(RI) GUARDA IL VIDEO. CAPUA. STIAMO FRESCHI! Nasce il consorzio intercomunale dei servizi sociali. Il modello? Magari quello del para-cognato, dell’assessora al ramo Marisa Giacobone, il quale conta i soldi in contanti (e in nero?) di un inquilino bisognoso
7 Gennaio 2025 - 19:27
In calce all’articolo pubblichiamo la delibera di fine ottobre con cui il Comune di cui Marisa Giacobone è vice sindaco oltre che assessore ai servizi sociali, delibera l’adesione al consorzio. Ora bisognerà solo andare dal notaio. L’occasione ci torna buona anche per spiegare rapidamente alcune metamorfosi di un settore da sempre lucrosissimo e spesso nelle mani di cooperative di camorra, tra operazioni consortili e aziende speciali. PRIMA DELLA DELIBERA PUBBLICHIAMO ANCORA UNA VOLTA QUELLO CHE RITENIAMO UN DOCUMENTO VIDEO, PASSATO INIQUAMENTE IN CAVALLERIA
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CAPUA – (g.g.) Il Testo Unico degli enti locali offre alle amministrazioni comunali e alle amministrazioni provinciali degli strumenti giuridici per rendere più razionale, maggiormente controllabile l’erogazione di certi servizi particolarmente delicati. E’ il caso del welfare comunale rispetto al quale, ultimamente, si affacciano all’orizzonte strumenti che il Tuel prevede: il Comune di Caserta, ad esempio, ha costituito un’azienda speciale che supera e annulla la personalità giuridica del Comune nell’erogazione dei servizi sociali. A questa si sono aggregati anche gli altri comuni dell’ambito C01 e da 7 giorni, cioè dal primo gennaio scorso, l’azienda speciale è pienamente operativa.
Ora, siccome i protagonisti della scena sono sempre gli stessi ci si chiede se esista qualche ragione reale per sperare che l’incardinamento sulla scena di un nuovo organismo, qual è il consiglio di amministrazione dell’azienda speciale e anche di nuovi soggetti statutari che si esprimono col format del diritto civile, potranno riscattare le nefandezze dell’ambito C01. Noi siamo un po’ scettici e per
Poi, per carità, se il fatto di chiamarsi azienda speciale e non più ambito intercomunale Caserta 01 innescherà un processo che configurerà efficienza, produttività e trasparenza non avremo nessuna difficoltà a riconoscerlo. Per ora, l’azienda speciale consortile C01 esiste e dunque ogni giudizio è prematuro.
DALL’AZIENDA SPECIALE DI CASERTA AL CONSORZIO DI CAPUA E COMUNI VICINIORI
Devi essere abituato a comprendere certe differenze, più di forma che di sostanza, per passare dall’articolo 114 all’articolo 31 del Tuel. Questo lo stanno costituendo i Comuni dell’ex ambito C09, che ha scritto una storia anche peggiore, sicuramente peggiore, di quella scritta dall’ambito C01.
E’ inutile ricordare che sulle vicende del C09 è ancora in atto un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. Ed è inutile, anzi in questo caso a pensarci bene, è utile, ricordare che il C09 è stato un feudo di Pasquale Capriglione, imprenditore di Carinola trapiantato a Falciano del Massico, pluri indagato dalla stessa Dda insieme ad un consistente manipolo di soggetti, capitanati da Luigi Lagravanese da Casal di Principe, arrestato nel corso del maxi blitz del 6 dicembre 2011 nell’ inchiesta denominata il Principe e la (Scheda) ballerina nonché raccontato dal collaboratore di giustizia principale del clan dei casalesi, Nicola Schiavone figlio di Francesco Schiavone Sandokan, come il principale referente del citato clan nel settore degli appalti comunali e intercomunali dei servizi sociali nell’intero perimetro della provincia di Caserta e anche in molti comuni dell’area di Napoli Nord. Un’indagine interessante anche perchè Pasquale Capriglione è stato per anni referente diretto del consigliere regionale Giovanni Zannini, il quale non lo ha fatto certo campare male, visti i tanti affidamenti per somme complessive superiori al milione di euro, ottenuti al Comune di Mondragone e nell’ambito intercomunale da questo guidato.
Dopo tutto lo sfacelo relativo all’ambito intercomunale C09 e dopo che CasertaCe, svegliando gli allora dormienti commissari prefettizi del Comune di Sparanise, ha evitato la manovra orchestrata da Giovanni Zannini e Giorgio Magliocca, di attribuire al Comune di Rocchetta e Croce, guidato dal loro amico sindaco, Salvatore Geremia, le amministrazioni comunali componenti di questa area perimetrata dal cosiddetto agro caleno, hanno guardato con interesse al citato articolo 31 del TUEL. Per cui hanno iniziato la procedura di costituzione del consorzio
Al riguardo, un paio di settimane fa, ci siamo imbattuti in una delibera approvata dalla giunta comunale di Capua, la 137 del 25 ottobre 2024, il cui testo integrale pubblichiamo in calce a questo articolo
La procedura è ancora in corso dato che i sindaci o i loro delegati non sono ancora andati dal notaio, passaggio obbligatorio per chi va a costituire una società o un consorzio regolato dalle norme del diritto civile.
Vi faranno parte (di ciò ci informa la citata delibera capuana) naturalmente Capua insieme a Bellona, Vitulazio, Pastorano, Camigliano, Sparanise, Pignataro, Giano Vetusto, Calvi Risorta e Rocchetta e Croce, in pratica gli stessi comuni del C09
Figuriamoci se noi di CasertaCe abituati per nostra costituzione identitaria a valutare i fatti senza farci condizionare da pregiudizi mo’ buttiamo le mani avanti per affermare che questo consorzio sarà all’altezza, pardon, alla bassezza dell’ambito intercomunale C09
Ma non è pregiudizio quello che abbiamo scoperto documentalmente e visto relativamente ai comportamenti di chi oggi a Capua è titolare, per volere del sindaco Adolfo Villani, dell’importantissima delega ai servizi sociali.
IL CONSORZIO E IL MODELLO GIACOBONE. QUELLO DEL COGNATO CHE INTASCA I SOLDI IN CONTANTI DA UN INQULINO?
Non li abbiamo fatti noi di questo giornale certi “strascini” che appartengono alla storia un po’ pasionaria (si fa per dire) un po’ arrogante e anche un po’ violenta della signora Marisa Giacobone; non abbiamo preso di mira noi di CasertaCe una pattuglia dei vigili urbani dio Capua, coprendola di improperi e addirittura inseguita in sella ad uno scooter, con una mano sul manubrio, un’altra mano brandendo uno smartphone in spregio alle più elementari norme del codice della strada così come ha fatto il signor Carmine Zenga marito dell’assessora Marisa Giacobone e come noi abbiamo puntualmente mostrato in un video; non siamo stai certo noi di CasertaCe a strattonare e a coprire d’insulti due vigili urbani come ha fatto lo stesso Carmine Zenga e come ritiene lui abbia fatto la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ne ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. Ma soprattutto, rimanendo all’idea di un modello di gestione dei servizi sociali, targato Marisa Giacobone, non siamo stati certo noi di CasertaCe a risolvere in maniera a dir poco spicciativa – e diciamo spicciativa solo per usare un eufemismo – la richiesta di regolarizzare il contratto di fitto, formulata dall’ inquilina di un appartamento di proprietà di una società di cui fanno parte sia Carmine Zenga che la moglie Marisa Giacobone; non abbiamo intimato noi di CasertaCe senza mezzi termini a questa inquilina di non rompere le scatole chiedendo, per giunta alla sua stratta parentela di fare in modo che i problemi di salute della stessa venissero evidenziati pubblicamente per ridurre la portata della credibilità di un’istanza finalizzata solamente alla volontà di questa donna di accedere a qualche sussidio per famiglie disagiate. E non siamo stati certo noi di CasertaCe, dulcis in fundo, bensì il para-compagno della sorella di Marisa Giacobone ad assumere il ruolo di protagonista di un video da noi pubblicato per la prima volta nella scorsa primavera nel quale questo para-cognato di Marisa Giacobone tiene d’occhio con grande attenzione le mani che contano i soldoni che gli saranno consegnati, ufficialmente non si sa a che titolo, del marito della signora che aveva chiesto la regolarizzazione del contratto di affitto con conseguente della corresponsione dei canoni, dell’appartamento della società Giacobone-Zenga. Uno strano conteggio di danaro che vi riproponiamo oggi in video sequenza.
Se il modello del nuovo consorzio intercomunale dei servizi sociali nel quale, ovviamente, Capua, per un fatto di prevalenza demografica, possederà la maggioranza relativa delle quote, esprimendo probabilmente anche il nome del presidente, sarà quello che ha connotato il rapporto tra GiacoboneZenga e i poveri Cristi ospitati come inquilini nell’appartamento di cui abbiamo scritto prima, se il modello sarà quello che ha mostrato i suoi connotati attorno a quel tavolo, in cui il para-cognato della vice sindaca sembra un cassiere di una banca nel momento in cui fa contare quelle banconote per poi redigere una semplice ricevuta che non sarebbe buona nemmeno per la questua di un santo patrono allora sarà veramente un consorzio destinato a distribuire equità, solidarietà e sostegno ma non ai deboli, ma alle tasche dei GiacoboneZenga.