Quando Gino il ragno “sequestrò” una X5 a Peppe e’ mast Santoro e Michele Zagaria intervenne

21 Aprile 2019 - 11:34

CASAPESENNA (g.g.) – L’episodio si configura come sintomatico di un rapporto che andava ben al di là della semplice affiliazione alla causa criminale. Michele Zagaria badava anche agli affari di Giuseppe Santoro e di suo fratello Nicola e Aldo. All’andamento delle pasticcerie, ma anche di più.

Quando Santoro ebbe uno screzio molto forte con un suo amico, fratello di Luigi Grassia, Gino detto il ragno, Zagaria spedì Michele Barone, ed è quest’ultimo, divenuto collaboratore di giustizia, a raccontarlo, per chiudere la vicenda con piena soddisfazione delle istanze di Santoro. Tra quest’ultimo e il fratello di Luigi Grassia, Gino, si era rotta un’amicizia che aveva coinvolto le rispettive famiglie. Un’amicizia così solida da rendere normale il prestito, da parte di Santoro, della Bmw X5, auto da diverse decine di migliaia di euro. Il fratello di Grassia, si rifiutava di restituirla dopo la rottura dovuta a quanto pare a questione di tipo edilizio.

Zagaria, attraverso il fratello Carmine, spedì le direttive a Michele Barone: avrebbe dovuto attorno allo stesso tavolo il fratello di Grassia e Santoro e imporre al primo sia l’immediata restituzione dell’auto, sia il pagamento dei 20mila euro rivendicati da Santoro. Tutto ciò nonostante che Grassia fosse un affiliato diretto al gruppo Zagaria.

Insomma, il boss si comportava realmente come un socio.

 

Qui sotto lo stralcio dell’interrogatorio di Michele Barone