Testimone di Geova rifiuta la trasfusione e muore: la triste storia in cui si è ritrovato il dott. Iarrobino finisce a ‘La Zanzara’

1 Ottobre 2019 - 18:53

CASERTA (P. M.) – È dell’altro giorno la notizia della sessantacinquenne che decedeva presso l’ospedale di Piedimonte Matese dove era ricoverata, per aver rifiutato, in obbedienza al suo credo religioso di Testimone di Geova, una trasfusione di sangue che sarebbe valsa a curarla.

Nel pubblicare il tragico caso, davamo conto delle parole accorate avute nella circostanza dal primario del reparto ospedaliero che assisteva la donna, il dirigente medico Gianfausto Iarrobino (che ha  esercitato nell’ospedale di Caserta come responsabile della chirurgia d’urgenza, in quello di Aversa ed è pervenuto al nosocomio matesino nel dicembre del 2018 e che nel capoluogo siede nel consiglio comunale come esponente di Quarto Polo) il quale affermava: “…L’avrei salvata al 100% ma ha rifiutato ed è morta. I figli ed i parenti solidali con lei. Ho fatto di tutto. Mi sono scontrato con tutti i familiari ma…nulla. Alla fine i figli si sono esaltati dicendo:” mamma sei stata grande, hai dato una lezione a tutti i medici ed a tutto il reparto”. Mi chiedo: 1) come può una religione ancora oggi permettere un suicidio; 2) come è possibile che io deputato per giuramento a salvare le vite umane, sia stato costretto a presenziare e garantire un suicidio assistito? “

 Per la sua particolarità, la vicenda è arrivata presto alla cronaca nazionale e ieri sera se ne è parlato anche nel corso della popolare trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’, condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo sulla emittente Radio 24.

Proponiamo ai nostri lettori l’estratto dell’audio, avvertendo che i toni sono quelli acri e diretti propri del programma, nel corso del quale un medico stesso telefona per dire la propria, insinuando – ci sembra – una qual certa responsabilità procedurale da parte dei sanitari curanti.

Ma allo stato non ci pare lecito dubitare dell’operato del primario Iarrobino, stando a quanto da lui sostenuto circa il rifiuto della paziente di praticare la trasfusione, a cui viene ricondotta essenzialmente la causa della morte. Rifiuto che immaginiamo sia stato opposto e mantenuto per un tempo apprezzabile, lasciando campo ai medici curanti ed ai congiunti della signora di meditare sul meglio da farsi in scienza e coscienza.

Qui l’audio dalla trasmissione La Zanzara