TERRA DI LAVORO SPA. Scoppia il caso delle autocertificazioni dei poveri demansionati. Orribile sarebbe costringere un lavoratore a dichiarare il falso per mantenere il posto
13 Agosto 2018 - 11:09
CASERTA – (g.g.) Non sappiamo se il presidente di Terra di Lavoro spa Teoli da Rocca d’Evandro, ci è o ci fa. L’amico della consigliera provinciale Raffaella Zagaria, ma soprattutto del suo papà imprenditore edile di Casapesenna, pare abbia fatto girare in questi giorni la seguente notizia e cioè facendo credere ai consiglieri provinciali, a partire da Marco Villano, uno dei pochi che svolge attività di opposizione, che il personale di Terra di Lavoro spa abbia esercitato attività di ispettore di impianti termini a partire dal 2008 fino al 2013.
Evidentemente Teoli ha due difetti fondamentali. Il primo, quello più importante, di non leggere CasertaCe e al riguardo farebbe bene a compiere una ricerca sulle 4 inchieste, sulle 40 puntate e sui circa 150 articoli che dal 2009 ad oggi abbiamo scritto sulle nefandezze consumatesi dentro Terra di Lavoro.
Il secondo difetto è quello di non comprendere che un funzionario che ti lavora vicino, al di la dell’esplicazione del proprio lavoro, secondo norma, ha una storia amministrativa che non può non essere in qualche modo condizionata dalle modalità con cui è entrato in una data azienda pubblica o in una data sezione della pubblica amministrazione.
Ascoltando la Raccuglia, Ruggiero e ancor peggio Silvio Sgueglia, tutte degnissime persone, per carità, ma a nostro avviso pessimi funzionari, non può non sapere che i primi due sono frutto dell’ultima spartizione consociativa, ai tempi del commissario di governo Biagio Giliberti, tra Nicola Cosentino e Sandro De Franciscis. Insomma, la storia è storia e merita quantomeno di essere considerata in modo che ti suggerisca prudenza, soprattutto se uno è arrivato dalla remota Rocca d’Evandro in un luogo assolutamente delicato in cui si coaugulano furbizie, personalismi e Dio sa che altro.
Teoli e Magliocca non scherzassero. La storia dei 4 demansionati, cioè degli amministrativi retrocessi ad operai, la conosciamo benissimo, come conosciamo bene nome e cognome di chi nel 2009, nel 2010 sturava per Terra di Lavoro i cessi degli istituti superiori della provincia e che poi si è trovato spedito allo sbaraglio nell’attività di verificatore (si fa per dire) spesso con una semplice terza media, senza sapere nè leggere nè scrivere e in una condizione di assoluta illegalità, divenuta clamorosamente evidente e stringente, da quando l’Enea ha messo dei paletti rigidi riguardo ai requisiti di coloro che potranno partecipare ad eventuali corsi di abilitazione, unico ed esclusivo e non emendabile modo attraverso cui si potrà svolgere l’attività di verifica degli impianti.
Ritornando ai 4 demansionati, l’argomento è connesso a tutto ciò che abbiamo scritto fino ad ora in questo articolo. Il presidente Teoli e il direttore Ruggiero, perchè non fanno uscire fuori quello che i 4 che alla fine si sono piegati per mantenere il posto di lavoro, hanno dichiarato nella loro resa incondizionata? Per caso c’è scritto che hanno verificato gli impianti termici? Beh, cascherebbero male, noi abbiamo le prove, Teoli, Magliocca, prove che questo non è avvenuto.
I sindacati, fino ad oggi, non hanno ottenuto granchè quando hanno chiesto la documentazione. Toccherebbe alle dirigenze dell’ente controllante, cioè della provincia, lo svolgimento di una fase di controllo, di verifica sulle cose molto strane capitate attorno ai 4 demansionati.
Oggi è 13 agosto. Avevamo deciso di ripartire a inizio settembre. Ma siccome a Ferragosto il più delle volte succedono cose inenarrabili che poi ti trovi addosso in autunno, capendo che ti hanno fregato, utlizzando proprio questi giorni particolari, noi siamo qui vigili, almeno per esprimere il nostro monito. Il monito di chi, ripetiamo, ha dalla sua l’esperienza di 150 articoli e di 4 inchieste giornalistiche dense di documenti inoppugnabili, sull’oorendo carrozzone chiamato Terra di Lavoro.
A questo punto sarebbe opportuno che anche la procura della repubblica cominciasse ad aprire un fronte di attenzione. Perchè se è vero che i dipendenti devono fare di tutto per salvare il posto di lavoro e la loro retribuzione, è anche vero che non devono passare un guaio autocertificando quello che non è stato e che non è. Occhio presidente Teoli così lei rischia di bruciarsi le dita e anche le mani.