TUTTI I NOMI. SOLDI DELLA CAMORRA ED EDILIZIA. Sequestro da 780 mila euro. Volti noti tra i 10 con conti correnti e case “congelati”

18 Settembre 2024 - 13:40

CASERTA – Possiamo dare qualche informazione in più rispetto alla notizia di ieri (LEGGI QUI), relativa al sequestro da 782 mila euro, richiesto e ottenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze nei confronti di dieci dei 17 indagati.

Veniamo all’elenco completo di coloro che il maggio scorsi hanno visto notificarsi la chiusura indagini relativa ad una presinta fittizia di beni allo scopo di ripulire danaro proveniente da attività illecite: Santina Abategiovanni, Patrizio Amore, Andrea Assini, Monica Del Giacco, Cristina De Santis, Giuseppe D’Urso, Francesco Fabozzo, Luigi Fabozzo, Teresa Fabozzo, Vincenzo Ferri, Francesco Ferrigno, Roberto Ghizzardi, Giulio Manuzzato, Angelo Russo, Mario Russo, Giampaolo Ruzza, Antonio Sglavo, e

inoltre nei confronti del legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della DelfaCostruzioni srl ed in fine al legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della EFFE2 Costruzioni srl.

I 782 mila euro sono stati presi dalle disponibilità di Francesco Fabozzo, 64enne, di Casaluce, ormai con casa e business a Grosseto, ma non solo. Sequestro anche nei confronti di Giampaolo Ruzza, 67enne, Roberto Ghizardi, 55enne, Cristina De Santi, 54enne; Giuseppe D’Urso, 62enne e i fratelli Marioe Angelo Russo, di Villa Literno.

Per tutti l’accusa è di intestazione fittizia di beni, ai sensi dell’articolo 512 del codice penale riciclaggio nel caso specifico della sua espressione del 648 ter che comunque riguarda sempre il riciclaggio di beni provenienti da delitto. Il tutto condito dai reati di carattere tributario, previsti in leggi dello Stato come l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Secondo la tesi del pm Monferini, Francesco Fabozzo, con il supporto dei figli Luigi e Teresa, avrebbe impiegato denaro proveniente da ipotizzate attività criminali condotte da Ferri, connesse al clan dei Casalesi, nella Delfa Costruzioni. Questa società, in base a quanto accertato dai finanzieri, è amministrata di fatto da Fabozzo e solo formalmente intestata a Monica Del Giacco. L’attenzione della Dda è focalizzata su un versamento, tramite assegni e bonifici, di complessivi 280mila euro da parte di società ritenute riconducibili a Ferri proprio alla Delfa.

Tra gli indagati Vincenzo Ferri, alias ‘o califfo, difeso dall’avvocato Nando Letizia, è già imputato in un processo per i suoi presunti rapporti con il clan dei Casalesi, innescato da un’indagine tesa a far luce sulle ingerenze di imprenditori legati agli Schiavone negli appalti pubblici gestiti dalla provincia di Caserta (nei primi anni del Duemila). ‘O califfo sarebbe stato artefice di un sistema di false fatturazioni sfruttato dai businessman per far arrivare quote dei loro proventi alle cosche. Restando in tema, ai tre Fabozzo e alla Del Giacco viene contestata dalla Dda di Firenze anche l’ipotesi di aver emesso false fatture per giustificare i soldi che le ditte della galassia Ferri avevano versato alla Delfa.