Un pò CAMORRA, un pò Beautiful. I dialoghi intercettati tra Nicola Schiavone monaciello e il super avvocato Esposito Fariello. Che “armonia” tra i coniugi d’oro e Giuseppina Nappa: “Ci ha sempre estorto soldi”, la Maisto: “Ho cancellato il suo numero dal telefono”

26 Giugno 2022 - 19:33

Abbiamo selezionato alcuni stralci dell’ordinanza ormai nota e di cui ci occupiamo da quasi due mesi. Riusciamo dunque a spiegare bene per quale motivo Maurizio Capoluongo sia stato così presente nella trattazione, vista l’assoluta disponibilità economica mostrata da Nicola Schiavone senior nel pagare le parcelle salatissime da 5mila, 10mila euro a botta al noto legale napoletano. La paura dopo il pentimento del figlio di Sandokan, la cena dei coniugi al ristorante Rosiello di Napoli e le intercettazioni tra l’autista Vincenzo Bove, la moglie e l’uomo vicino al clan di Sant’Anastasia

 

 

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) La linea dei pubblici ministeri della Dda è quella di mettere a fuoco episodi, fatti narrato delle intercettazioni che possano dar riscontro a ciò che i collaboratori di giustizia, a partire da quello più importante in questo contesto specifico, cioè da Nicola Schiavone junior, figlio di Francesco Sandokan, hanno dichiarato sull’appartenenza di Nicola Schiavone senior detto o monaciello, il 68enne divenuto uomo ricchissimo, insieme al fratello Vincenzo detto o trick e in grado di gestire gran parte degli appalti stra-milionari, banditi da un’azienda di stato, cioè dalla Rete Ferroviaria Italiana.

Ecco allora che tutto ciò che abbiamo letto intorno alla figura di Maurizio Capoluongo, oggi a piede libero, è proprio finalizzato a stabilire che Nicola Schiavone senior si occupò, non solo con una telefonata di perorazione della causa, ma scucendo quattrini veri, “5

mila o 10 mila euro al colpo” così come dice in una conversazione intercettata di Vincenzo Bove, autista di Nicola Schiavone senior, con sua moglie Anna Aprile.

Per cui, ciò che Maurizio Capoluongo dice in carcere ai suoi congiunti, quando regala una seconda battuta sull’avvocato penalista napoletano Esposito Fariello, sicuramente il migliore, secondo Capoluongo, (“è il numero 1, ma è come il jukebox”) ma carissimo e in grado di chiedere parcelle da capogiro.

Tutto quello che viene sviluppato nella parte dell’ordinanza che pubblichiamo oggi in calce, va nella medesima direzione. I pubblici ministeri chiariscono che la conversazione intercettata tra Nicola Schiavone senior e l’avvocato Esposito Fariello, è legale perchè quando questa si svolge, siamo all’ottobre 2018, Esposito Fariello non era il legale di Nicola Schiavone senior come poi sarebbe diventato a partire dall’8 aprile 2019, cioè dal momento in cui, presumibilmente, il legale napoletano, definito il professore da Capoluongo e anche da altri, partecipa alle attività di perquisizioni, svolte dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, nelle case e nelle sedi di lavoro di Nicola e Vincenzo Schiavone.

La conversazione tra monaciello e l’avvocato verte tutta su questioni tecniche di procedura penale. In ballo c’è un’accusa, a carico di Maurizio Capoluongo, di concorso nel duplice omicidio di Isidoro Orabona e Carmine Di Cicco. Imputazione che si somma a tante altre, a partire da quelle riguardanti il reato associativo. Si discute sull’applicabilità dell’istituto della continuazione del reato, da cui dipende il tempo che Maurizio Capoluongo dovrà ancora trascorrere in carcere.

Noi non sappiamo come sia andata a finire questa cosa della continuazione, ma se Maurizio Capoluongo è a piede libero oggi, se, come spiega Vincenzo Bove, che aveva sentito da quello che chiama “o mastro” che entro un paio d’anni, il Capoluongo sarebbe uscito, riteniamo che Esposito Fariello abbia fatto bene il suo lavoro, riuscendo ad ottenere quello che spesso è riuscito ad ottenere dal tribunale e dalla corte d’Appello napoletane.

E’ fuor di dubbio che Nicola Schiavone senior assume direttamente il compito di costruire una linea di difesa nuova per Maurizio Capoluongo. Si occupa di tutto, anche delle cose apparentemente meno importanti, come quella di versare di tasca sua all’avvocato aversano Giovanni Cantelli, che non era il suo legale, bensì quello di Capoluongo.

L’altra questione aperta consiste nello stabilire quanto abbia contato Francesco Schiavone, lui e il clan dei casalesi, nel disegnare la fortunatissima vita di Nicola Schiavone monaciello, divenuto milionario ma soprattutto personaggio al centro di tante cose, uno invitato anche in ricevimenti esclusivissimi all’estero, addirittura nei paesi arabi.

Sappiamo bene, essendocene occupati nei giorni scorsi, che Francesco Schiavone Sandokan, stando in carcere, se n’era fatta una malattia, perchè riteneva che i legali, le attenzioni, qualche somma di danaro corrisposta alla sua famiglia rappresentasse poco, pochissimo rispetto a quello che Nicola Schiavone monaciello avrebbe dovuto dare in funzione di una fortuna economica che lui riteneva ascrivibile solo e solamente al sostegno del clan dei casalesi.

Seppur in maniera più sfumata, anzi molto più sfumata, questo è stato anche il punto di vista manifestato da nicola Schiavone junior, figlio di Sandokan e dalla moglie di quest’ultimo Giuseppina Nappa, la quale però viene accusata dalle sorelle di Sandokan, cioè Giuseppina e Angela Schiavone, di aver fatto man bassa dei soldi portatele stabilmente da Schiavone o monaciello, senza distribuire un euro alle famiglie dei detenuti (CLIKKA E LEGGI).

Per la prima volta, incrociamo nell’ordinanza un discorso fatto dall’imprenditore 68enne, su questo argomento. Succede all’interno del noto ristorante di Napoli-Marechiaro Rosiello, dove Nicola Schiavone senior è a cena con sua moglie, la giuglianese Teresa Maisto.

Ovviamente, la scintilla che porta la conversazione, avvenuta il 15 ottobre 2018 è rappresentata dalla preoccupazione che comunque c’è per il pentimento di Nicola Schiavone junior. Il pronostico che si fa è il seguente: junior non accuserà certo il padre, nè i fratelli. Su se stesso, non si registrano frasi e vaticini. Ma si tratta di un discorso che porta Nicola Schiavone monaciello a sbottare a a dire, come leggerete testualmente in calce, nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo, come detto, in calce, che la sua fortuna, il suo successo non è stato dovuto all’aiuto di Sandokan e del clan dei casalesi, ma alle sue capacità: “Purtroppo sono nato là e questa è l’unica cosa…poi me ne sono andato…ci ha sempre estorti, ci ha sempre estorti…estorceva la nostra integrità di gestire”.

Monaciello non si riferisce a Sandokan bensì alla moglie Giuseppina Nappa, vista letteralmente come il fumo negli occhi. Da lui, ma anche e, anzi, soprattutto dalla moglie Teresa Maisto: “L’ho cancellata proprio dal telefono”.

Facendo un passo indietro di qualche mese, quindi tornando all’estate 2018, l’autista Vincenzo Bove parla di appuntamenti con manager delle ferrovie che Nicola Schiavone senior avrebbe dovuto condurre con sè a Capri, dunque in una delle vacanze d’oro che l’imprenditore di Casal di Principe non lesinava con chi aveva in mano le chiavi della grandi gare d’appalto.

Ma tornando al discorso sui motivi della scalata di monaciello, significativa è un’intercettazione, sempre relativa all’autista Vincenzo Bove; il luogo è Palinuro, il periodo è il Ferragosto 2018 e con Vincenzo Bove e sua moglie Anna Aprile, c’è anche Carlo Romano, altro personaggio significativo di questa inchiesta, dato che si tratta di una persona che la Dda definisce come “legato a Michele Anastasio, esponente di spicco dell’omonimo clan”, di Sant’Anastasia, storicamente alleato a Carmine Alfieri, dunque alla Nuova Famiglia che aveva anche in Antonio Bardellino un altro super capo in opposizione alla NCO di Raffaele Cutolo.

Romano viene indicata come la persona che raccomandò a suo tempo Vincenzo Bove a Nicola Schiavone senior, che lo ascoltò a dimostrazione di una certa consistenza del personaggio nell’accezione che questa parola ha nel linguaggio camorristico o para- camorristico.

L’argomento è sempre lo stesso: il pentimento di Nicola Schiavone junior e qui Vincenzo Bove parla di tensioni esistenti nel suo datore di lavoro e nella sua famiglia. Carlo Romano ritiene che il figlio di Sandokan non potrà non raccontare cose, non potrà non inguaiare il suo padrino di battesimo e per questo motivo suggerisce al suo amico Vincenzo Bove: “Statti accorto a Nicola“.

Possiamo dire che queste sono persone indagate, forse indagabili, sicuramente al corrente dei fatti, profonde conoscitrici della varie situazioni. E allora, il brandello di conversazione tra Vincenzo Bove, ripetiamo autista di Schiavone monaciello e sua moglie Anna Aprile diventa in qualche modo una valutazione neutrale rispetto alla paternità e alle ragioni delle fortune di monaciello e di suo fratello Vincenzo.

Vincenzo Bove: “Enzo tiene paura e tutte cose (Vincenzo Schiavone, o trick n.d.r.) hai capito qual è il fatto? Perchè stanno nervosi e tutto il resto appresso?”. A questo punto Anna Aprile afferma “Perchè se parlano qualche cosa succede“.Vincenzo Bove: “Anna quelli hanno sfruttato buono e meglio..,pure su qualche agevolazione, su qualche cosa...”.

Il “quelli” secondo i magistrati, è riferito a Nicola e Vincenzo Schiavone anche se questi nomi non sono fatti esplicitamente dentro alla frase cruciale. Ma tutto il contesto, a partire dal timore, dalla paura che pervade Enzo, cioè Vincenzo Schiavone o trick ci porta a ritenere che secondo Vincenzo Bove, per anni autista di Nicola Schiavone senior, a fortuna di quest’ultimo e di suo fratello fosse frutto, dando così ragione implicitamente a Sandokan, della strada spianatagli dal clan dei casalesi.

Alla prossima puntata.

 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA