PROVINCIA REGNO DI PEZZELLA. Ecco quali sono le ditte amiche, che per la DDA sono servite a truccare la gara con Piero Cappello, “premiate” da appalti per oltre 3 MILIONI

20 Dicembre 2023 - 17:20

Abbiamo dovuto lavorare con diversi documenti e atti davanti per poter collegare nomi, ragioni sociali e, diciamo così, sentimenti. La permeabilità dell’amministrazione provinciale di Caserta agli interessi economici del clan dei Casalesi è stata raccontata dal figlio di Sandokan per il periodo dal 2004 al 2010. Questa era possibile, dice Nicola Schiavone, grazie anche al lavoro di Raffaele Pezzella. In questi anni l’imprenditore tornato prepotentemente su “piazza” e, allora, sarebbe da capire se questo rischio di influenza sia stato debellato oppure esista ancora

CASERTA (l.v.r.) – Di certe storie è necessario il contesto e il pregresso, altrimenti è impossibile comprenderle a fondo.

Un esempio che non c’entra niente ma che serve a capire. Se guardi i risultati di C’è ancora domani, il film di Paola Cortellesi campione di incassi e acclamato dalla critica, pensi di aver difronte il prodotto di una cineasta affermata, una regista che da anni è apprezzata nel nostro Paese. Ma il pregresso dell’artista è fatto di decenni di programmi comici, commedie leggere. E solo nell’anno del suo 50esimo compleanno Cortellesi è riuscita a fare un suo film.

Apprendere un fatto, quindi, potrebbe non essere abbastanza per capire tutto.

Prendiamo il caso, invece, dall’affidamento diretto sui lavori da 64 mila euro sancito nel gennaio del 2022 dal settore Viabilità dell’Amministrazione Provinciale di Caserta, il cui consigliere delegato è stato il candidato terzo più votato alla tornata per l’elezione del nuovo consiglio provinciale, ovvero il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa, guidato dal dirigente Gerardo Palmieri.

Si tratta di un cantiere per la manutenzione straordinaria della strada Provinciale 83, ovvero la ex Statale 158 Ailano – Valle Agricola.

Essendo un importo per lavori inferiore ai 150 mila euro, soglia che, come si sa, è salita dagli iniziali 40 mila euro previsti dal codice degli Appalti ante covid, il settore Viabilità, e presumibilmente proprio il dirigente Palmieri, opta per il cosiddetto invito come scelta della ditta a cui assegnare i lavori. Molto semplice: io Provincia scelgo un’impresa dal mio albo di fiducia e questa risponde con un ribasso – che, ovviamente, non va mai sopra il 5% – e se all’ente sta bene l’offerta – e, ovviamente, sta sempre bene – la ditta si aggiudica i lavori.

Viene scelto il Consorzio Stabile MEDIL, che si prende questo cantiere da 64 mila euro con un ribasso di 2 mila e duecento euro, ovvero del 3,50%.

Ma non lavorerà il consorzio sulla Provinciale. Infatti, come sempre accade, è una società consorziata all’operatore economico “madre” ad essere indicata. E in questo caso è la Edil Tecno Scavi di Casaluce, con amministratore unico il 47enne Francesco Fibrino.

Gennaio 2022 l’aggiudicazione, febbraio 2023 la consegna dei lavori alla ditta. A marzo 2023, poi, emerge una variante, un aumento dei costi di questo cantiere esattamente uguale al ribasso: “nel corso dei lavori – scrive Palmieri –si è accertata la necessità di predisporre una perizia di variante ed assestamento contenuta nell’ambito del ribasso offerto del 3,5 % per uniformare le lavorazioni da eseguire alle mutate condizioni dei luoghi rispetto alle previsioni della perizia di progetto“.

Così, anche il ribasso presentato scompare e praticamente la Edil Tecno Scavi, oltre a quanto dovrà corrispondere al Consorzio che ha “speso” il suo nome e i suoi requisiti (solitamente proprio il 3% circa), è rientrata dell’intera somma netta dei lavori.

Ora, mo’ perché a 9 mesi di distanza ne stiamo parlando? Perché nelle scorse settimane c’è stata un’ordinanza di custodia cautelare che ha colpito Raffaele Pezzella (carcere), Tullio Iorio (carcere) e Piero Cappello (domiciliari), poi tutti liberati dal tribunale del Riesame.

In questa ordinanza, firmata da un gip del tribunale di Napoli, su richiesta della DDA partenopea, emergevano le figure di Pezzella quale imprenditore corruttore, in questo caso del dirigente dell’Ufficio Tecnico di Calvi Risorta, ovvero Piero Cappello, e che, secondo, dichiarazioni di vari pentiti, ultimo Vincenzo D’Angelo, marito di Teresa Bidognetti, genero del padrino Francesco Bidognetti Cicciotto ‘e Mezzanotte, finanziava alle varie fazioni del clan dei Casalesi portando il 4% del valore degli appalti aggiudicati alle cosche: “2% al gruppo Schiavone-Iovine-Martinelli-Caterino e 2% al clan della zona del cantiere“.

A queste parole aggiungiamo solo quelle di Nicola Schiavone, figlio di Francesco Sandokan, che nell’ottobre 2018 lo definisce “un imprenditore di fiducia del clan particolarmente affidabile”, così come viene segnalato nel decreto di sequestro da 8 milioni al businessman, eseguito dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli. Potrebbe essere una dichiarazione presente in un differente atto giudiziario recentemente notificato al Pezzella, se ci sbagliamo, chiediamo anticipatamente scusa.

Tornando all’indagine su Cappello e Pezzella, secondo i magistrati dell’Antimafia i due avrebbero costruito insieme due elenchi di ditte da contattare per due gare bandite dal comune di Calvi. In pratica, dei finti elenchi di imprese partecipanti iscritte all’Asmel messo in piedi materialmente da Cappello e che, però, l’imprenditore casalese avrebbe riempito di ditte amiche che avrebbero lasciato campo libero all’aggiudicazione alle ditte di Pezzella.

Nel il gruppone degli amici di Pezzella, il gip nell’ordinanza, che ingloba la richiesta di arresto della DDA, segnala proprio la presenza della nostra Edil Tecno Scavi. A riscontro dei rapporti vivi tra Pezzella e Fibrino, rappresentante della Edil Tecno Scavi, gli inquirenti segnalano gli “oltre 380 messaggi scambiati tra i due dal 30 maggio 2019 al 3 aprile 2021“.

Chiaramente i pm segnalano tante ditte e sottolineano i rapporti tra Pezzella e i capi di queste società, collegandoli al modo in cui, secondo i consulenti della procura, Cappello avrebbe alterato gli elenchi delle ditte, inserendo, caso vuole, proprio società i cui amministratori hanno rapporti con l’imprenditore casalese.

IL “CURRICULUM” DI PEZZELLA CHE FA RIZZARE LE ANTENNE

Ora, premesso che questa ditta – Edil Tecno Scavi – non ha subito alcuna misura da parte di un tribunale, premesso che Fibrino non è indagato in questa inchiesta, premesso che non c’è stato ancora il processo, per ragionare sull’affidamento della provincia al due Consorzio Medil/Edil Tecno Scavi abbiamo bisogno del pregresso e del contesto.

Raffaele Pezzella è indagato in questa inchiesta su Calvi Risorta (poi qualcuno ci spiegherà perché negli ultimi anni indagini del genere avvengono sempre nella periferia “del regno”, Santa Maria a Vico, Calvi, Sparanise, ad esempio, e mai analisi documentali simili avvengono nei centri più importanti o negli enti locali, statali e para statali), ma risulta anche imputato nel processo, istruito dalla DDA di Napoli che si sta tenendo a Santa Maria Capua Vetere, su presunte mazzette e appalti truccati a favore dell’imprenditore e di Tullio Iorio alla Provincia di Caserta, un processo che si segnala per l’aggravante mafiosa ai danni dei due e che ha visto già la condanna del funzionario in quiescenza Sandrino Diana in rito abbreviato.

Inoltre, nel 2021 viene arrestato ed è ora sotto processo a Benevento per mazzette elargite a un dirigente della provincia di Caserta rimasto incredibilmente anonimo, incredibilmente non individuato né dai magistrati sanniti, né dalla procura di Santa Maria Capua Vetere che, inspiegabilmente, non ha mai approfondito questa vicenda che si segnala per un chiarissimo caso di presunta corruzione (CLICCA E LEGGI IL NOSTRO APPROFONDIMENTO).

Quindi, esistono almeno tre casi in cui Raffaele Pezzella, secondo dei pubblici ministeri in servizio presso tribunali della Repubblica italiana, avrebbe pagato mazzette a funzionari pubblici per pilotare gare d’appalto. In due casi, poi, i corrotti lavoravano (o lavorano ancora, essendo uno di questi ignoto) presso l’amministrazione provinciale di Caserta.

La Provincia di Caserta nel periodo tra il 2004 e il 2010, cioè fino all’arresto del rampollo criminale, veniva definita da Nicola Schiavone, figlio di Sandokan come un ente “permeabile” agli interessi economici del clan dei Casalesi. Schiavone jr., che dichiara che tale permeabilità era possibile grazie a Nicola Cosentino e a Nicola Ferraro, recentemente coinvolto in un’inchiesta che vede, tra gli altri, indagato anche l’ex assessore di Caserta, consigliere regionale e candidato alle Europee per il partito di Carlo Calenda, Azione, il casapullese Luigi Bosco che, insieme al dominus della lista Giovanni Zannini, ha partecipato attivamente al successo dei candidati di La provincia al centro, in buona parte espressione politica del mondragonese.

Tutto ciò per dire che, secondo quanto attestato in due indagini attualmente divenute altrettanti procedimenti penali e secondo le parole di un capo del clan dei Casalesi qual è stato Nicola Schiavone, l’amministrazione provinciale di Caserta sarebbe un ente a forte rischio corruzione, soprattutto nel momento in cui è Raffaele Pezzella, accusato di finanziare il clan dei Casalesi, ripetiamo, a muoversi tra carte e stanze.

Guardando al pregresso, dobbiamo necessariamente citare un passaggio dell’ordinanza sul caso di Calvi Risorta: “Raffaele Pezzella ha la disponibilità di numerose imprese, alcune delle quali intestate a lui stesso e altre, quali la COMED S.R.L., CGS SRL (che ha vinto anche un appalto da tre milioni al comune di Pignataro del sindaco Giorgio Magliocca, stazione appaltante, però, la Provincia letteralmente scomparso), S.C. COSTRUZIONI S.R.L., intestate fittiziamente a terzi e direttamente a lui riconducibili“.

Ecco, negli ultimi due anni queste tre ditte, compresa anche la Marrel, che Pezzella mette in piedi trasformando la Raffaele Pezzella srl, mentre si trovava agli arresti domiciliari, sono tutte ditte che hanno vinto procedure di gara o hanno ricevuto affidamenti diretti (inviti) dall’amministrazione provinciale guidata dal presidente Giorgio Magliocca.

E allora torniamo alla Edil Tecno Scavi. Se dovesse essere sacramentato questo potere d’influenza, di cui è certa la procura di Benevento, la DDA di Napoli e Nicola Schiavone, nelle mani di Raffaele Pezzella rispetto alle procedure d’appalto della Provincia di Caserta, sarebbe il caso di approfondire le procedure sugli affidamenti a ditte ritenute dall’Antimafia come amiche di Pezzella, in pratica capaci di fare favori all’imprenditore casalese, sancite dall’amministrazione provinciale di Caserta, dove Pezzella avrebbe questo peso specifico?

Se tutta la linea temporale, che facciamo partire dal momento in cui Nicola Schiavone diventa capoclan, dopo l’arresto dello zio Cicciariello, ovvero il 2004, fino ad arrivare alle accuse mosse dalla procura di Benevento nei suoi confronti, ovvero il 2020, fosse, quindi, confermata dai giudici, oltre che provata da intercettazioni, indagini, significherebbe che Raffaele Pezzella è stato dominus degli appalti alla provincia di Caserta con le sue aziende o con società da lui spinte o indirettamente gestite per almeno 15 anni.

E partiamo dal 2004, perché, come detto, Nicola Schiavone da quel momento prende possesso dello scettro e, quindi, quando è diventato collaboratore di giustizia, ha parlato del suo periodo di reggenza. Ma possiamo tranquillamente affermare che il rischio che il potere di Pezzella alla provincia di Caserta sia antecedente a quella data è fortemente fondato e potremo parlare di un ventennio di dominio dell’imprenditore di Casal di Principe negli affidamenti dell’amministrazione provinciale.

Niente contro Fibrino, sia chiaro, che citiamo solo perché presente a pagina 83 di un’ordinanza del tribunale di Napoli, parliamo di un’ipotesi ancorata ad un concetto di verosimiglianza.

Se Pezzella fino al 2010 era uno dei principali soggetti capaci di rendere permeabile agli interessi del clan l’amministrazione provinciale di Caserta, e poi, secondo l’accusa della DDA di Napoli, è possibile che sia tornato ad avere quel potere di influenza? Non diciamo che sia successo, non parliamo di un fatto sancito, acclarato, ci chiediamo, però, se parlarne, se approfondire questa situazione sia o meno compito di chi ha l’obbligo di controllo ed è titolare del potere giurisdizionale.

Anche perché non è che parliamo dell’unica “ditta amica” di Pezzella a essere premiata dall’ente di Magliocca.

L’APPALTO A RESEARCH E UN CASO DI OMONIMIA (?)

Ad esempio, “forti aderenze” relativamente alla vita del Consorzio Stabile Research, con sede a Salerno, il cui amministratore delegato è il 49enne Massimo Moccia, di Torre Annunziata, la DDA di Napoli le attribuisce all’imprenditore casalese.

“L’aderenza” al Consorzio di Pezzella e di Carlo D’Amore, uomo di fiducia dell’imprenditore di Casale (tanto che viene ritenuto una testa di legno a cui lo stesso Pezzella ha intestato la Comed, società poi colpita da interdittiva antimafia), gli investigatori dell’Antimafia l’hanno segnalata nella citata ordinanza di Calvi attraverso un messaggio tra Pezzella e un certo “Danilo di Research”.

L’imprenditore spiega all’uomo del consorzio che chi vorrà entrare in Researchavrebbero potuto rivolgersi direttamente a Carlo D’Amore“, circostanza quantomeno strana visto che, segnalano gli investigatori, la Comed non era neanche impresa consociata del consorzio.

Research, poi, è inserita tra le ditte invitate da Piero Cappello, accusato di proprio di aver manomesso l’elenco di imprese sorteggiate e che ha infilato anche il consorzio tra le 15 che dovevano giocarsi l’appalto per la ristrutturazione del Complesso Scolastico Cales, secondo l’accusa truccato da Pezzella, Iorio e Cappello tramite la scelta di concorrenti riconducibili direttamente o indirettamente con l’imprenditore o che comunque avevano rapporti con quest’ultimo.

Research, ad esempio, si è vista aggiudicare dalla Provincia nel marzo 2020, a pochissimi giorni dal lockdown, una gara d’appalto dal non risibile valore di quasi 2 milioni e mezzo di euro per lavori di miglioramento delle strade Provinciali 41, 148 e 93, zona del nord Volturno, per capirci.

Nei documenti a firma di Palmieri, però, l’amministrazione si vede bene dallo specificare chi abbia scelto Resarch quale impresa esecutrice dei lavori.

Detto ciò, va aggiunto che Research non ha partecipato da sola a questo garone, bensì in squadra, in Ati, con una società cooperativa con sede sociale a Giugliano, la Perseo di Filippo Salatiello, un nome che ricorda altre storie poco limpide, essendoci stato, secondo gli inquirenti che hanno seguito l’inchiesta Medea un Filippo Salatiello socio occulto nella ISI – Costruzioni Generali S.r.l. dell’imprenditore di Casapesenna Giuseppe Fontana, condannato in via definitiva per associazione mafiosa (clan Zagaria).

Non sappiamo se si tratta dello stesso Salatiello, che comunque, se non andiamo errato, non fu indagato in quel procedimento, fatto sta che, nel caso non fosse “quel” Salatiello, sarebbe una particolare coincidenza.

Parliamo di questo affidamento in periodo covid non per una nostalgia del lockdown, bensì a causa della variante ai lavori, che durano da un’eternità, ovvero dal luglio 2020 che avrà due conseguenze: Research/Perseo avranno altri 90 giorni per lavorare e saranno messi a disposizione altri 223 mila euro per alcuni lavori aggiuntivi, opere impreviste sancite in una perizia di variante dalla direttrice dei lavori Rosa Durante e poi sacramentati dal dirigente Palmieri nella determina del 30 novembre scorso. In questo modo, l’iniziale ribasso con cui è stata vinta la gara – 12,9% – si dimezza di circa quattro volte, diventando in pratica del 4%.

Ma la Perseo di Salatiello – non sappiamo se quel Salatiello – è stata la ditta indicata quale esecutrice dal consorzio Conpat, effettivo vincitore della gara, aggiudicata a fine novembre scorso, per la manutenzione e il ripristino pavimentazione stradale su alcuni tratti viari provinciali ricadenti del comune di Piana di Monte Verna: 264 mila euro affidati con il ribasso solito del 38 e spicci per cento.

CONPAT E PEZZELLA. MA ANCHE UBALDO CAPRIO

Parliamo, quindi, di Conpat.

Si tratta del consorzio guidato da Antonio e Giuseppe Vorro, imprenditori di Poggiomarino. Secondo sempre quanto scrive il gip di Napoli nell’ordinanza Cappello-Iorio-Pezzella, i fratelli hanno un “rapporto di conoscenza” con il Pezzella e Conpat è una delle 4 imprese sulle 15 invitate da Piero Cappello a rispondere al bando di gara, truccato secondo l’Antimafia, per la scuola di Cales. Aggiungono i magistrati che la risposta di Conpat avviene “peraltro con ribassi assai modesti e tra loro alquanto ravvicinati” tra le quattro offerte presentate dalle società.

Conpat, in realtà, noi l’abbiamo conosciuto come consorzio vestito utilizzato da un famoso imprenditore della nostra provincia, quell’Ubaldo Caprio da Casal di Principe, ma ormai trapiantato a Caserta, che qualche vicissitudine giudiziaria sta vivendo anche lui.

Ad esempio, una tangente da 50mila euro, secondo la procura sammaritana, sarebbe stata consegnata dall’imprenditore Ubaldo Caprio all’ingegnere Pietro Terreri che avrebbe pilotato in favore della Consorzio Conpat in coppia con la Casertana Costruzioni un appalto del valore di oltre 3 milioni e sei cento mila euro per il servizio di controllo Terra dei Fuochi all’Asi Caserta.

Terreri non lavorava e non lavora all’ASI Caserta, ma si trattava del presidente (o di un membro) della commissione gara che il consorzio intercomunale guidato da Raffaela Pignetti bandì tramite l’Asmel.

La gara in questione poi, effettivamente, veniva aggiudicata all’impresa rappresentata da Caprio, ovvero il duo Conpat-Casertana Costruzioni. Infine, la decisione fu ribaltata dal Consiglio di Stato dopo un ricorso al Tar della seconda in graduatoria.

NON E’ LA VERITA’ RIVELATA, MA QUALCHE DUBBI PUO’ VENIRE

Comed, Costruzioni Generali Sud, SC Costruzioni, Marrel, Conpat, Rilgeo, Edil Tecno Scavi, Research.

Ripetiamo un concetto espresso in altre occasioni, non è CasertaCE che, con il lanternino in mano, va alla ricerca di determinate ditte, determinate imprese per poter, poi, creare dal nulla una teoria strampalata, una polemica. Si tratta di operatori economici che l’amministrazione provinciale premia costantemente da anni e che per gli investigatori, i carabinieri, i pubblici ministeri di Benevento e della DDA di Napoli, o sono di imprenditori legati da rapporti con Raffaele Pezzella o sono società direttamente o indirettamente riconducibili allo stesso Pezzella.

E visto che parliamo di un soggetto che in tre procedimenti diversi si trova invischiato in casi di corruzione di funzionari pubblici, in due occasioni dei colletti bianchi della Provincia di Caserta, forse, ripetiamo, forse, un minimo di dubbio sulla totale bontà di alcune procedure può nascere in chi le vede fiorire giorno dopo giorno.

Chiaramente, in uno Stato di diritto che si rispetti, a dire se un presentimento, se una supposizione è corroborata dai fatti è compito di un giudice, che nel caso decide a seguito dell’apertura di un’indagine. Ma se queste due cose non avvengono, ogni pensiero resterà ipotesi e punto di vista di chi scrive o di chi legge.

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E I RIFERIMENTI ALLE SOCIETA’ NELL’ORDINANZA