Ci sono decisioni cautelari dei tribunali che riguardano anche persone incensurate

8 Aprile 2018 - 00:00

CAMPOBASSO – [g.g.] La vicenda del candidato alla presidenza della Regione Molise del Movimento 5 Stelle Andrea Greco è già, di per sè, piena di elementi inquietanti che delineano un quadro senza precedenti nella storia del nostro paese, visto e considerato che molti presidenti delle Regioni delinquenti ci sono diventati ma nessuno mai li avrebbe candidati, a partire dalla vituperata Dc, da Forza Italia, dal Pd, qualora un diretto congiunto si fosse macchiato, in nome e per conto di Raffaele Cutolo, di circa 100 omicidi, tra cui quello di un noto avvocato anti ‘Ndrangheta di Cosenza.

Se è vero questo, e riteniamo che il nostro articolo di ieri qualche elemento oggettivo lo abbia iniettato nei canali di conoscenza dei molti che lo hanno letto [CLICCARE QUI PER CHI SE LO FOSSE PERSO], è anche vero che il dato, pur fondamentale, già di per sè dirimente, dell’inopportunità e dell’impresentabilità di questa candidatura, che sarebbe un dato assoluto anche a prescindere da chi l’ha espressa, figuriamoci nel momento in cui si scopre che Greco è il candidato dei moralizzatori degli italici costumi, comandati dal comico genovese, dicevamo, è pur vero, anzi è profondamente serio, che il dato vada corroborato da valutazioni di carattere giuridico formale.

Perchè uno potrebbe dire: voi giornalisti state raccontando la storia di persone, che sono stati anche dei delinquenti incalliti, ma che avevano e hanno, per quanto riguarda chi è ancora in vita oggi di quella famiglia, una carta d’identità differente da quella del candidato presidente. Per cui, Greco va valutato per la credibilità personale che esprimerà in questa campagna elettorale e per ciò che saprà fare eventualmente da governatore.

No, questo ragionamento non è applicabile nemmeno dal punto di vista giuridico formale. E vi spieghiamo il perchè. Qui a Caserta, pochi giorni fa, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta dell’annessa procura, con tanto di parere dell’avvocatura dello stato, ha sancito l’incandidabilità per due anni di alcune persone coinvolte in un processo penale che si occupa di tangenti, anzi di presunte tangenti nel comune di San Felice a Cancello.

Attenzione, il provvedimento non è stato applicato solo agli imputati che hanno esercitato nel tempo cariche amministrative, ma anche ad altre persone, non imputate nel processo, e su cui non grava nessun tipo di accusa da verificare in dibattimento.

Il ragionamento, messo nero su bianco nella motivazione del provvedimento giudiziario è il seguente: queste persone possono essere ancora avvicinate, intimidite; possono essere permeabili da parte della criminalità organizzata, anche non volendolo. Solo perchè vivono in quel posto e in quel posto hanno esercitato cariche di governo e in quei luoghi hanno frequentato persone che poi hanno preso una strada sbagliata.

Andrea Greco non ci risulta che fino ad ora abbia lanciato anatemi contro lo zio morto, o’pazzu, dei 100 omicidi, contro la scelta ponderata e volontaria di sua zia di sposare un killer, contro la scelta di suo padre di ospitarlo in casa propria. Ma, anche se lo avesse fatto o lo facesse adesso per scopi elettorali, i procedimenti giudiziari che hanno coinvolto altri rappresentanti della stessa famiglia [leggiamo dalle cronache locali, gli zii Luigi e Giosuè Greco], rivestono un significato che va la di la del procedimento stesso. Questa famiglia è formata anche da persone poco raccomandabili che un domani potrebbero eventualmente intimidire, intimorire, condizionare, pressare Andrea Greco se questi diventasse governatore. E questo può essere motivo di incadidabilità per la legge e non solo per il contenuto di un codice etico-deontologico della buona politica.

Dato che 5 Stelle dice che non gliene frega un cazzo del potere ma che l’unica cosa che conta è la credibilità dei propri valori e la testimonianza disinteressata degli stessi, farebbe bene a chiedere ad Andrea Greco di fare un passo indietro, consentendo al Movimento di rimediare a questo grave errore, preparando, magari alle prossime elezioni regionali, una candidatura diversa da questa.