TUTTI I NOMI. Colpo al clan dei casalesi. C’è anche un NOTO IMPRENDITORE finito in manette con Palummiello e Capitone
7 Aprile 2025 - 16:42

L’operazione rappresenta un duro colpo per la struttura criminale dei Casalesi e conferma l’attenzione costante delle forze dell’ordine e della magistratura in merito alle organizzazioni mafiose radicate nel nostro territorio
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AVERSA – Antonio Fusco, imprenditore 45enne, Nicola Gargiulo, 58 anni detto Capitone di Lusciano; Nicola Pezzella, alias Palummiello, 62 anni, genero del defunto boss pentito Carmine Schiavone; l’albanese Hermal Hasanai, di 41 anni, e Umberto Meli, di 32 anni, sono i cinque finiti in manette, a seguito di una complessa indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, durata oltre un anno, che ha portato alla raccolta di gravi indizi sull’appartenenza di tre degli arrestati alla potente organizzazione camorristica.
Secondo quanto emerso Antonio Fusco
Ulteriori elementi sono stati raccolti a carico di Nicola Pezzella, Palummiello, referente del gruppo Bidognetti per le estorsioni nei comuni di Lusciano e Parete, territori storicamente sotto il controllo del clan. Dopo aver scontato una lunga pena detentiva per reati legati alla camorra, avrebbe ripreso la guida del gruppo, imponendo estorsioni a imprenditori locali. Gli inquirenti, infatti, hanno documentato il suo diretto coinvolgimento in un’estorsione ai danni di un imprenditore edile al quale dapprima veniva imposto di sospendere i lavori ed in un secondo momento veniva imposto di versare una cospicua somma di denaro da destinare ai detenuti del clan.
Un terzo soggetto, Nicola Gargiulo, referente della fazione Schiavone, con un ruolo attivo nel settore delle estorsioni e del traffico di droga, terminato un lungo periodo di detenzione avrebbe ripreso immediatamente le attività criminali, confermandosi come figura di primo piano del clan.
Tra i destinatari delle misure cautelari vi è anche Hermal Hasanai, che, pur non essendo affiliato al clan, avrebbe gestito in regime di monopolio la fornitura di droga alle piazze di spaccio del litorale domitio, versando una percentuale fissa al clan e fornendo armi agli affiliati. Infine a carico di Umberto Meli, attinto dal medesimo provvedimento cautelare, sono stati raccolti numerosi elementi tesi a riscontrarne il coinvolgimento, insieme ad altri soggetti appartenenti al clan e per i quali si è proceduto separatamente, in un’estorsione ai danni di un imprenditore operante sul litorale domitio, dal quale con violenza e minacce, veniva preteso il pagamento di una somma di 15.000 euro.