REGGIA Mentre si avvia alla scadenza la direzione della Maffei, si allunga la conta dei problemi del monumento. Il comunicato del Gruppo di Lavoro 31 agosto
21 Ottobre 2025 - 19:56

Caserta (pm) – Il Gruppo di lavoro 31 agosto, la nota ed accreditata associazione cittadina costituita con l’obiettivo prioritario di tutelare il verde del Parco della Reggia di Caserta oltre che il patrimonio storico culturale del territorio casertano, ci ha fatto pervenire il comunicato che di seguito pubblichiamo sullo stato del Giardino Inglese della Reggia. La numerosità e la tecnicità dei rilievi ci impongono di riportarlo integralmente evitando la scorciatoia della comoda ma infedele brevità.
Non dobbiamo aggiungere altro a quello che vi si dice, se non che sebbene si avvicini a grandi passi la scadenza dell’incarico dirigenziale della direttrice Tiziana Maffei (né è alle viste la procedura per la designazione del nuovo manager), a giugno 2026, sono molte le grandi incompiute del complesso vanvitelliano. Accanto a questa del Giardino Inglese, possiamo senz’altro annoverare quella dell’acquedotto carolino e della Peschiera Grande. Su questa, peraltro, ricordiamo che ci fu persino una interrogazione parlamentare dell’allora senatrice Margherita Corrado sugli improvvidi interventi alla vegetazione a corona della vasca che sfigurarono il luogo. Problema che, come abbiamo visto dalle visite consentite qualche settimana fa ai cantieri in atto, non ha risolto la bruttura dei condomini privati confinanti, che ora sono visibili con il loro bucato messo a sciorinare. E chissà se alla direttrice avranno fatto sapere che, all’idea simile alla sua del predecessore Felicori, di mettere in uso, nello specchio d’acqua della Peschiera, dei natanti, vi fu la sollevazione unanime del consiglio comunale di Caserta.
Ora, spazio al comunicato del Gruppo di lavoro 31 agosto
Inaccettabile degrado del Giardino Inglese della Reggia di Caserta
…a seguito di varie segnalazioni ha effettuato con il supporto di esperti, attenti sopralluoghi nel Giardino Inglese rilevando un imbarazzante stato di degrado di questo straordinario sito. Infatti sono state osservate e fotografate diverse piante morte alcune delle quali, con molta probabilità, per eccesso idrico dovuto all’irrigazione dei prati. Tali piante andrebbero sostituite senza indugio con piante della stessa specie; anche i ceppi di piante lasciati sul posto andrebbero rimossi per evitare il danno che il legno morto lasciato in situ può determinare con rischio di infezione ad altre piante in quanto il materiale legnoso necrotico è attaccato da parassiti animali e vegetali (insetti minatori, funghi, batteri, virus) facilmente trasmissibili. A tal riguardo, è opportuno ricordare che la teoria di lasciare sul posto le piante cadute può aver valore per i boschi naturali ma non per un giardino botanico quale è il giardino Inglese.
Sono stati individuati e fotografati importanti alberi morti quali Cupressus macrocarpa, Nolina longifolia, Araucari bidwuilii, che facevano parte della collezione botanica, voluta dal Graefer e segnati con targhe in legno riportante il nome, come descritto da Della Torre di Rezzonico in visita al giardino alla fine del XVIII sec. Si segnala che durante il restauro del giardino seguito dall’arch. Francesco Canestrini unitamente a Maria Rosaria Iacono, furono approntate apposite targhette in metallo con la nomenclatura scientifica, apposte lungo il percorso in occasione del convegno internazionale sul restauro dei giardini storici tenutosi a Napoli e a Caserta nel 2000. Malgrado la disponibilità di molte targhette di riserva, custodite presso la serra, denominata aranciera, le stesse non sono più state utilizzate per ripristinare l’aspetto di quello che era definito anche orto botanico.
Molte altre importanti piante non sono più presenti in quanto non rimpiazzate: per individuarle sarebbe necessario fare una semplice indagine in quanto l’elenco completo delle piante del Giardino Inglese è contenuto in un puntuale studio commissionato dall’arch. Gian Marco Jacobitti al paesaggista Ippolito Pizzetti, pubblicato nel 1994 e nella planimetria realizzata dall’arch. Ilaria Rossi Doria, opere facilmente reperibili negli archivi della Reggia.
Il gruppo di lavoro ha osservato nel Giardino Inglese, alcuni cipressi del doppio filare attaccati dalla vite americana: un rampicante infestante che andrebbe rimosso senza indugio liberando la pianta ospite, fortemente sofferente, dalla folta vegetazione del rampicante. Le serre sono state trasformate impropriamente in location per la vendita di piante commerciali prodotte altrove. Superfluo aggiungere che anche il Giardino Inglese soffre della carenza idrica con vasche che presentano acqua stagnante e marcescente, presenza di alghe, fauna ittica in sofferenza, dovuta alla mancanza di adduzione dall’acquedotto Carolino, tema già affrontato e abbondantemente segnalato senza esito.
L’incuria e l’abbandono si manifesta anche osservando i cartelli: da anni è posizionato un avviso che segnala “Area sottoposta a controlli tecnici. Ci prendiamo cura del nostro Parco per il benessere di tutti. Ci scusiamo per il disagio”: i lavori sono fermi e l’area è inibita ai visitatori.
Tutto quanto sopra rappresentato è stato più volte segnalato sia alla DG che al Ministero, senza esito. È offensivo che la DG propagandi interventi a tecnologie avanzate quali ad esempio il recente impiego di un tomografo ad onde soniche per studiare la stabilità degli alberi mentre trascura criticità e problematiche evidenti come quelle segnalate e mai, vivaddio, prese in considerazione.
FOTO DI ALCUNI ALBERI CITATI NEL COMUNICATO


