VERDETTO JAMBO. Giustizia, così non va. Michele Griffo, trattato come un camorrista per 10 anni assolto per tutti i capi d’imputazione. Alessandro Falco condannato, ma anche per lui è stata sentenza articolata
13 Giugno 2024 - 19:40
Assoluzione anche per Nicola Picone, estinzione del reato per l’ex sindaco ora defunto, Nicola Pagano. Ecco cosa è stato confiscato e cosa è stato invece dissequestrato all’imprenditore Falco
TRENTOLA DUCENTA (g.g.) Molta parte delle fasi processuali attivati dalla maxi ordinanza che portò in relazione a quelli che erano considerati i presunti rapporti tra imprenditori, camorristi, politi e burocrati nella gestione del Centro Commerciale Jambo, nel dicembre del 2014 all’arresto di diverse persone, soprattutto imprenditori ma anche un politico importante qual era l’ex sindaco di Trentola, Michele Griffo, si sono consumate nel rito abbreviato.
Ma tre degli imputati ossia lo stesso Michele Griffo, Nicola Picone e l’imprenditore Alessandro Falco, quest’ ultimo considerato sostanzialmente una testa di legno, stabilmente al servizio del boss Michele Zagaria, hanno scelto il rito ordinario, celebratosi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, competente per questo processo in quanto al tempo non era stato attivato e non aveva ancora aperto i battenti il nuovo tribunale di Aversa-Napoli Nord
L’assoluzione di Michele Griffo non è una notizia e basta
Va detto che la sentenza pronunciata dal Tribunale crea sicuramente un po’ di imbarazzo in chi, 10 anni fa, attivò l’azione penale nei confronti di Michele Griffo
Il dispositivo che pubblichiamo integralmente in calce all’articolo, non è, infatti, una semplice assoluzione, ma è una super assoluzione riguardante tutti i capi d’imputazione per i quali Michele Griffo è stato processato, per i quali era stato arrestato. E francamente, fermo restando che la Procura di Napoli che coordina l’attività della Dda, potrà presentare appello, questo verdetto crea più di una perplessità visto e considerato che quella vicenda, seguita da noi di CasertaCe sin dalle prime ore di quella fredda mattinata di dicembre, ha ipotecato, distrutto la vita di una persona che per ben 10 anni ha dovuto lottare per dimostrare la sua non colpevolezza e che oggi, un po’ beffardamente, ottiene ciò per cui ha combattuto.
Domani, magari andremo a riesumare, speriamo di trovarla nei nostri archivi, quella ordinanza perché se non andiamo errati, se non ricordiamo male, in quell’autentico profluvio di accuse e di capi d’imputazione provvisori, Michele Griffo era densamente presente a partire dalla contestazione più grave ossia quella di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, ai sensi dell’articolo 416 bis del codice penale
Rivedere la legge sul risarcimento per ingiusta detenzione
Non ricordiamo quanto tempo durarono la carcerazione o gli arresti domiciliari per lui ma in questo caso non basta il risarcimento per ingiusta detenzione, perché se a un cittadino tu impedisci di vivere come questi ritiene di voler vivere, se a un cittadino tu impedisci di svolgere attività pubblica e politica, salvo poi assolverlo con formula pienissima, perchè il fatto non sussiste, dentro alle previsioni dell’articolo 430 del codice di procedura penale, e no, l’ingiusta detenzione diventa solamente un aspetto della vicenda, paradossalmente neppure il più grave, neppure il più afflittivo.
Comunque, questo è in Italia, un paese in cui bisogna aspettare 10 anni per ottenere un verdetto
Alessandro Falco condannato, ma anche …. molto assolto
Per quanto riguarda l’altro imputato eccellente ossia Alessandro Falco, i magistrati requirenti della prima sezione penale, collegio C, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Francesco Ciocia, giudici a latere Eugenio Polcari e Marzia Pellegrino hanno ridimensionato in buona parte la struttura accusatoria
Certo, Alessandro Falco è stato comunque condannato a 7 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, all’interdizione legale per gli anni della pena, ad un anno ulteriore di sorveglianza speciale, ma essendo lui il perno di tutto il meccanismo di quel procedimento, i 7 anni sarebbero potuti essere molti di più se, oltre alla condanna, Alessandro Falco non avesse incassato anche delle assoluzioni per alcuni capi d’imputazione.
Nel dettaglio la condanna di Falco è legata ad una valutazione di colpevolezza ai sensi dell’articolo 512 bis del codice penale che potremmo riassumere nell’espressione dell’intestazione fittizia di bene al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali
Dunque un’intestazione fittizia per mettere al riparo dei beni da decreti di sequestro finalizzati alla confisca, emessi dall’autorità giudiziaria.
L’articolo 512 bis è collegato ai capi a e b dunque riteniamo che la condanna di Alessandro Falco contenga l’aggravante camorristica.
Poi magari domani vi diremo con precisione se questa consistesse solamente in quello che al tempo era ancora l’articolo 7 della legge 203/91 oggi trasfusa nel comma 1 dell’articolo 416 bis, o se invece anche ad Alessandro Falco fu contestato il reato di concorso esterno
Una sentenza “perimetrata” anche nella parte patrimoniale
I giudici fanno anche una precisa delimitazione dei contenuti del capo b e indirizzano il loro verdetto di condanna alla parte relativa all’intestazione fittizia delle quote sociali della CIS Meridionale s.n.c. poi diventata CIS Meridionale s.r.l. titolare della gestione del centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta
La pena di 7 anni che appare mite rispetto al riconoscimento dell’aggravante camorristica è frutto di un altro riconoscimento ossia della cosiddetta “continuazione del reato” che assorbe in un’unica pena diversi comportamenti, ma anche della concessione ad Alessandro Falco delle attenuanti generiche considerate dai giudici prevalenti rispetto all’aggravante
Di conseguenza, il tribunale modula, calibra la sentenza per quanto riguarda la parte patrimoniale, a questa delimitazione perimetrale. Per cui la confisca, che scaturisce da una sezione del sequestro preventivo firmato dal gip del tribunale di Napoli 10 anni fa, tocca solo parti patrimoniali societarie. Dunque tutte le quote della CIS Meridionale srl, gemmata dalla CIS Meridionale snc. Confiscati anche i conti correnti della società sequestrati a suo tempo presso le filiali di Aversa del Banco di Napoli e della Deutsche Bank, un appartamento, evidentemente anche questo intestato alla società, ubicato lungo la Domiziana a Castel Volturno e un altro appartamento fra 3 e i 5 vani con garage a Roccaraso.
Alessandro Falco è stato condannato anche al pagamento di tre quote di 10mila euro l’una da corrispondere ad altrettante parti civili costitute ossia all’Associazione antimafia Antonio Caponnetto, all’Associazione Antiracket di Caserta e al Comune di Trentola Ducenta.
Le assoluzioni e i dissequestri
Falco assolto perché i fatti contestati non sussistono per una lunghissima serie di imputazione, partite dal capo f e arrivate al capo z con l’aggiunta del capo bb.
Per quanto riguarda il capo aa, non un’assoluzione, ma un non luogo a procedere per estinzione del reato per effetto di una sopravvenuta prescrizione
Conseguenza di queste assoluzioni è il dissequestro con immediata restituzione ad Alessandro Falco e al fratello Ortenzio Falco di una serie di beni che non sono intestati alla società bensì alle persone fisiche, la cui attività non ha determinato una condanna, bensì una serie di assoluzioni
E quindi, dissequestro di un altro immobile sito lungo la Domiziana a Castel Volturno e di un immobile di due vani a Trentola Ducenta.
Ovviamente, non potevano non essere dissequestrati i conti correnti dei due fratelli, titolari degli stessi come persone fisiche e dunque non intestati alla CIS Meridionale s.r.l.
Il defunto Nicola Pagano e la decisione su Nicola Picone
Infine, non luogo a procedere per estinzione del reato, relativamente alla posizione, dell’ex sindaco, da diversi anni defunto, di Trentola Ducenta, Nicola Pagano, e assoluzione anche per Nicola Picone