“Sequestra” cognata e figlia fuori casa nella guerra per le proprietà

8 Aprile 2025 - 09:57

Il termine “sequestra” che apre il titolo all’articolo è ovviamente una sintesi giornalistica, non l’ipotesi di reato in sé. L’accusa, infatti, è esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone

SAN FELICE A CANCELLO – Una vicenda familiare ha coinvolto tre donne di San Felice a Cancello, con un conflitto legato a una strada di accesso che divide le abitazioni di una 55enne e due sue parenti, costituitesi parti civili nel procedimento, rappresentate dagli avvocati Rosa Piscitelli e Gennaro Masiello.

La donna, difesa dall’avvocato Alfonso De Lucia, è accusata di aver bloccato l’ingresso all’abitazione della cognata 61enne e della figlia 33enne. Secondo le ricostruzioni, la 55enne avrebbe minacciato le due donne con un messaggio: “Vi faccio passare un guaio”, per impedire loro di utilizzare la strada, che considerava di sua proprietà. Per farlo, avrebbe chiuso l’accesso con una catena, lasciandole fuori.

L’accusa a suo carico è di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone. Tuttavia, c’è la speranza di risolvere la questione prima che il giudice monocratico Sullo emetta una sentenza, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Nel corso dell’udienza di ieri, 7 aprile, è stata allegata agli atti del fascicolo una proposta di progetto per la messa alla prova da parte dell’UEPE, come richiesto dall’imputata. Il progetto prevede che la 55enne presti attività di accoglienza per bisognosi, due giorni a settimana, presso il centro Caritas “Emmaus” di Caserta.