Tanto tuonò che piovve. Dopo due anni 15 richieste di arresto per imprenditori, politici, dirigenti Asl e intermediari della camorra. Ora sarà il Gip a decidere
21 Maggio 2025 - 21:23

Ha avuto una evoluzione l’indagine che nell’ottobre 2023 portò ben 28 persone, tra cui Nicola Ferraro, l’ex consigliere regionale Luigi Bosco, l’attuale sindaco di Arienzo Peppe Guida, sul registro degli indagati con pesanti ipotesi di reato. Nel mirino appalti di rifiuti truccati nei Comuni e quelli di disinfestazione nelle Asl di Benevento e Caserta
Ricordate l’indagine della Dda, Pubblico Ministero Maurizio Giordano, che il 4 ottobre di due anni fa svelò necessariamente, attraverso delle perquisizioni domiciliari e di diverse sedi professionali, una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso con una possibile alternativa più blanda, che questa associazione fosse “solo” un concorso esterno all’associazione a delinquere in questione, agganciata al clan dei Casalesi?
Ricordate che il reato di finalità consisteva in una serie di gare d’appalto truccate, ai sensi dell’articolo 353 del Codice Penale, compiute in concorso tra più indagati, e di riciclaggio?
Qualcuno aveva pensato che quella indagine, condotta sul campo da una delle sezioni del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Caserta, fosse finita in un binario morto. In realtà non è così, perché stamattina è letteralmente deflagrata la notizia, come un fulmine a ciel sereno, pubblicata dal collega e amico Enzo Spiezia del quotidiano online Ottopagine, che racconta della richiesta, formulata dalla Dda, di una sfilza di arresti che riguarderebbero politici, imprenditori e dirigenti di importanti enti pubblici. Sarebbe coinvolta anche l’Asl, sicuramente quella di Benevento, ma probabilmente anche quella di Caserta.
La proposta di applicazione di misure cautelari in carcere e ai domiciliari è stata avanzata all’ufficio Gip del Tribunale di Napoli. Per 15 di loro è stato chiesto l’arresto e il Gip, applicando le norme della riforma Nordio, ha deciso di sottoporli a interrogatorio di garanzia mentre si trovano ancora a piede libero, riservandosi solo successivamente di assumere provvedimenti restrittivi della loro libertà personale.
Gli interrogatori sono fissati per l’inizio della prossima settimana. Ricordiamo (per chi si fosse perso due anni fa i tanti articoli pubblicati da Casertace, che si possono reperire su Google), che la Dda indagava sui rapporti tra le categorie di persone già dette, ossia imprenditori, politici, dirigenti di enti pubblici ma anche intermediari.
Tra questi c’erano anche personaggi ritenuti legati a diversi clan casertani ma anche napoletani. Questa rete, in cui un posto centrale occupava Nicola Ferraro di Casal di Principe, ex patron di Eco Campania, ex consigliere regionale dell’Udeur di Mastella e condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo camorristico, si muoveva per turbare, aggiustare, orientare gare d’appalto relative sia alla raccolta dei rifiuti in comuni casertani e sanniti, sia a quelle delle Asl di Benevento e Caserta riguardanti la disinfestazione.
Già dal pomeriggio, massimo domani mattina, potremo realizzare un revival di quelle intercettazioni che furono soprattutto di tipo ambientale e che permisero di aggiungere un ulteriore reato, quello della corruzione, grazie alle mazzette e ai regali particolarmente costosi che, in alcuni casi, probabilmente perché qualcuno aveva subodorato l’esistenza di un’indagine con intercettazioni ambientali e pedinamenti, furono restituiti al mittente.
Non sappiamo quali siano i 15 tra i 28 indagati per cui sia stata chiesta dalla Dda l’applicazione di una misura cautelare. Per cui i nomi, che vi proponiamo di seguito, vanno valutati con questa chiave di lettura e senza arrivare a conclusioni affrettate. Segnaliamo che per 13 i loro la misura, presumibilmente, non è stata invocata.
Detto ciò, quelli coinvolti furono il già citato Nicola Ferraro, suo fratello Luigi, Vincenzo Agizza, un altro che in passato ha contato tantissimo nel settore dei rifiuti, Domenico Romano, Paolo Onofrio, il commercialista e presunto faccendiere capuano Antonio Moraca, l’ex consigliere regionale, attualmente segretario regionale di Azione, il casapullese Luigi Bosco, Crescenzo Castiello, l’ex sindaco di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi, Carlo Ciummo, Vittorio Ciummo, Dario De Gregorio, Davide Gallo, l’imprenditore di Capua con sede a Pastorano Antonio Montanino, Vincenzo Solaro, Gabriele D’Annunzio, Antonio Innocente, Pietropaolo Ferraiuolo, zio di Nicola Ferraro, nonché medico di Casal di Principe e in passato a sua volta consigliere regionale di Forza Italia, quando arrivò ad occupare anche la poltrona di vicepresidente dell’assemblea del Centro Direzionale, Felice Foresta, l’attuale sindaco di Arienzo, nonché coordinatore provinciale di Forza Italia Giuseppe Guida, Peppe per gli amici, fotografato più volte mentre si recava a far visita a Nicola Ferraro, che da diversi anni abita ad Arienzo.
E ancora gli imprenditori dei rifiuti caudini Aniello Ilario e Carlo Ilario. L’elenco prosegue con i nomi di Eugenia Iemmino, Nicola Mottola, Giuseppe e Luigi Rea, nativi di Lusciano ma trapiantati a Caserta, e nella cui abitazione fu sequestrata la cifra mostruosa di quasi 1 milione e mezzo di euro in contanti, con banconote nascoste dappertutto, finanche nel cestello della lavatrice, Giuseppe Rubino e Massimo Sibilio.
In tutto sono 28.