TUTTI I NOMI DEI VIP DI AVERSA e dintorni che dicono di essere truffati da Gino Fiordiliso, da Antonio Della Volpe e dalla Incom
22 Febbraio 2018 - 15:21
AVERSA [g.g.] – Della vicenda giudiziaria relativa al promotore finanziario Luigi Fiordiliso, detto Gino, in passato anche politico aversano con velleità di candidatura a sindaco ci siamo già occupati. Il processo che lo vede imputato per il reato di truffa è in atto al tribunale di Aversa Napoli nord. Con lui alla sbarra ci sono anche il figlio Marcello e la moglie Clementina Della Volpe, imputati di riciclaggio mentre il quarto uomo cioè Antonio Della Volpe, patron della conosciutissima finanziaria aversana Incom è anche lui accusato di truffa.
Parallelamente in Cassazione è arrivato il procedimento pe ril fallimento personale e societario di Fiordiliso e del cognato Antonio. In primo grado, al tribunale di Aversa il default non fu riconosciuto in quanto i giudici si accontentarono di una auto dichiarazione in cui Fiordiliso affermava di aver chiuso i battenti della sua attività di promotore finanziario.
La Corte di Appello ribaltò completamente l’appello riconoscendo il fallimento sia per Fiordiliso che per Antonio Della Volpe e anche per la Incom. I difensori hanno proposto ulteriore appello nel terzo grado di giudizio e ora si attende il pronunciamento definitivo della Cassazione.
Il reato di truffa che coinvolge Fiordiliso non lascia grandi speranze rispetto ad ua sentenza defintiiva di colpevolezza o di innocenza dato che i tempi ci indicano un quasi sicuro epilogo in prescrizione. Paradossalmente forse a rischiare sono più il figlio e la moglie che non erano gli attori principali di questa attività, ma che essendo imputati di riciclaggio hanno dei tempi di prescrizione più lunghi. Ancora stranamente al palo nel malumore generale della pletora di avvocati che difendono le tante parti offese, i tanti imprenditori, professionisti che sonstengono di essere stati truffati da Fiordiliso, il procedimento più grave, quello per bancarotta fraudolenta.
E questo appare un pò paradossale dato che da un lato il fallimento dichiarato dalla corte di Appello è in attesa dell’ultimo pronunciamento della Cassazione mentre l’interfaccia penale della bancarotta non c’è ancora neppure una chiusura delle indagini.
Nei prossimi giorni continueremo a raccontarla questa storia particolarissima che coinvolge personaggi molto conosciuti sia come presunti attori di comportamenti malavitosi, sia come vittime di tali comportamenti. Vi diciamo che abbiamo letto la denuncia, presentata a suo tempo dalla preside Dolores Russo e un pò il sangue ci è ribollito.
La donna avrebbe consegnato 120 mila euro a Fiordiliso per un posto di lavoro per l’assunzione del figlio nella banca normanna che poi non ha mai aperto. Nonostante i tentativi, i molti tentativi, la preside Russo, di quei 120 mila euro non è riuscita ad avere neppure uin centesimo in una situazione che poi andremo a meglio delineare nel prosieguo di questo excursus su una vicenda giudiziaira di cui Aversa parla ancora.
Per oggi, possiamo aggiungere al nome di Dolores Russo quello di anti altri denuncianti che sono diventati parti offese nel processo a carico di Fiordiliso, della moglie, del figlio e del cognato. Persone che hanno affidato i soldi al promotore fidanziario con la promessa di incassare lauti interessi e che invece sarebbero stati, per dirla alla romana, completamente ‘solati’.
Cìè chi parla addirittutra di un buco di circa 10 milioni di euro.
La già citata Dolores Russo e il figlio Mariano Tulino sono difesi dall’avvocato Raffaele Costanzo, Ennio Caianiello, Ferdinando Campanile, Maria Rosaria Rita Castaldo e Maria Stabile con l’avvocato Michele Angelo Basile, Pierluigi Maria D’Onofrio, con l’avvocato Ciro Ferrucci, Adele Della Corte, con l’avvocato Alfonso Reccia, Elisabetta Massa, Noemi Massa De Capite con l’avvocato Errico Frojo, Elisabetta Mandato con l’avvocato Maria Esposito Gonnella, Anitello Pascarella, con l’avvocato Danilo Di Rosa, Antonio Picone con l’avvocato Alfonso Reccia, Amedeo Maria Berardo Ranalli, Ermenegildo Ranaldi, Nicola Rondinella con l’avvocato Giuseppe Nespoli.