33 ASSUNZIONI AL COMUNE DI CASERTA. La legge? Questi se ne fottono! Ma la neo dirigente messa in Commissione ha firmato il contratto?

25 Agosto 2022 - 12:50

C’è solo una nota ma manca totalmente la sottoscrizione del contratto di assunzione legato alla procedura detta “110” della dottoressa Antonietta Carrella, proveniente dal comune di San Gennaro Vesuviano. Un’area in cui Carlo Marino ha consolidato salde amicizie. A partire da quella stretta con il sindaco di Ercolano, il diversamente PD e formalmente renziano Ciro Bonajuto che qualche settimana fa ha sicuramente assistito con soddisfazione alla nomina di un suo fidato dipendente comunale a Caserta, come consulente per la predisposizione di progetti per il PNRR. Un incarico di 30 giorni scarsi dal valore di 5 mila euro

CASERTA (g.g.)– Ieri abbiamo affrontato l’argomento molto delicato e molto sentito negli uffici del personale del comune di Caserta dei

concorsi per mobilità, rispettivamente 19 posti per la Categoria C e 14 per la “D”
.

Naturalmente seguiremo l’andamento della procedura, pur sapendo che chi governa il comune di Caserta oggi, al pari di chi lo faceva ieri, farà di tutto affinché CasertaCE non venga a conoscenza di tutte le modalità esposte (ma soprattutto non esposte) con le quali si definiranno queste assunzioni.

Faranno di tutto, comportandosi come si comporta chiunque abbia qualcosa da nascondere, visto e considerato che se i processi di definizione di queste assunzioni fossero del tutto trasparenti e regolati dalla ragion d’essere della meritocrazia, il sindaco Carlo Marino farebbe mettere il bancariello della commissione nel bel mezzo di Piazza Vanvitelli, a disposizione della vista e della capacità di controllo di qualsiasi cittadino.

Ma noi che sfidiamo questo sistema da anni e anni ci siamo attrezzati un po’, sapendo di dover combattere una guerra impari, ma che abbiamo voluto combattere lo stesso con l’intenzione di continuarlo a fare in futuro.

Prima istruzione per l’uso a favore di chi vuole capire come funzionino le cose in quella che noi definiamo “La cucina degli orrori di Palazzo Castropignano“: non considerare mai scontato nulla.

Anche la cosa più logica, più evidente e in apparenza ovvia, banale al comune di Caserta banale non è.

Ciò accade non tanto per una sorta di necessità perversa di eludere le procedure, di violare sempre e comunque le leggi, ma perché a fronte del numero industriale di atti amministrativi contenenti (a nostro avviso) notizie di reato, negli uffici dell’ente capoluogo, in quelli della politica e in quelli della dirigenza, nulla o quasi è successo sul fronte dell’attivazione di una motivata, determinata e non solo stancamente formale azione penale.

Se si eccettua l’indagine della Dda, peraltro molto rispettosa, nei confronti del sindaco Marino, che comunque oggi è imputato di turbativa d’asta in concorso, il resto sono solo energie sprecate in decine e decine di accessi agli uffici comunali da parte della polizia giudiziaria su fatti scabrosissimi e che mai, ma proprio mai, hanno prodotto quantomeno un decreto di chiusura delle indagini preliminari.

L’abbiamo notato e l’abbiamo anche sottolineato. Ci sono atti che, tutto sommato, non creano un vantaggio a quell’autentica macchina da guerra clientelare già in funzione dai tempi della sindacatura di Luigi Falco, anzi della sindacatura Falco+Marino, e che si è andata via via rafforzando con la crescita anche anagrafica di quell’autentica generazione di fenomeni dei Franco Biondi, dei Carmine Sorbo, dei Marcello Iovino, dei Giovanni Natale, nati sotto Falco e Marino, quest’ultimo non a caso cugino del succitato Natale, dirigenti che spadroneggiano da più di venti anni.

Pur non creando un vantaggio, è talmente consolidata la sicurezza dell’impunità e il fatto che nessun articolo di CasertaCE sarà in grado di suscitare quantomeno la curiosità investigativa di chi è deputato a questa funzione, che il rispetto minimo, banale, basico delle regole diventa un’optional, anzi addirittura esercizio stabile della violazione delle stesse.

Se occorrono 5 minuti, 10 minuti, mezz’ora o un’ora per far firmare un contratto a quella che dovrebbe essere (il condizionale non è casuale) il nuovo dirigente dell’area economica finanziaria del comune di Caserta, noi ce ne fottiamo perché chissenefrega.

Se il nome di questa neo dirigente assunta o ancora in via di assunzione ai sensi dell’articolo 110 del Tuel ci torna utile immediatamente per realizzare cose importanti per noi, per stabilire la scansione temporale che io Marino, io Biondi abbiamo deciso di imprimere al concorso per mobilità volontaria, che vuoi che sia, chi va ad accorgersi che Antonietta Carrella, nominata nella commissione esaminatrice presieduta dal segretario generale Salvatore Massi e nella quale comanda e comanderà solo Franco Biondi, che infatti ne farà parte, a dimostrazione dell’interesse diretto e delle premure che il sindaco nutre per l’esito di queste assunzioni, non ha ancora firmato il contratto con il comune di Caserta e dunque il suo status di componente della commissione valga esattamente come lo status del ragazzo del bar, intercettato e precettato ancora con il caffè in mano da consegnare in qualche stanza comunale, è inserito ipso facto in una commissione che deve giudicare chi è meritevole di un’assunzione a Caserta, dopo aver chiesto di accedere alla procedura di mobilità.

Abbiamo scritto all’inizio che non bisogna dare nulla per scontato ed è per questo che solo chi ha maturato esperienze come le nostre, chi come noi a Caserta ha visto “cose che voi umani non potete neanche immaginare“, poteva spostare l’attenzione, dopo essersi occupati ieri del fatto più importante, informando cioè dell’innesco della procedure per l’assunzione di 33 nuovi dipendenti nel comune capoluogo, anche agli aspetti apparentemente banali, riguardanti la causa a questo punto tutt’altro che insignificante rispetto all’effetto.

Ma siccome “ho visto cose che voi umani…“, c’è sempre una questione più banale di quella banale ritenuta prima.

Se, ad esempio, in queste ore dovesse succedere che il comune di Caserta precisasse che, al contrario di ciò che scrive CasertaCE (può pure capitare di sbagliare, mica siamo infallibili), la dottoressa Carrella ha firmato il contratto di assunzione prima dell’atto con cui è stata costituita la commissione, non si potrà prendere atto di ciò, come invece capiterebbe in qualsiasi altro posto, nel quale una sortita del genere un comune la fa nel momento in cui ritiene di avere una ragione naturale dalla sua parte, costituita per l’appunto da un’erronea ricostruzione dei fatti da parte di un giornale.

No. Anche questo a Caserta non è scontato. Sfidiamo chiunque ad affermare che alla luce di tutto quello che è successo negli ultimi 5/6 anni, di tutto quello che è successo nel settore dei Servizi Sociali, della Monnezza, dell’autentica strage di pubblico danaro finalizzata a nutrire una voracissima clientela, spesso fatta di collaboratori di Carlo Marino, da chi, ad esempio, gli ha curato la comunicazione in campagna elettorale; e ancora, alla luce di tutto quello che è successo con la frode delle pese delle frazioni dei rifiuti umidi, o presunte tali, sulle bilance gestite da Iavazzi, alla luce di tutto quello che è successo sul fronte dell’identità, del titolo costitutivo appartenente a chi doveva provvedere alla raccolta dei rifiuti solidi urbani della città, con il primo caso in Italia di un soggetto esercente il quale giuridicamente, per partita iva è differente da quello che a suo tempo si è aggiudicato la gara; insomma (e potremmo continuare per ore e ore), alla luce di tutto ciò chiediamo ai lettori se ritengono scandaloso, inammissibile ritenere che possa saltar fuori in queste ore un contratto che risulti firmato da Carrella prima del 17 agosto, prima della nomina nella commissione giudicatrice.

Un contratto che noi di CasertaCE, non per ossessione persecutoria, ma in scienza e coscienza, alla luce di tutto quello che abbiamo visto e raccontato negli anni e la cui elencazione di fatti osservazioni rappresenta solo una piccola parte, avremmo tutto il diritto di mettere in dubbio in quanto varrebbe esattamente il 50% la possibilità che sia stato sottoscritto regolarmente prima del 17 agosto. Come varrebbe il 50% che sia stato firmato dopo il 17 agosto, apponendo una data antecedente e compiendo quindi un reato, l’ennesimo che nessuno andrà a perseguire.

Un’affermazione, quest’ultima, che in pratica completa questa trattazione circolare, ritornando al punto di inizio della stessa e dunque ai motivi reali, fondamentali per i quali questi qua, ormai, se ne fottono di tutto e di tutti. Ma prima di ogni cosa se ne fottono della legge.