lista messa in piedi da Clemente Mastella.

Secondo fatto: uno dei primi atti compiuti da Anacleto Colombiano la sospensione del concorso per 11 posti per sorvegliante stradale. Il terzo classificato in graduatoria è Carlo Di Sarno, il fratello dell’attuale vicesindaco di Casapesenna, Maria Di Sarno.

Un fratello che ha fatto staffetta con la sua congiunta diretta, visto che nella passata consiliatura, guidata direttamente da sindaco da De Rosa, è stato lui a svolgere la funzione di consigliere comunale. Secondo smacco.

LE TALPE IN CASERMA NELL’INCHIESTA MAGLIOCCA E IL CASO CRISCI

Ora, conoscendo Giovanni Zannini e Anacleto Colombiano, si può ritenere che sul vicepresidente abbiano fatto una doppia, tripla promessa. E dunque ok, hanno fregato De Rosa e chissene. Ma sulla sospensione del concorso, che potrebbe anche essere revocato a questo punto, la cosa appare, al di là delle motivazioni ufficiali zeppe di bla bla bla, una specie di operazione ad personam. E’ come se Zannini e Colombiano volessero marcare una distanza da Marcello De Rosa.

Questa non è gente che marca distanze per nobili motivazioni politiche. Se lo fa è per evitare di essere toccato da qualche schizzo di fango di una pozzanghera che va ad investire direttamente un alleato a cui hanno succhiato tutto il sangue possibile in campagna elettorale.

Il caso di Pasquale Crisci, al riguardo, potrebbe essere esplicativo. Crisci era vicepresidente e fu silurato in maniera frettolosa e apparentemente senza motivo. Due giorni dopo Crisci fu arrestato in un’operazione realizzata dalla guardia di finanza, su mandato della DDA di Napoli.

Noi, francamente, con tutto il rispetto per le forze dell’ordine, rimanemmo molto perplessi. Siccome qualcosa di molto serio è capitato nel corso delle indagini sviluppate dalla procura di Santa Maria Capua Vetere su Giorgio Magliocca e Giovanni Zannini, culminate in due pesanti attività di perquisizione, siccome il problema delle talpe è diventato contenuto di quel documento giudiziario, siccome queste talpe c’erano nella finanza e nei carabinieri, considerato tutto ciò, noi stiamo molto in guardia quando vediamo queste cose che succedono all’interno del sistema Zannini.

Qualcosa che, magari, diventa una comodità per i giornalisti ignari, i quali, a questo punto, stante il precedente di Crisci, stante il problema delle talpe evidenziato negli atti di indagine della procura sammaritana, possono alzare le antenne pensando magari, a sorpresa, ci siano delle indagini a carico di De Rosa, captate in anticipo dalle parti della provincia.

OCCHIO AGLI APPALTI

Ora, chi si permette di dire che questa è un’illazione, avendo noi nei due periodi precedenti dell’articolo in lettura, argomentato con fatti realmente accaduti, lo mandiamo veramente a quel paese. Lui e la sua malafede.

Ovviamente nei prossimi giorni cercheremo di capire se tutta la potestà che De Rosa ha avuto nel sistema dei lavori pubblici provinciali, relativamente alla viabilità e gli enormi appalti che attorno a questa si sono sviluppati, esiste ancora, oppure se anche su questa cosa c’è stato un suo ridimensionamento.

A questo punto non potremo dimostrare che anche in tale circostanza esistono una talpa o più talpe, ma diremmo forte e chiaro, alla luce dei ragionamenti esposti, che è del tutto verosimile che questi animali nobili, molto meno nobili dalla metafora, esistono ancora in qualche caserma.