Sindaco Andrea Pirozzi, lei è un simpatico monello. Ecco come S.MARIA A VICO ha taroccato i dati per vincere il premio di Comune Riciclone, barzelletta di Legambiente

10 Luglio 2024 - 19:03

S.MARIA A VICO – Spesso siamo stati severi con il sindaco Andrea Pirozzi, indagato dalla Dda per reato di camorra.
Lo siamo stati perché questo è un dato da fatto, assolutamente incontestabile, al di là delle possibili evoluzioni di questa indagine in un senso o nell’altro; lo siamo stati perché abbiamo letto vagonate di intercettazioni telefoniche e ambientali in cui, alla blade runner maniera, “abbiamo visto cose che voi umani…” di un sindaco italiano che non si sono mai lette nella storia del nostro Paese dal 1861 ad oggi.


Ma la notizia che stiamo per darvi la possiamo considerare una monelleria. Noi diciamo così, poi se qualcuno in questa definizione intravede ironia o un traslato retorico, noi ci dissoceremo categoricamente da lui.
Un monello, un birbantello, tutto sommato simpatico, che si è fatto un giro a Roma, all’Hotel Quirinale (e non “al Quirinale” come un po’ fraudolentemente – ma sempre con simpatia – qualcuno ha scritto nei social e dintorni, dimenticandosi di anteporre alla parola “Quirinale”, inteso come palazzo dei Papi e oggi del Presidente della Repubblica, il termine “Hotel”).
All’Hotel

Quirinale, infatti, il sindaco Andrea Pirozzi ha ritirato da Legambiente il premio quale Comune più riciclone della Campania.
Per carità, non perché l’abbia vinto Pirozzi e il Comune di S.Maria a Vico, ma questo premio è proprio una fetecchia per come è concepito e per come sono regolamentate le modalità che ne definiscono la graduatoria.
Somiglia un po’ a quei premi di cartone organizzati da improbabili azzeccagarbugli assegnati a improbabili poeti scrittori che, magari, pur di ritirare il premio “bella bria..ca”, sono disposti anche a scucire dei soldi.
Il problema è che di mezzo c’è un’organizzazione, un ente titolare di un nome altisonante, importante, autorevole, qual è Legambiente, che mai e poi mai dovrebbe consentire ai Comuni, soprattutto a quelli meridionali, soprattutto a quelli campani, ancor più soprattutto a quelli casertani, di autocertificare dei requisiti.

Neanche fosse la legge 81 del 93, confluita poi nel Tuel, decreto legislativo 167/2000, Legambiente ha suddiviso i Comuni tra quelli con popolazione inferiore ai 15mila abitanti e quelli con abitazione superiore alla citata soglia.

S.Maria a Vico ha vinto il premio di Comune più riciclone della Campania nella categoria degli over 15mila.

Azz, ma la volta scorsa lì si è votato con candidati a sindaco collegati a liste uniche, come si fa nei Comuni al di sotto dei 15mila abitanti. Al nuovo censimento ci si sta preparando, per cui quel dato attraverso cui si sono svolte le elezioni con quel sistema elettorale, vale ancora oggi.

I consiglieri di minoranza, a partire da Vincenzo Guida, sono andati a controllare la cifra Istat, che rimane immutata: S.Maria a Vico è un Comune di 14.300 abitanti, unità più o meno.

Se avesse partecipato al concorso di Legambiente per i Comuni ricicloni, nel rispetto della sua reale identità demografica, sarebbe, grazia alla formula aritmetica di Legambiente, la cifra di 47 chilogrammi di rifiuti non riciclabili prodotti mensilmente da ogni suo residente.

Come si vede dalla tabella in calce, la palma di Comune più riciclone della Campania se l’è aggiudicata il sorrentin-stabiese Cimitile con 34,4 kg.

Santa Maria a Vico sarebbe arrivata terza, preceduta anche dal Comune caudino di Montesarchio, in provincia di Benevento, che si trova a pochi km di distanza da S.Maria a Vico.

Ma allora, come ha fatto quel birba di Andrea Pirozzi, coadiuvato dal suo dirigente all’Ambiente, a diventare un Comune superiore ai 15mila abitanti? Presto detto.

Il modulo di Legambiente contiene un campo in cui ogni Comune, un po’ a piacere suo e senza alcuna possibilità reale di verifica, può autodefinirsi un luogo di attrazione turistica.

È tale, secondo il regolamento di Legambiente, se nel periodo dichiarato ha un incremento di popolazione pari al 30%.

Santa Maria a Vico, è proprio un birbantello Pirozzi, si è autodichiarato Comune a vocazione turistica per ben 4 mesi su 12.

Un requisito che, in maniera non farlocca, si possono consentire Amalfi, Positano, Ravello, forse Sorrento perché il 30% non è una percentuale da poco.

A quanto ci risulta, l’unico evento importante che attira a Santa Maria a Vico persone, immigrati, congiunti di chi già ci abita, è costituita dalla settimana della Madonna dell’Assunta, che ha al centro il culto della e nella basilica ed eventi molto interessanti e suggestivi, a partire dal corteo aragonese, fino ai carri allegorici.

Ma al di là di quella settimana, ammesso e non concesso che a Ferragosto altri sammaritani non compensino l’afflusso con il loro deflusso vacanziero, questo Comune non ha nulla che possa giustificare un incremento neppure dell’1% della popolazione.

Quelli della minoranza, a partire da Vincenzo Guida, hanno lavorato bene, perché si sono documentati direttamente nella sede nazionale di Legambiente.

Ed è lì che hanno appreso dell’espediente dell’autocertificazione, relativa ai 4 mesi, come lo stesso Vincenzo Guida ci racconterà in un’intervista già concessaci, che pubblicheremo nella giornata di domani, giovedì.

Spalmando questo 30% dei 4 mesi, la popolazione media complessiva di Santa Maria a Vico nei 12 mesi risulta aumentata, ma solo nella valutazione di quei creduloni di Legambiente, di circa 1000 unità.

Nel cluster dei Comuni campani over 15mila abitanti, il peso pro capite di rifiuti non riciclabili per ogni cittadino sammaritano, si modifica perché si modifica il dato iniziale del dividendo da 14.300 a 15.300, dunque non più i 47 kg reali, ma i 43.7 kg “monelli”, che hanno permesso a S.Maria a Vico di svettare in cima alla classifica precedendo il Comune di Ottaviano, attestato a 49,2 kg pro capite, con medaglia di bronzo, a completamento del podio, assegnata al Comune di Vico Equense, con 50,2.

Il resto lo potete leggere, ripetiamo, in calce.

Un premio, una targa, non si nega a nessuno.

Quello che emerge da questa vicenda è che gli uffici del Comune di S.Maria a Vico si dimostrano ancora una volta allenatissimi quando c’è da far quadrare conti che non tornerebbero nel caso in cui fossero il frutto di numeri reali.

Questi qua non li batte nessuno, come ci siamo ben accorti con le gare di appalto al centro dell’indagine della Dda e oggetto stabilmente e incontinentemente ciarliero di ognuna delle intercettazioni da noi pubblicate.