TUTTI I NOMI. MEGA COLLETTORE FOGNARIO. Indagato Valerio Di Fraia per un atto votato quando era assessore e altri 11

18 Febbraio 2025 - 17:00

Lo scavo colmato con materiale di risulta sena alcuna tutela in un’area di pregio archeologico. La mancata nomina dell’archeologo ha …

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VILLA LITERNO (g.g.) Leggendo questo avviso di conclusione delle indagini in maniera superficiale si può incorrere in qualche errore. La fortuna di CasertaCe è che trascorre le sue giornate, tutte, ma proprio tutte, dall’osservatorio grazie al quale monitora l’intera provincia

Allora, avviso di conclusione delle indagini significa che tutte le persone che se lo sono visto notificare risultano ora ufficialmente indagate. E su questo non ci piove. L’ articolo 415 bis del codice di procedura penale parla sin troppo chiaro.

Per il resto qualche sfasatura che però non inficia la sostanza dell’avviso, si registra.

Ad esempio, Valerio Di Fraia viene citato impropriamente come sindaco di Villa Literno. Perché impropriamente se effettivamente Valerio Di Fraia è il primo cittadino di Villa Literno. E mo’ ve lo diciamo noi. Gli avvisi di garanzia si collegano a ipotesi reato compiuti in violazione delle leggi che regolano le procedure per l’attuazione di opere pubbliche, ossia il classicissimo d.p.r. 380/2001 o testo unico sull’edilizia violato, secondo il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Aversa- Napoli Nord all’articolo 181 comma 1 bis lettera a e il decreto del Lavoro 42/2004. Il tutto in concorso ai sensi dell’articolo 110 del codice penale e 81 comma 1 sempre del codice penale riguardante il reato continuato. Le violazioni sarebbero avvenute nel corso dell’intera procedura amministrativa dunque prima di tutto nella sua parte politica, consistente nella fase di due delibere di giunta, successivamente nella sua fase tecnica che coinvolge il responsabile dell’U.T.C. di Villa Literno nella sua funzione di riguardante gli atti di potestà e di competenza. Zippo responsabile o del procedimento Rup che dir si voglia e infine nella sua fase esecutiva con il coinvolgimento dell’amministratore unico nonché legale rappresentante della società Euro strade s.r.l. che ovviamente ha trascinato con se anche il direttore dei lavori

Il cantiere è quello molto importante molto grande del collettore Nero Sinistra Reggi Lagni e Cancello ed Arnone con allacciamento al collettore già esistente di Santa Maria La Fossa che in pratica verrebbe esponenzialmente rafforzato.

Una raccolta che con sentirebbe anche attraverso la creazione di un enorme vasca di contenimento delle acque di evitare che un’ampia area in cui si intersecano i comuni di Villa Literno e Cancello ed Arnone finisca sott’acqua con conseguente necessità di chiuderla anche al traffico veicolare in caso di copiose precipitazioni. Tanta acqua di fogna che con un nuovo impianto finirebbe nel depuratore dei Regi Lagni.

Partiamo con le delibere poste nel duo mirino dall’autorità giudiziaria: la prima risale 26 maggio 2020 la seconda 9 luglio 2021.

Sia nel primo caso che nel secondo caso, tornando alla nostra affermazione iniziale, Valerio Di Fraia non era sindaco di Villa Literno ma assessore. Per cui l’incipit dell’atto di chiusura delle indagini può essere fuorviante. Con Valerio Di Fraia, chiamato in causa, dunque, solo in quanto assessore e per atti che non riguardano la sua attuale amministrazione comunale che ha iniziato che ha iniziato la sua vita il 5 ottobre 2021, risultano indagati anche Nicola Tamburrino, sindaco dal 2011 al 2021 con un intervallo come poi vedremo. Insieme a lui gli altri assessori della giunta precedente a quella di oggi in carica ossia Arturo Caiazzo, Raffaela Ucciero, Tammaro Iovine, Tammaro Diana, Franca Mercurio, Giovanni Musto e Carlo Antonio Falcone.

Per quanto riguarda Tamburrino noi siamo abbastanza convinti del fatto che in occasione del voto sulla prima delibera, quella del maggio 2020, lui non fosse in carica in quanto sospeso dalla Prefettura di Caserta a causa della detenzione domiciliare, conseguenza dell’ordinanza nel dicembre del 2019 per la quale fu arrestato, insieme ad altri, per diversi reati tra cui la presunta corruzione connessa ad appalti aggiudicati dal Comune di Villa Literno.

Fatta un po’ di chiarezza rispetto a qualche confusione esposta nell’avviso di conclusione delle indagini andiamo avanti con l’oggetto delle due delibere. Con quella del maggio 2020 la giunta comunale approvò il progetto definitivo dei lavori di rifunzionalizzazione del collettore nero sinistra Regi Lagni allacciamento al collettore, ripetiamo già esistente, di Santa Maria La Fossa. Con la seconda delibera, quella del 9 luglio 2021 approva il progetto esecutivo della stessa opera. L’indagine riguarda solo gli amministratori comunali di Villa Literno e non quelli degli altri comuni interessati ossia Cancello Ed Arnone, Grazzanise, Santa Maria La Fossa in quanto la procedura amministrativa è stata realizzata solo da quello di Villa Literno nella qualità di Comune capofila

A tutti i componenti della giunta comunale si affiancano, come già abbiamo scritto prima, nella veste di indagati il Rup, ingegnere Felice Zippo, l’amministratore unico dell’impresa costruttrice Euro strade s.r.l., Salvatore Maisto, e il direttore dei lavori Rocco Galgano

Veniamo al merito della contestazione: i componenti della giunta Tamburrino in concorso tra loro con l’ingegnere Zippo, Maisto e Galgano, avrebbero partecipato a una procedura illegale. I lavori consistevano in uno scavo di 2,50 fino al livello del collettore già esistente attraverso una stratigrafia. Questo buco sarebbe stato coperto, secondo l’accusa del pm, da materiale di risulta. Il tutto è avvenuto in un’area archeologica nel Comune di Villa Literno dichiarata di interesse pubblico, aggiungiamo noi con rispetto parlando per i coevi, centro abitato molto più importante per una serie di motivi su cui ora non è il caso di dilungarsi rispetto alla cittadina di oggi visto che Liternum è stata e ha rappresentato tante cose anche in connessione alla Roma Caput mundi. Sempre secondo l’accusa un lavoro di questo genere avrebbe necessitato della nomina di un archeologo laureato. Cosa che invece non è stata realizzata.

Quando è partita l’indagine esisteva ancora il reato di abuso d’ufficio ai sensi dell’articolo 323 del codice penale. Probabilmente sarebbe stato contestato agli indagati se non fosse intervenuta la sua abolizione

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nucleo patrimonio Culturale