Sanità, siamo alla frutta. Le ambulanze 118 dell’Asl sono scassate. Il personale rimane a piedi per interventi meccanici lentissimi. Il mistero (grave) delle attrezzature elettromedicali

11 Gennaio 2025 - 19:57

Siamo costretti per l’ennesima volta ad occuparci di fatti incredibili, che se fossero raccontati a persone non di questo territorio, susciterebbe incredulità su ricostruzioni che purtroppo sono assolutamente veritiere. Vi raccontiamo i mezzi extra-lux dei privati e la possibile strategia di qualcuno di regalare loro anche le ultime due postazioni, quella di Aversa e quella di Curti-Santa Maria C.V.

CASERTA (G.G.) – Ci deve essere necessariamente qualcosa di anomalo in quello che sta succedendo alle ambulanze dell’Asl di Caserta, precisamente tre, visto che l’azienda eroga servizi diretti in sole due postazioni, quella di Curti-Santa Maria C.V. e quella, forse ancor più cruciale, di Aversa.

Tagliandi non eseguiti, tempi lunghi anche per un semplice cambio dell’olio, pneumatici lisci, rottura della guarnizione di una testata.

Insomma, di tutto e di più alle tre ambulanze, due svolgono la funzione di titolare e la terza è un muletto, ossia un’ambulanza di riserva pronta a essere utilizzata in caso di necessità e che invece è la più malmessa di tutte.

Per il personale in servizio, tutti dipendenti Asl, è diventata una vera e propria lotteria.

In una serata come quella di oggi, densa di precipitazioni temporalesche, esiste realmente un pericolo di incidente.

Le riparazioni vengono eseguite con estenuante lentezza e si crea una situazione di fatto che sfiora il blocco di un cruciale pubblico servizio.

Cui prodest tutto questo?

A voler applicare la massima andreottiana, a chi vuole chiudere definitivamente il conto con l’assistenza pubblica, facendo entrare le cosiddette associazioni anche in queste due sopravvissute postazioni, che però si occupano di una porzione di territorio densissimamente popolata.

Si ha l’impressione che si voglia creare una situazione di fatto per dire che alla fin fine conviene che siano le varie Bourelly, Misericordia e Croce Bianca salernitana a monopolizzare tutto, con conseguente ricollocamento di un personale interno che diventerebbe in esubero. Ma il problema fossero solo i motori, gli ammortizzatori che volta per volta devono essere ricaricati, le carrozzerie rovinate.

Si sta creando, infatti, una netta differenza, che ha dell’assurdo, tra la qualità del servizio di soccorso erogato dalle ambulanze private, tutte nuove, tutte in ordine, e quelle dell’Asl.

Le private sfoggiano attrezzature elettromedicali all’avanguardia, a partire dai cardioline, che permettono di sviluppare tracciati inviabili immediatamente a chi li deve valutare.

Un sistema di trasmissione dei dati che 2/3 ambulanze dell’Asl non sono (sempre) in grado di erogare.

E ancora i privati hanno a disposizione defibrillatori di nuova generazione, mentre le ambulanze grandi camminano ancora con roba vecchia.

Attenzione, però. Uno sviluppo naturale del ragionamento porterebbe a pensare che queste attrezzature siano acquistate dai privati e installate sui loro mezzi. Assolutamente non è così.

Più operatori delle presunte associazioni di volontariato hanno affermato candidamente che loro si approvvigionano nelle attrezzature elettromedicali nella sala operativa, dalla signora D’Agostino.

Ora, immaginate la scena.

Arrivano quelli di Bourelly o della Misericordia al magazzino della centrale operativa dell’Asl e ottengono tutto. Al contrario, i colleghi di chi è responsabile di quel magazzino, non ricevono un rifiuto, ma sono – come si suol dire – cortesemente mandati a comprare il sale.

D’altronde, se i privati hanno il cardioline, giusto per fare un esempio tra le tante cose che differiscono sospettamente, e le ambulanze pubbliche non ce l’hanno, allora come si fa a non pensare che esista un piano per creare una situazione di fatto che giustifichi l’abolizione mezzi di soccorso e più in generale del soccorso erogato direttamente dall’Asl?

È una delle tante situazioni incresciose che si registrano nell’emergenza sanitaria di questa provincia.

Le ambulanze hanno dei sistemi di autoblocco. Quando si accende una spia rossa, che prima era una spia gialla, il veicolo di ferma in mezzo alla strada ed un cruciale presidio, un cruciale strumento di pronto soccorso, spesso salvavita, viene paralizzato.

Un’Asl che si rispetti ha la capacità di risolvere le questioni di manutenzioni delle ambulanze in due ore. Ma ammesso e non concesso che ne occorrano di più, possiede un parco mezzi che garantisce sempre la buona qualità di un soccorso.

Non è possibile giocare delle partite di strategia organizzativa, di politica politicante di tipo sanitario, sulla pelle dei cittadini e del personale medico, infermieristico e ausiliario.