REGGIA Si può sapere, di grazia, cosa è successo al pavimento del Vestibolo superiore?
28 Ottobre 2025 - 18:10
Caserta (pm) – Quello che sta accadendo in questi giorni alla Reggia è sconcertante. Sia per l’episodio in se, che subito introdurremo senza girarci tanto attorno, sia per il risvolto a cui stiamo assistendo.
Il fatto è che, da circa una settimana, circola la voce che il pregevole pavimento di quel capolavoro architettonico di forme, luci e colori che è il vestibolo superiore del palazzo reale sarebbe stato danneggiato dalla caduta di attrezzi in uso sul posto. Nel silenzio totale della direzione museale sulla notizia che si veniva spargendo, quasi come se nulla fosse accaduto, correva una prima ipotesi, ed ossia che un traliccio delle luci del set cinematografico allestito per le riprese del film Matador,del regista ed attore Michael B. Jordan, si fosse abbattuto durante la lavorazione. Ma si faceva strada anche l’idea che potesse esserci stata la caduta di qualcuna delle attrezzature usualmente impiegate per l’allestimento delle esposizioni museali.
Tuttavia, anche se nell’incertezza della causa, i bene informati davano per sicuri i danni. Tant’è che una squadra di tecnici e restauratori veniva vista intenta a mettere in sicurezza i marmi colpiti. Sui punti danneggiati venivano apposte delle prime protezioni costituite da riquadri di nastro e feltro, come vi documentiamo attraverso le foto che pubblichiamo.
Finalmente, dagli uffici museali arrivavano le prime ammissioni, benché reticenti, minimizzanti e sconsolatamente burocratiche. Venivano ammesse generiche “alterazioni del pavimento” –
Dal che se ne deve dedurre che sì, qualche cosa ai pavimenti c’è stato, ma che non ne sapevano niente fino a che qualcuno non glielo ha segnalato e che vedranno il da farsi.
Ma quale sia l’entità del danno, se consista in graffiature, scheggiature, in una perforatura o lesione passante non è dato sapere. Rimane un mistero che non si intende svelare.
Fino a qui l’accaduto. Ed ora veniamo al risvolto di cui dicevamo in apertura. Capiamo che la direzione del monumento non voglia dare pubblicità al caso, che certamente non depone bene per l’immagine dell’ente museale. Capiamo che si tema un possibile biasimo per culpa in vigilando, perché anche se tutte le carte risulteranno a posto, se l’assicurazione stipulata dal concessionario ristorerà dei danni accertati pur con magra consolazione, risulta evidente che non tutto il possibile è stato fatto, come dovuto per un bene di tale rilevanza, per evitare, meglio ancora per impedire quello che si è verificato. Non vogliamo improvvisarci tecnici o ispettori di cantiere, ma se si fosse steso sui marmi una stuoia o un tavolato si sarebbe probabilmente evitato tutto ciò. Ed auguriamoci che si tratti di danni restaurabili e che non compromettano l’integrità della pavimentazione.
Capiamo tutto questo, ribadiamo. Ma lo sconcerto è nel fatto che la direttrice Maffei pensi di trattare la questione come cosa privata, da non far sapere, da edulcorare. Ma non è niente affatto così. Come responsabile di un ente pubblico ha il dovere di massima trasparenza in queste vicende perché la pubblica opinione, la cittadinanza hanno il diritto di sapere dell’uso che si fa dei suoi monumenti. Altre volte abbiamo denunciato, secondo noi, l’autoreferenzialità della comunicazione della Reggia. Ma non può essere spinta fino a questo punto.
Le foto che pubblichiamo ci sono pervenute da alcuni lettori. Sarebbe ora che – come avvenne quando per vandalismo venne imbratto di vernice nera il basamento della facciata principale della Reggia – venissero divulgate quelle ufficiali dei marmi danneggiati.
