Muore incinta di 3 gemelli. I periti del tribunale: “Francesca si poteva salvare”

12 Luglio 2021 - 19:17

GRICIGNANO D’AVERSA – Sarebbero da attribuire al personale dell’ospedale San Giuliano di Giugliano, la maggior parte delle colpe per il decesso di Francesca Oliva, la 29enne di Gricignano d’Aversa deceduta per setticemia mentre era in attesa dei suoi tre gemellini. E’ quanto emerso dalla perizia portata a termine dai tre periti nominati dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Dunque, Francesca Oliva si sarebbe potuta salvare e per i periti: “si ravvisano responsabilità in capo al personale medico per la gestione pre e post operatoria”.

Alla 29enne, dopo essere stata sottoposta ad un intervento di cerchiaggio cervicale, non furono eseguiti dei controlli ematologici, dimettendola poco dopo, nonostante un livello di globuli bianchi molto basso.
Una colpa, quella dei medici, che, per i periti, diventa più pesante nel momento del nuovo ricovero (dopo pochi giorni) nello stesso ospedale, in cui non sarebbe stato effettuato un riscontro puntuale delle condizioni della paziente che avrebbe permesso una “più precoce diagnosi del processo infettivo in atto” e permesso, dunque, di scegliere più facilmente la cura esatta per permettere a Francesca di salvarsi.

L’udienza del processo a carico di 14 imputati, Stefano Addeo, Renato Brembo, Gerardo Buonanno, Vincenzo Cacciapuoti, Gerardo Cardone, Giuseppe Ciccarelli, Giovanni De Carlo, Antonio Della Gala, Giuseppe Delle Donne, Pasquale Favale, Pietro Granata, Giuliano Grasso, Crescenzo Pezone ed Antonio Russo è stata aggiornata ad ottobre quando inizieranno le discussioni.