Sanità a pezzi. I CASERTANI pagano tutte le analisi e gli esami e ci sono strutture che truffano la Regione con la complicità (involontaria?) dell’Asl

14 Febbraio 2022 - 19:11

Tutti rovinati fuorché i furbi, i truffatori e gli spregiudicati, che si vedono riconoscere anche quello che non gli spetta, a scapito di chi onestamente rispetta le regole

 

CASERTA – Le convenzioni, ma potremmo definirla in maniera più generale la convenzione che collega le strutture sanitarie private al Servizio Sanitario Nazionale, attraverso la Regione Campania che nei territori si manifesta attraverso le Asl, si sono profondamente modificate negli ultimi anni.

Il mastodontico buco dei conti del settore e il conseguente piano di rientro miliardario a cui la Regione è stata costretta, sin dai tempi di Bassolino, hanno reso necessari forti tagli della spesa.

Per cui, le vecchie convenzioni, cioè i contratti basati su una copertura pressoché totale delle prestazioni erogate dai privati convenzionati con la Regione, sono state definitivamente accantonate.

Le attuali convenzioni sono tutt’altra cosa e sono fondate, come i nostri lettori ben sanno, per tutti i problemi che questi nuovi meccanismi hanno creato e creano, sul principio del budget.

In parole povere, ogni Asl parte da una cifra e da questa produce le coperture, cioè i rimborsi, delle prestazioni erogate dai privati.

Per fare un esempio, prendendo la Radiologia e la Medicina Nucleare che sono quelle più costose, se l’Asl di Caserta stabiliva due o tre anni fa che ci fosse la disponibilità, mettiamo, di 100 milioni di euro, si partiva da questo numero e dai quozienti da esso generato, in modo tale che ogni struttura privata radiologica sapeva dall’inizio dell’anno qual era il tetto coperto dal SSN.

Il sistema, pur duro e pur oggetto di tante polemiche, era stato tutto sommato assimilato.

La media temporale dell’assistenza diretta abbracciava i mesi che andavano da gennaio a fine settembre/inizio ottobre.

Per cui, i pazienti da un lato, le strutture private dall’altro, potevano organizzare la loro vita e la loro pianificazione economico-produttiva, soprattutto per quel che riguarda i livelli occupazionali, proiettando le loro valutazione nell’arco di 9/10 mesi, dopo i quali, a tetto di budget esaurito, si passava all’assistenza indiretta, dunque al pagamento, da parte dell’utenza, delle prestazioni ottenute.

Da due anni a questa parte si è scatenato l’inferno. La proiezione annuale del budget è divenuta prima trimestrale e poi addirittura mensile.

In poche parole, oggi il budget viene assegnato in ragione mensile. Attenzione, in ragione mensile, ma non mese per mese, piuttosto attraverso una valutazione presuntiva regolata sulla media delle prestazioni erogate da ogni struttura privata convenzionata negli ultimi due anni, decurtata, ovviamente, perché la Regione Campania è un vampiro che non si sfama mai, di un ulteriore 10%.

Dunque, se il centro radiologico tal dei tali ha prodotto, negli ultimi due anni, 10 milioni di euro di prestazioni, verrà prima decurtato un 10% a questa cifra, che diventerà di 9 milioni di euro, che, diviso per 12 mese, produrrà un quoziente di 750mila euro al mese.

Questi calcoli, anche per effetto della decurtazione del 10%, stanno determinando una sopravvivenza dell’assistenza diretta, cioè coperta da convenzione, di una settimana massimo 10 giorni.

Non lo diciamo noi ma il racconto di fatti di cronaca come quello pubblicato da noi sull’Odissea a cui è stata sottoposta una donna casertana (CLICCA E LEGGI).

Insomma, con buona pace del rimbalzo del Pil, siamo totalmente rovinati, soprattutto in Campania. Centinaia, anzi migliaia di dipendenti di strutture sanitarie private rimarranno disoccupati già a partire dalle prossime settimane.

I cittadini, che già sono contentissimi per le bollette Enel e gas ricevute, dovranno mettere mano al portafogli se vogliono fare un’analisi del sangue, una mammografia o esami fondamentali per la propria salute.

Tutti rovinati, insomma?

Eh no, altrimenti non staremmo in Campania e non saremmo a Caserta.

Tutti rovinati fuorché i furbi, i truffatori e gli spregiudicati.

Vabbè, saranno individuati, isolati e sradicati come la gramigna. E allora non ci siamo capiti: qui siamo a Caserta, questa è l’Asl di Caserta, non quella di Sondrio o Bolzano. I furbi, i truffatori e i lestofanti hanno fatto ancora più soldi di quelli guadagnati finora.

Come?

Vi spieghiamo. Il mariuolo X, una volta esaurito il suo budget, avrebbe dovuto avvertire l’utente immediatamente successivo che gli esami da lui richiesti sarebbero stati fatti a pagamento, brevi manu.

La ricetta? Caro utente, incorniciala e mettila a casa, così la sera la guardi e smadonni contro il “governo ladro”. E invece no: il mariuolo X, come se niente fosse, una volta esaurito il budget a lui dovuto e frutto del calcolo di cui prima, ha continuato ad acquisire e registrare le ricette, erogando prestazioni sanitarie gratuite.

E cos’è adesso questa roba? C’è una scappatoia, una strada che permette di eludere il sistema? No, sulla carta non c’è: il mariuolo X ha infatti firmato in fede quella convenzione contrattuale attraverso cui si è impegnato, anzi si è obbligato, ad adempiere alle prescrizioni di budget. Per cui l’Asl avrebbe dovuto fare una cosa molto semplice quando il mariuolo X ha spedito impunemente le fatture per i rimborsi: corrispondergli il suo budget, avvertire e diffidare il mariuolo qualora si fosse permesso un’altra volta di tentare di truffare l’Asl, la Regione e il SSN.

Questo sempre a Sondrio e a Bolzano, non a Caserta, dove l’Asl ha da poco assunto 170 amministrativi, tutti raccomandati dai politici di moda oggi, che stanno a fare quello che Checco Zalone faceva nel suo ufficio, cioè un benemerito cavolo.

La fattura truffaldina è arrivata all’Asl, ovviamente sono tantissimi questi documenti inviati, e nel momento in cui l’Asl ha corrisposto solamente il dovuto in funzione di un negozio giuridico che ha forza di legge, il mariuolo X non ha utilizzato altri sistemi tipici della truffa, ma si è rivolto all’autorità giudiziaria, perché siccome stiamo a Caserta e ci sono tanti avvocati che questo fanno da una vita (uno di questi oggi noto politico con ruolo importantissimo in città) che pur sapendo del torto marcio dei loro clienti, confidano fiduciosamente nella disorganizzazione – chiamiamola così – degli uffici Asl.

Potremmo citare tantissimi esempi, ma ci limitiamo a uno.

Sarebbe interessante, al riguardo, sapere quante opposizioni ai decreti ingiuntivi sono state presentate dall’Asl di Caserta e soprattutto sarebbe interessante conoscere il nome degli avvocati esterni che l’Asl ha formalmente incaricato, pagandoli profumatamente, anche e soprattutto per non presentare in tempi utili le opposizioni.

Insomma, il mariuolo X si è visto riconoscere, perché l’Asl ha consentito tutto ciò, di ottenere i soldi dovuti e anche quelli non dovuti. Ora, se questa non è una truffa, altro che appropriazione indebita, diteci voi cos’è.

Non è finita qui. Ricordate la storia del 10% accantonato? Secondo la famosa convenzione, questo 10%, anzi questi tre 10% accantonati, dovranno essere restituiti alle strutture sanitarie private convenzionate a conclusione di ogni trimestre. E allora questo contratto bistrattato, umiliato, perculato, sbertucciato, viene messo anche dall’Asl sotto ai piedi perché il 10% che diventa il 30% sul trimestre, non viene riconosciuto a chi ha lavorato onestamente, cioè alle strutture che hanno rispettato il contratto.

Scusate, perché? Dove sono finiti i soldi?

Per pagare il mariuolo X e gli altri truffatori che spregiudicatamente continuano a prendere le ricette in extra-budget, violando il contratto, l’Asl non ha più i soldi per pagare il dovuto agli onesti.

Quando diciamo, allora, che tutto sommato chi delinque per vocazione, per attitudine, è solo una piccola parte del tessuto civile, vogliamo significare proprio questo.

Ma scusate, un centro radiologico che ha 30 dipendenti e che rispetta i tetti di budget, per quale motivo non deve intraprendere scorciatoie, nel momento in cui vede che lo Stato attraverso l’a Regione e l’Asl, non tutela lui ma tutela i mariuoli?

Farà in modo di inventarsi qualcosa, che nel caso specifico significa ricorrere alla ruota della fortuna dei decreti ingiuntivi.

I fessi che l’hanno presa a quel servizio usano a loro volta lo strumento che la legge gli mette a disposizione, cioè il decreto ingiuntivo. L’Asl, invece di chiedergli scusa, fa opposizione, stavolta nei tempi, nominando altri avvocati esterni e spendendo altre montagne di quattrini. E sapete come le fanno queste opposizioni gli avvocati foraggiati dall’Asl? Col sistema del copia-incolla.

Per cui sta capitando che centri radiologici casertani che ci hanno segnalato il problema hanno ricevuto la notifica dell’opposizione al loro decreto ingiuntivo con il nome di un altro centro, addirittura di altre branche.

In pratica tutti uguali. Tutti destinati a soccombere, ma sono serviti a questi cialtroni dell’Asl per buttare via tanti altri soldi dei cittadini per far mangiare questi quattro accattoni di avvocati che poi quando li chiamiamo così si offendono pure. Per non parlare delle spese legali e degli interessi.

Magari nei prossimi giorni torneremo sull’argomento.