TEVEROLA. Un intrigo dietro l’altro: Lusini lo. definì “allineato”. C’è anche il sindaco Caserta dietro alla diffida di Salve? Vogliono “far fuori” il sagrestano

4 Febbraio 2025 - 21:16

Giorno dopo giorno, risulta sempre più faticoso raccontare le vicende di una politica locale profondamente delegittimata dalla doppia indagine Dda – Procura di Aversa, ma che rimane abbarbicata, con le unghie e con denti, al potere. Al riguardo, leggete cosa sta succedendo con Crescenzo Salve, fautore, sempre con Lusini, della nomina di Pisani, figlio della compagna di Gennaro Pitocchi, al vertice dell’ufficio tecnico, per “risolvere” la questione della lottizzazione Schiavone, ed Eugenio Paciello, che Gennaro Caserta non gradisce più, perché osa, pensate un po’ mettere in discussione la figura del responsabile dell’UTC, il contestatissimo.Filippo Virno, voluto, con ogni probabilità, pure lui, da Lusini

TEVEROLA (Federica Borrelli) – Mentre l’attenzione di questi giorni era tutta rivolta agli ultimi avvenimenti che hanno interessato il responsabile Filippo

Virno a capo dell’ufficio tecnico di Teverola, qualcun altro, ci riferiamo a Crescenzo Salve, agiva indisturbato, animato dal desiderio di giocarsi l’ultima possibilità di riscatto e di preparare – eventualmente – il proprio ritorno sulla scena politica locale.

Salve, primo dei non eletti della lista “Teverola Futura”, che si è visto ‘soffiare’ l’opportunità di occupare uno scranno in Assise dal collega Eugenio Paciello, dopo mesi di silenzio, sta tentando di riprendersi ciò che gli è stato sottratto diffidando il sindaco Gennaro Caserta, la segretaria comunale Rosalba Vitale e la presidente del consiglio Sara Pellegrino e sollecitandoli a revocare in autotutela la delibera in cui si procedeva alla surroga del dimissionario Tommaso Barbato con il non eletto Paciello.

La motivazione? La notifica di nomina di consigliere di Salve non sarebbe stata inoltrata sulla pec intestata a lui direttamente, bensì su quella dell’azienda Agrileo Srl a cui fa riferimento il di lui fratello. Né da parte del presunto rinunciatario sarebbe stato inviato un documento d’identità e/o una nota a sua firma che attestasse la volontà di declinare tale richiesta.

Salve, numeri alla mano, è il legittimo ‘erede in linea di successione’ di quel posto vacante lasciato dall’ex vicesindaco Tommaso Barbato – dopo che questi è finito agli arresti domiciliari a seguito dell’inchiesta sul sistema di corruzione che lo vede coinvolto – ma stando ai rumors era stato invitato, in prima battuta, a mettersi da parte.
La posizione dell’ex assessore al Bilancio, come quella di alcuni suoi colleghi, non era, al tempo della surroga, delle più comode relativamente al contesto che aveva visto una parte della classe politica teverolese messa sotto alle cure della magistratura e il suo ingresso in Consiglio comunale avrebbe reso ancora più labile l’apparente equilibrio raggiunto dalla maggioranza Caserta, dopo essere stata travolta dal terremoto politico-giudiziario.

Il 57enne politico locale è infatti iscritto nel registro degli indagati.in quanto, per la Procura di Napoli Nord che ha condotto le indagini sullo scandalo delle mazzette, Crescenzo Salve nell’esercizio delle sue funzioni di assessore e membro della Giunta comunale – negli anni della consiliatura Barbato – è stato considerato un valido punto di riferimento per gli affari di speculazione edilizia di Biagio Lusini che hanno coinvolto gli uffici della macchina amministrativa teverolese.

Indicativo di ciò è una conversazione intercettata all’interno del veicolo di Lusini. In quell’occasione, l’ex fascia tricolore aveva espresso parole di riconoscenza nei confronti di Salve: “Crescenzo si è allineato, proprio allineato! Ma d’altronde io a chi devo mettere là, io non ci sto, ora lì al posto mio sta Crescenzo, ma se non ci fosse Crescenzo una cosa parte bianca e ritorna nera!”

Tra gli episodi più scottanti, ricostruiti dalla Dda, rimane significativa l’operazione di selezione e nomina dell’ingegnere Alessandro Pisani – figlio di Teresa La Palomenta, compagna del fidato ingegnere Gennaro Pitocchi – a capo dell’ufficio tecnico comunale.

La nomina pilotata di Pisani avrebbe garantito l’esecuzione di quattro opere pubbliche (Parco pubblico, via Milano, ampliamento del cimitero comunale e lottizzazione Schiavone) sulle quali la maggior parte degli indagati nutrivano degli interessi di natura privata.

Una parte del decreto del conferimento dell’incarico era stata redatta addirittura da Biagio Lusini stesso, il quale si attestava il merito di aver fatto guadagnare a Pisani un incarico della durata di 36 mesi, aggirando l’art.110 del Tuel circa l’imparzialità, la trasparenza e la par condicio nella procedura di selezione del personale dirigente.

Chiusa questa parentesi, ritorniamo ai giorni nostri e a Crescenzo Salve. Il suo malcontento potrebbe avere origine dal non aver mai digerito la sua esclusione ‘imposta’; soprattutto al netto del libero arbitrio concesso al collega Biagio Pezzella – anche lui indagato nell’ambito della medesima inchiesta – e che ha potuto conservare il suo posto in consiglio dichiarandosi indipendente. La diffida di Salve, presentata circa quindici giorni fa, fa sì che la narrazione assuma nuovi contorni e sviluppi.

Crescenzo Salve potrebbe essere stato prima oggetto di un’orchestrazione a sua insaputa e, adesso, ne starebbe progettando un’altra lui stesso con la complicità della maggioranza di Gennaro Caserta che vorrebbe far fuori Paciello.
Eugenio Paciello, sagrestano della parrocchia San Giovanni Evangelista di Teverola, secondo le voci nell’ambiente politico è il candidato inserito da Lusini che più di tutti terrebbe testa al sindaco Caserta.

O almeno, lo farebbe in maniera plateale rispetto a qualcun altro. Il suo dissenso è stato più volte eloquente: ha dapprima rinunciato alla delega al cimitero e successivamente si è assentato due volte consecutivamente all’adunanza consiliare.

Una terza assenza lo spedirebbe direttamente fuori dall’organo amministrativo, come da regolamento comunale. Ma, ipotizzando che il consigliere si premunirà di non mancare nuovamente alla prossima seduta consiliare, Caserta &Co. starebbero già architettando il piano di soppiantare Paciello, revocando in autotutela la delibera di consiglio contestata da Crescenzo Salve che vedrebbe così realizzarsi nuovamente il suo sogno politico.