Truffa sentimentale da un milione di euro: 18 indagati

9 Maggio 2023 - 15:31

Le vittime adescate sui social con falsi profili intrattenevano una relazione virtuale con i loro truffatori

CASERTA – Falsi profili social, migliaia di parole e immagini per far sbocciare un finto amore , infine, la truffa con la richiesta di versamento di denaro e bonifici in favore dell’amato virtuale. Questo il meccanismo con un cui una presunta associazione a delinquere ha raggirato diverse persone, incamerando in due anni circa un milione di euro.

FINTO AMORE VIRTUALE

La Procura di Spoleto questa mattina, ha fatto scattare una raffica di perquisizioni nelle province di Modena, Padova, Genova, Pesaro, Latina, Caserta, Campobasso e Palermo, a carico di 18 indagati a cui viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla ricettazione e al riciclaggio. A dare input alle indagini sono state le querele presentate dalle vittime residenti nello Spoletino e a seguire anche in altre regioni italiane, ma pure in paesi europei ed extraeuropei, tanto che alle indagini hanno collaborato anche l’Interpol

TRUFFA DA UN MILIONE DI EURO

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i falsi profili social con cui si adescavano le vittime venivano creati nell’Africa centro occidentale. Dopodiché a far parte del giro di truffatori ci sarebbero anche decine di persone coinvolte nel secondo livello, quello del riciclaggio del denaro ottenuto coi raggiri, che veniva depositato sui loro conti correnti, a volte in cambio di una percentuale, altre volte perfino inconsapevolmente. Coi soldi incamerati con le truffe la presunta associazione per delinquere acquistava automobili, materiale edile, condizionatori e altri beni, che venivano spediti in Nigeria all’interno di container.

class="has-text-align-center">IL MODUS OPERANDI

L’organizzazione criminale, secondo la Procura, operava su due livelli. Il primo livello, fortemente gerarchizzato e localizzato nell’Africa centro occidentale, si occupava di creare falsi profili al fine di adescare ignare vittime; il secondo livello, invece, costituito da decine di persone deputate al riciclaggio del denaro ottenuto con la truffa, aveva l’incarico di mettere a disposizione i propri conti ovvero di reclutare persone disposte a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto corrente per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale già stabilita dal gruppo criminale.