46 ARRESTI NEL CLAN DEI CASALESI. Prima si pente, poi cambia idea. E’ la “gola profonda” che ha fatto partire le intercettazioni agli uomini di Bidognetti, Schiavone e Zagaria
22 Novembre 2022 - 21:33
CASAL DI PRINCIPE – Un’estorsione senza il permesso del suocero di Antonio Schiavone, il fratello di Sandokan, Salvatore Sestile, deceduto nel febbraio 2021.
Un errore che aveva fatto temere a questa persona di essere a rischio a causa di una possibile vendetta ai suoi danni.
L’ uomo, avendo partecipato ad un racket ai danni di imprenditori in una zona territorialmente non di competenza del suo gruppo, avrebbe deciso di parlare con gli inquirenti, creando il pretesto perfetto per dare il via alle intercettazioni della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Mettendo sotto controllo i cellulari, gli investigatori hanno scoperto la presenza di gruppi criminali del clan dei casalesi legati alle famiglie Schiavone e Bidognetti.
Per la fazione riconducibile alla famiglia di Sandokan, a capo del gruppo ci sarebbe stato Giovanni Della Corte, supportato da Franco Bianco, Salvatore De Falco, Vincenzo Di Caterino, Giuseppe Di Tella e Giuseppe Granata.
Quest’ultimo era inizialmente membro del gruppo degli Schiavone, quello guidato da Sestile e aveva rischiato grosso a causa di un estorsione commessa ai danni di due imprenditori.
Granata, infatti, era ritenuto colui che aveva superato il limite territoriale un tentativo (riuscito) di racket.
Legato al gruppo di Carmine Zagaria e Sestile, l’uomo è poi passato con la fazione degli Schiavone.
Pare che, però, questi due episodi siano diversi, ovvero che non sia Granata la gola profonda capace di far scattare l’indagine della Dda. Questa circostanza, però, sarà più chiara nelle prossime ore.