TORTURE IN CARCERE. “Sevizie e soprusi degli agenti”. Ecco cosa hanno detto i pm nella loro ricostruzione
20 Febbraio 2023 - 17:18
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Si è tenuta oggi, pochi minuti fa, la requisitoria, ovvero l’atto con cui il pubblico ministero al termine del dibattimento formula le proprie richieste al giudice, nel processo nei confronti di Angelo Di Costanzo e Vittorio Vinciguerra, i due agenti coinvolti nell’inchiesta sulle torture al carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile 2020 che hanno scelto il rito abbreviato.
Come caso emblematico delle violenze, i pm hanno riportato il pestaggio di un detenuto marocchino, il primo ad avere subito i pestaggi.
Il caso dell’uomo è stato riportato anche dal Giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza di custodia cautelare che aveva colpito agenti e funzionari della penitenziaria.
Il recluso, come emerge dalle immagini di sorveglianza, è stato vittima di violenza, calci e pugni da parte di sei agenti che lo hanno colpito un mese prima dei fattacci del 6 aprile.
In seguito, l’uomo era stato trasferito al reparto Nilo, il fulcro centrale della storia delle torture.
In questo reparto il 6 aprile l’uomo subì “le sevizie e dei soprusi gratuitamente posti in essere dagli agenti“. Un “golgota penitenziario“, dicono i pm, che ha provocato conseguenze sulla tenuta psichica del detenuto.