UN’INCHIESTA A MARTELLO. Sulla gara da 15 milioni di euro del Consorzio di Bonifica si abbatte il ricorso di Giovanni Malinconico, amico del boss Antonio Iovine. L’Asmel e le tecniche per strumentalizzare il Tar

11 Giugno 2021 - 10:40

Seconda ed ultima puntata di questo focus attivato dal testo ma soprattutto dalle foto di una lettera anonima in cui è stato segnalato uno stranissimo incontro nella piazza di Frignano tra il commissario Maisto e gli imprenditori di Casal di Principe entrambi, a loro volta, super inquisiti, Arcangelo Purgato e Claudio Schiavone

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CASERTA – (g.g.)  Questa è la seconda puntata del mini focus da noi dedicato alla vicenda ingarbugliata e per molti versi inquietanti della gara da 15 milioni di euro che il Consorzio di Bonifica del Basso Volturno con sede a Caserta in via Roma ha messo in piedi, servendosi della paratia della centrale appaltante denominata Asmel. 15 milioni di euro e tante cose che andrebbero chiarite, a partire dall’identità dei protagonisti di questa vicenda, cioè Arcangelo Purgato e Giovanni Malinconico, personaggi pesantemente implicati in inchieste di camorra.

Naturalmente per inquadrare bene ciò che scriveremo in questa seconda puntata, è fondamentale accedere alla prima puntata, attraverso il link che pubblichiamo in alto, all’inizio di questo articolo.

15 MILIONI DI EURO, ASMEL GARANZIA DI REGOLARITA’? SE, SE…. – Quella gara in effetti è andata avanti. Dalla lettera anonima arrivataci, evinciamo che il Consorzio di Bonifica, dopo essere stato letteralmente graziato per anni e anni, per le incredibili modalità attraverso cui sono stati aggiudicati appalti di ogni genere, sempre lucrosissimi, da 600, 700mila euro e, in diverse circostanze anche con importi superiori o largamente eccedenti la cifra di un milione di euro. E’ stato graziato per anni e anni ma costretto, di fronte al martellamento di questo giornale, a rivolgersi alla citata Asmel che però è “carta conosciuta” di CasertaCe, dato che noi abbiamo svelato nomi, cognomi ed indirizzi di chi compone le commissioni di aggiudicazione di questo ente, di questa associazione di comuni, gemmata attraverso l’elaborazione del suo creatore torrese, nel senso di Torre del Greco, dalla vecchia Asmez. Dunque, il fatto che l’Asmel sia stata incaricata di svolgere le procedure, non cambia assolutamente le nostre valutazioni relative all’opacità di tutte le vicende più o meno laterali verificatesi a partire dall’incontro, in una piazza di Frignano, tra il commissario del Consorzio di Bonifica Carlo Maisto, Arcangelo Purgato e addirittura Claudio Schiavone che in passato, prima di essere arrestato ed accusato di reati di camorra, ha fatto man bassa nell’ufficio tecnico guidato dall’inossidabile, inamovibile dirigente Mastracchio. Non cambia nulla perchè, tra le altre cose, tra i disistimatori di Asmel siamo da tempo in buona, anzi in buonissima compagnia. Su Asmel, infatti, l’authority anticorruzione ai tempi di Raffaele Cantone, oggi procuratore della repubblica a Perugia, scrisse quello che ha scritto e che noi abbiamo più volte pubblicato, cioè tutto il male del mondo.

CAUSE, EFFETTI E COINCIDENZE TEMPORALI – A quanto ci risulta, per pura coincidenza sul piano della verità, proprio durante il periodo di quell’incontro, la gara viveva i suoi momenti più significativi. Che ci fosse un clima particolare, è dimostrato dal fatto che c’era qualcuno che staccava foto per dimostrare qualcosa su cui oggi, come abbiamo scritto, risulta interessante indagare. C’è una differenza tra noi e l’autore dalla lettera anonima: CasertaCe ha costituito una legale società, titolare di una rinomata agenzie di scommesse, mutuata dal modello inglese, nel quale si puntano soldi sul sesso degli infanti di corte e anche sulla circostanza relativa al piede che il principe William poserà a terra, alzandosi dal letto la mattina. Per cui, più volte avete letto i nostri pronostici sull’esito di gare, a procedure già iniziate o addirittura prima ancora che queste partissero. Fino a due anni fa, avevamo il 100% di successo. Da due anni a questa parte, invece, quando scriviamo un articolo del genere, il pronosticato non vince più, dato che questo giochino retorico che non era stato molto preso sul serio, oggi è temuto perchè magari c’è stato qualche magistrato che ci ha aperto sopra delle inchieste giudiziarie.

L’estensore della lettera ha fatto lo stesso lavoro nostro ma non ci ha messo la faccia: ha pronosticato che la Pro.la.v. che, come scriviamo nella prima puntata di Purgato, sarebbe stata l’impresa vincitrice di quella gara. E guardate se effettivamente le foto scattate risalgono al tempo dichiarato nella lettera; ok, è una coincidenza fino a prova contraria, però, cavolo, è proprio sfortunato, in questa coincidenza, ‘sto Maisto che si definì in una video intervista, la mano lunga della Regione.

GIOVANNI MALINCONICO, LA CAMORRA LO DEFINISCE UN SUO SOCIO, MA….. – Ovviamente la lettera ha girato. Ma non per questo possiamo dire che abbia potuto, fino a prova contraria, incidere sui primi esiti della procedura che hanno visto l’impresa di Arcangelo Purgato non acquisire una posizione tale da consentire l’aggiudicazione. Attenzione, il secondo nome indicato nella nota anonima, è quello di un’altra vecchia conoscenza di questo giornale. Niente popò di meno che, anche lui già presentato tra gli attori protagonisti nel corpo della prima puntata del nostro focus, Giovanni Malinconico da Ailano, ultimamente ospite fisso del nostro racconto sui contenuti della sentenza di Corte di Appello, relativa ai presunti appalti truccati e alle presunte mazzette al comune di Villa Literno e raccontato (il Malinconico) come un suo socio di fatto, dal boss pentito Antonio Iovine detto ‘o ninno, in un rapporto che però aveva questo connotato, ma si esauriva ogni volta che una procedura di gara si chiudeva, con la spartizione dei proventi.

Da questi atti giudiziari emerge che Malinconico è uno che ci sapeva ed evidentemente continua a saperci fare con le procedure amministrative, visto e considerato che è più che attivo nel mondo complicatissimo dei rapporti tra pubblica amministrazione e un settore privato che esiste solo e solamente in quanto fornitore di servizi pagati dai cittadini e frutto di aggiudicazioni operate dai comuni e dai cosiddetti enti strumentali, qual è il Consorzio di Bonifica. Sarebbe stato questo il motivo per il quale, attraverso Achille Natalizio, l’allora sindaco Enrico Fabozzi gli avrebbe chiesto una sorta di consulenza sull’appalto plurimilionario per i sei cantieri della riqualificazione del territorio di Villa Literno, ristorato dai soldi risarcitori versati dalla Regione Campania per le famose ecoballe.

LA LETTERA E LE SUE CONSEGUENZE – Per quanto riguarda la gara, noi non sappiamo chi sia arrivato primo. Sappiamo però che Malinconico si è mosso, presentando un ricorso al Tar. Ora, delle due, l’una: o è arrivato secondo e ha contestato la procedura grazie alla quale un’altra impresa l’ha sopravanzato tra offerta economica ed offerta tecnica, oppure è stato Malinconico a vincere la gara e a vedersi escluso dalla stessa.

QUANDO LA “SCUOLA CASERTANA” DELLA TRASTOLA COINVOLGE PURE IL TAR –  Nella repubblica indipendente casertana delle banane, una delle tecniche luciferine adottate negli uffici, dai dirigenti comunali è la seguente: quando c’è troppa pressione, c’è il controllo di CasertaCe, quando girano lettere anonime e fotografie riguardo ad una gara d’appalto molto lucrosa, i dirigenti, direttamente oppure, per interposta persona, cioè influendo sull’Asmel (poi l’andremo a vedere la commissione aggiudicatrice insediatasi a Napoli), tenendo conto che il Rup di questa super gara è sempre il solito Camillo Mastracchio (consulta il nostro archivio), fanno in modo che l’impresa che sta nella testa loro o nella testa del livello politico, effettivo decisore, non vinca la gara. Al comune di Caserta, questo sistema è stato inventato e brevettato dalla premiata ditta Franco Biondi-Carmine Sorbo.

Funziona così: l’impresa nella testa e nel cuore di tecnici e politici, viene esclusa. Ovviamente ciò capita attraverso l’erogazione di un atto amministrativo, di una verbalizzazione dei motivi che hanno determinato questo esito, a dir poco risibile. Roba che il Tar della Campania non apre nemmeno il faldone, accogliendo il ricorso in 3 minuti.

Siccome queste cose sono avvenute e sono storicamente documentate, nessuno può consentirsi di affermare che ci possa essere, da parte nostra, un eccesso di analisi nella ricerca del marcio a tutti i costi. Il sistema Caserta, soprattutto da quando è nato questo giornale, ha dovuto ripensarsi, riorganizzarsi e quale modo migliore, se non quello di indicare il tar, cioè un tribunale dello Stato, come fattore agente dell’assegnazione di una gara d’appalto ad una ditta formalmente e forse fintamente esclusa?

IL CASO DEL CUGINO DI STEFANO GRAZIANO – Giusto per fare un esempio, un paio d’anni fa, trattammo non poco la vicenda della pompa di benzina, che il cugino omonimo di Stefano Graziano ha poi puntualmente aperto nell’area del pur sfigatissimo centro commerciale Iperion, con la prospettiva già nota, però, che di lì a poco, sarebbe arrivato un super Lidl che il movimento ce l’ha e ce l’ha alla grande.

L’offerta del cugino di Graziano incrociò la bocciatura di Biondi. Ricordiamo che la risposta del dirigente fu da noi pubblicata e commentata, sillaba per sillaba, con tanto di previsione sull’ineluttabilità che il modo con cui era stato espresso quel diniego, sarebbe stato sicuramente impallinata dal Tar, così come puntualmente successe, con la conseguenza che oggi, il cugino di Stefano Graziano, eroga carburante in un’area urbana e urbanizzata con un nuovo impianto e, a nostro avviso, in maniera non legittima.

Il metodo che sostanzialmente strumentalizza il Tar è conosciuto ed applicato. Quindi non stupiamoci, se di qui a poco, Giovanni Malinconico, che i ricorsi al Tar li sa fare bene, come affermava nelle sue dichiarazioni il “professore” Antonio Iovine detto ‘o ninno, si aggiudicherà la gara, con il Mastracchio e il Maisto che allargheranno le braccia, citando la famosa canzone degli anni 60, “Ma che colpa abbiamo noi”.