Scommesse su siti illegali. Il pentito Venosa: “Ecco come il clan riusciva ad ottenere 90mila euro al mese”

24 Aprile 2019 - 15:00

CASAL DI PRINCIPE – Era il collaboratore di giustizia Umberto Venosa ad occuparsi della raccolta delle tangenti dai collocatori delle slot e dagli esercizi commerciali che raccoglievano le scommesse su siti illegali nella zona tra Villa Literno, Castel Volturno e tutta la Domitiana. Lo racconta lo stesso Venosa.
Il pentito spiega della gestione dei siti non autorizzati di cui si accorgeva dall’estensione del dominio .com sulla quale indirizzava la scommessa che ovviamente offriva quote superiori a quelle ufficiali.
“Io chiedevo al barista chi era la persona che aveva collocato gli apparecchi per queste scommesse, li contattavo e chiedevo la tangente e spesso queste persone mi rispondevano che ‘era già a posto'”.
Il business delle scommesse, infatti, era riconducibile al gruppo Schiavone ed in particolare ai fratelli Sigismondo e Salvatore Di Puorto.
Solo in un secondo momento Venosa si sarebbe occupato di persona del business che rappresentava una “fonte dei maggiori introiti per il clan dei Casalesi in particolare per la famiglia Schiavone e Bidognetti” attraverso la gestione di “siti on-line delle scommesse sportive, come il sito lira bet, dollaro poker, ovvero il poker on-line”. Il clan prese accordi con “i gestori delle società attive nel settore sul territorio di Casal di Principe e Aversa. Veniva garantito loro il monopolio su tutto il territorio nazionale e in cambio riceveva una percentuale da 89-90mila euro al mese”.