S.MARIA C.V. Che flop il primo giorno della mensa alla “Principe di Piemonte” con la ditta aversana nella testa nel cuore di Luciano Sagliocco e Giovanni Zannini

8 Ottobre 2024 - 12:23

Un’app avrebbe dovuto far sì che tutto funzionasse, a partire dalla precisa cognizione del numero di bambini che si sarebbero fermati, fino alla conoscenza chiara delle allergie e delle intolleranze alimentari. Al contrario, è successo di tutto

Quando ci hanno raccontato questa storia, abbiamo subito formulato un pronostico sull’impresa erogatrice della mensa scolastica ai bambini della “Principe di Piemonte”, forse la scuola più storica di S. Maria C.V. per l’infanzia e la primaria.


Abbiamo subito detto, vista la combinazione tra pretesa di digitalizzazione e modernizzazione del servizio e reale resa dello stesso, che dovrebbe trattarsi della Mediterranea Srl di Aversa.

Ricordiamo una telefonata di qualche anno fa con Alfonso Oliva, quando questi, avendo l’obiettivo di candidarsi a sindaco, conduceva un’attività di opposizione basata anche su molti contenuti, letteralmente scomparsi dalla sua testa, a dimostrazione della strumentalità di quel suo agire, contro gli amministratori che, dopo il ribaltone orchestrato da Giovanni Zannini e Stefano Graziano, permettevano all’allora sindaco di Aversa Alfonso Golia di rimanere in piedi.


Oliva, che poi ha abbracciato tutti quei politici o presunti tali che criticava al tempo e che ora sono diventati bravi e buoni, visto che gli fanno fare il vicesindaco, raccontava di una vigorosa attività svolta ai tempi dell’amministrazione De Cristofaro, in cui Oliva era assessore, dalla sua alleata di allora e di oggi, Federica Turco, per perorare la causa della Mediterranea.


Questo faceva dire ad Oliva, senza mezzi termini – una tesi che sposammo in pieno perché era logica – che Mediterranea Srl fosse una impresa protetta da Luciano Sagliocco e dal figlio Francesco.
Mediterranea si è insediata ad Aversa, ma poi quando la dimensione del rapporto tra Zannini e i Sagliocco è diventata più approfondita, ha cominciato a propagarsi anche in altri Comuni.
A Santa Maria Capua Vetere, un luogo che certo non sfugge alla routine di gare il cui esito è più o meno stabilito a monte, Mediterranea ha conquistato il prezioso e unifico appalto della Principe di Piemonte.
Quando ieri il terzo genitore ci ha scritto la stessa cosa, abbiamo ritenuto che questi racconti fossero autentici.
C’era gran fermento alla Principe di Piemonte, perché ieri si viveva il primo giorno del servizio mensa.
Primo messaggio del genitore di una bambina: “La mensa a scuola ha fatto già danni”.

Altro messaggio di un secondo genitore: “Questa mattina (ieri, per chi legge) hanno chiesto alle 9 si bambini notizie su chi avesse intenzione di fermarsi a mangiare”.
Terzo messaggio: “Alcune mamme stanno facendo casino”.
Quarto messaggio: “Una classe è rimasta senza mangiare”.
Quinto messaggio: “Alcuni hanno mangiato solo il secondo”.
Sesto messaggio: “Una bimba con intolleranze è rimasta senza mangiare”.
Settimo messaggio: “Problemi iniziali con il numero dei pasti. Dovevano sapere alle 9 di mattina chi si fermasse, altrimenti non potevano cucinare”.
Ottavo messaggio: “Bimba celiaca si è sentita a disagio perché non aveva il pranzo”.
Nono messaggio: “Una classe è rimasta a digiuno, idem le maestre”.
Decimo messaggio, forse quello più significativo: “Da dire che loro hanno attivato un’app che prende i soldi per prenotare il pasto”.
Attenzione, non è che il genitore criticasse l’evoluzione digitale attuata attraverso un’app dedicata. Il problema è che questa app diventava una barzelletta nel momento in cui alle 9 del mattino, con un foglietto di carta, giravano tra i banchi per capire chi si fermasse a mangiare, in stile anni ’70.
L’app è buona, ma deve funzionare, tanto più che viene pagata nell’ambito del prezzo complessivo per l’accesso alla mensa che, ricordiamo, è un servizio a domanda individuale.
Chi non sa cosa significa si informi all’interno del Tuel.
Insomma, falsa partenza. Questa automazione, usiamo un termine antico, che avrebbe dovuto consentire ai genitori che hanno pagato per questo un quadro chiaro del numero di pasti, una disponibilità a segnalare per tempo allergie e intolleranze, si è risolta in un mezzo flop.
Diciamo mezzo perché magari è stato un problema di collaudo.
Ieri poi la cosa è stata in parte aggiustata, ricorrendo a santo Whatsapp e alle chat delle varie classi, perché chi non è riuscito a raccogliere dal bimbo il responso sull’uso della mensa, ha dovuto inserire un messaggio in questa chat, raggiungendo il genitore che magari era al lavoro.
Ovviamente, non andiamo al di là, perché potrebbe essersi trattato di un problema del primo giorno, ma vigileremo.