???? ???? ???? Questa poi: sequestrato più di un quintale di mozzarella di bufala “taroccata” DOP. Quante denunce vane di CasertaCe!
28 Novembre 2018 - 12:50
CASERTA – (g.g.) Della brillante operazione del Reparto Carabinieri per la tutela Agroalimentare e del comunicato stampa che ne è seguito, ci ha colpito un passaggio in particolare: quello dedicato al sequestro, avvenuto in provincia di Salerno, di 70 chili di mozzarella di bufala campana Dop e di 54 chili di mozzarella di bufala confezionata in buste trasparenti anonime, formato non previsto dal disciplinare di produzione.
Benissimo, anzi, malissimo. Perchè se questo intervento lodevole delle forze dell’ordine è avvenuto perchè la frode commerciale è un reato e questa si verifica attraverso la violazione dei disciplinari che costituiscono l’architrave dei marchi a denominazione di origine protetta, cioè dei marchi Dop, 10, 50, 100 operazioni di questo genere andavano realizzate, e realizzate non sono state, negli anni scorsi in provincia di Salerno, ma anche in provincia di Caserta.
Quanti articoli avete letto su questo giornale nei quali era difficile sfuggire dal riconoscimento di quei dati che noi fornivamo sulla sistematica violazione oppure sull’elusione delle regole comprese nel disciplinare della mozzarella di bufala dop casertana e salernitana?
Quanti carichi di latte sono stati controllati nei caseifici. Quanti di questi sono arrivati nei paesi dell’Est o addirittura dal Vietnam debitamente congelati e stabilmente utilizzati al posto di quel latte di bufala, le cui caratteristiche e le cui modalità di mungitura sono precisamente regolate dal disciplinare?
Eppure non è successo nulla. Ci hanno pure querelati quelli del Consorzio, nonostante tutto ciò che abbiamo pubblicato, a partire dai servizi andati in onda in diverse trasmissioni di Michele Santoro, nonostante l’intervista verità di un noto colonnello dei carabinieri, che l’allora ministro delle risorse agricole Zaia, oggi governatore del Veneto, nominò per indagare sulle nefandezze e sulle frodi alimentari e commerciali che si consumavano nelle stalle, sui camion e soprattutto nelle aree di preparazione dei caseifici casertani.
Non si è intervenuti e si è permesso a molti di questi imprenditori, spesso imparentati con camorristi, di fare soldi a palate. Per cui quando leggiamo che i carabinieri sono intervenuti per il mancato rispetto delle norme del disciplinare, un piccolo moto di rabbia ci pervade, prontamente represso da quel disincanto che però non è rassegnazione sulle cose che qui da noi funzionano fatalmente in un certo modo.
Rimanendo all’operazione del Reparto tutela agroalimentare, sono state sequestrate anche significative quantità di prosciutto di Parma, con etichette farlocche di coppa e pancetta di Zibello, tutti generi alimentari presenti anche nei supermercati della nostra provincia. Stesso discorso per i pomodorini del piennolo del Vesuvio, sequestrati anch’essi in grande quantità, ben 4 tonnellate e 7 quintali sono finite sotto chiave, con l’accompagnamento anche di una discreta quantità di pomodorini gialli sempre campani.
Altri alimenti “incriminati” 1.080 uova e un bel pò di culatello.