REGGIA Il parco reale e la “via dell’acqua” ancora oggi nodi irrisolti del monumento a quasi dieci anni dall’autonomia speciale del museo…impreparazione, imperizia, inefficienza, maldestrezza o che altro?

3 Agosto 2025 - 19:29

Caserta (pm) – L’ormai noto comitato cittadino sorto per la salvaguardia della Reggia con il nome di Gruppo 31 Agosto torna sul tema del parco reale e sulle cure necessarie ai 750 lecci che delimitano il parterre che porta alla cascata, dopo aver affrontato nei gironi scorsi la faccenda della grave carenza idrica – forse senza precedenti in tale maniera – che in questi mesi si sta verificando alle vasche ed alle fontane monumentali.

NELLA FOTO, LE CONDIZIONI DELLA CASCATA PER LA MANCANZA DI ACQUA

Nella foto, il dottore agronomo Ciro Costagliola, presidente del Gruppo 31 Agosto

Pubblichiamo il comunicato diramato oggi dal sodalizio, che affronta anche questioni tecniche e botaniche sulle quali converrà che la direzione museale rifletta forse un poco senza chiudersi nella consueta autoreferenzialità o dando voce a comunicati enfatici quanto aleatori. A riguardo di tale ultimo aspetto, ad esempio, è stato avviato subito un sopralluogo all’acquedotto carolino, per tutto il suo sviluppo, per verificare che non presenti anomalie, danneggiamenti o manomissioni? O si pensa si tenere la cascata a secco “sine die”?

IL COMUNICATO DEL GRUPPO 31 AGOSTO

“Il Gruppo di lavoro 31 agosto costituito da Ciro Costagliola per tenere alta l’attenzione sulle attività nel Parco della Reggia, a seguito di attente verifiche segnala quanto segue. La via d’acqua progettata dal Vanvitelli con la sua splendida prospettiva, famosa nel mondo intero con le sue sei fontane: dalla Fontana Margherita passando per la Fontana dei Delfini e la Fontana di Eolo, a seguire la Fontana di Cerere, la Fontana di Venere e Adone e infine la Fontana di Diana e Atteone, fino al Torrione del Monte Briano costituisce l’immagine iconica della Reggia di Caserta patrimonio UNESCO. È un percorso in leggero pendio che esprime la ricercatezza e l’eleganza di Vanvitelli. Fiancheggiati da alberate di lecci sagomati “a sedia” e boschetti di querce, i diversi bacini sono realizzati per essere tutti ben visibili dal vestibolo d’ingresso del Palazzo Reale. Tra una fontana e l’altra, le praterie evitano la sovrapposizione visiva tra le vasche e i gruppi statuari.

La via d’acqua progettata e realizzata per mostrare tutta la sua bellezza incantando i visitatori, per la presenza della continuità della vegetazione di querce, delle fontane sgorganti che con il rumore dell’acqua corrente dovrebbe dare il senso di freschezza e di quiete, il verde dei prati che naturalmente dovrebbe comunicare benessere. Tuttavia non è così: il doppio filare interno di lecci presenta numerose fallanze ove, mentre nei due secoli di vita del parco si sono rimpiazzate le piante che fisiologicamente deperivano con querce più o meno coetanee, ricostruendo la prospettiva originale, negli ultimi anni questi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria non sono stati fatti! Sarebbe stato necessario e sarebbe ancora oggi necessario con urgenza sostituire le piante morte con querce adulte previa una bonifica del suolo dalle radici ed un apporto di terreno vegetale fresco, per chiudere i buchi determinati dalle fallanze e poi sagomare con tagli cesori adeguati le querce rispetto all’intero filare. Il rimpiazzo delle fallanze andrebbe fatto a riposo vegetativo delle piante così come nello stesso periodo andrebbero effettuate le potature di contenimento, contrariamente a quanto sembra accada oggi. Il leccio, come già ricordato in altre occasioni, è una latifoglia sempreverde che può vivere diversi secoli, fino a mille anni e che tutti gli interventi di potatura e di modellatura su lecci andrebbero fatti con regolarità (ogni anno oppure due volte l’anno in stagioni particolarmente calde) e sempre quando la pianta è a riposo vegetativo, ovvero quando il flusso di linfa è al punto più basso. Il periodo migliore per effettuare le potature è tra gennaio e marzo, ed anche prima, vista l’anticipazione delle stagioni, ma mai a primavera con la ripresa vegetativa. Inoltre per la tutela della nidificazione dell’avifauna oltre alla Legge 11 febbraio 1992, n.157, il DM dell’Ambiente del 10 marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” all. 1, Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione, lettera e. criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico, paragrafo 11. Manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo, prescrive che “Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari”. La potatura va effettuata con cura, evitando di tagliare rami troppo grossi in modo da non compromettere la salute della pianta. Inoltre è importante rimuovere i rami morti o malati ed asportare le piante morte che sono motivo di infezioni parassitarie per le piante sane, oltre che per una questione estetica ed il rischio di caduta con danni a persone e cose. È necessario utilizzare presidi fitosanitari quali disinfettanti delle lame (alcool, bicarbonato di sodio, candeggina) e applicare paste cicatrizzanti (a base di rame, calce) che si spalmano sulle ferite da taglio in quanto le stesse sono possibili ingressi per gli agenti patogeni come funghi, che provocano carie del legno e marciumi, ed insetti minatori, nonché batteri e virus. È noto che i suddetti parassiti animali e vegetali attaccano prioritariamente piante deperienti. Relativamente alle piante da rimpiazzare non è difficile reperire sul mercato querce adulte da trapiantare, raccomandando, come detto, un’accurata pulizia del terreno dalle vecchie radici e l’apporto di terreno vegetale fresco. Solo così si conserverà la bellezza del parco vanvitelliano per le future generazioni”.

ALCUNE DELLE FOTO DI TESTA RELATIVE A FALLANZE DEI FILARI E FERITE DA TAGLIO DI BRANCHE DI LECCIO SENZA APPOSIZIONE DI PASTE CICATRIZZANTI