ELEZIONI REGIONALI. Il re delle case di riposo Michele Schiavone assume vicesindaci, consiglieri e “figli di”, scarrozzandoli sul suo yacht da 1 milione di euro
24 Giugno 2020 - 17:31
SESSA AURUNCA – A Michele Schiavone va riconosciuta l’attenuante dell’inesperienza.
Il re delle residenze per anziani, l’imprenditore tra i più assistiti dalle casse pubbliche nell’intera Campania, in pratica una convenzione vivente, non può essere crocifisso per come si sta muovendo nelle ultime settimane.
Un vero e proprio carro armato a disposizione delle necessità del figliolo, candidato nella lista “Noi Campani”, messa in piedi da Clemente Mastella e dal consigliere regionale uscente Luigi Bosco per quel che riguarda la provincia di Caserta.
Michele Schiavone merita solo un rimbrotto, in quanto, come si suol dire, utilizzando un parallelo giuridico e giudiziario, non vanta precedenti specifici. Si tratta, infatti, di un’imprenditore danarosissimo, su cui, però, andrebbe fatta subito una considerazione. Magari il nostro è un presupposto sbagliato e, se sarà così, non avremo alcuna difficoltà nel riconoscerlo.
Nessuno discute le capacità imprenditoriali dello Schiavone, ma la domanda, che abbiamo formulato tante volte, occupandoci di altri casi simili, è d’obbligo: se ci fossimo trovati in una situazione iperliberista, come quella, per esempio, che connota la sanità americana, Michele Schiavone sarebbe lo stesso un milionario oppure avrebbe fatto più fatica per emergere nella libera concorrenza?
Se non esistesse la blindatura delle convenzioni che definiscono, di fatto, una oligarchia e delle rendite di posizione inscalfibili, al di là della qualità dei servizi erogati, che magari nelle residenze di Schiavone sarà anche validissima, chi di queste convenzioni è titolare.
E come si ottiene una convenzione, cioè un’area protetta, in cui il signor Rossi si stabilisce nella residenza per anziani “Villa Anna” di Michele Schiavone, con la retta e le cure pagate in tutto o in parte dalla Regione Campania e quindi dal Servizio Sanitario Nazionale?
Quanto conta avere dei buoni riferimenti politici, ma soprattutto dei buoni riferimenti tra gli alti papaveri della burocrazia, ad esempio, giusto per capirci, con un Verdoliva?
Diciamocela tutta: tanto, conta tantissimo.
E se una cosa va riconosciuta agli imprenditori della sanità nostrana, impaccati di convenzioni, quella riguarda la particolarissima capacità, abilità, nel relazionarsi nella giusta maniera a chi ha in mano il pulsante delle decisioni, della potestà.
Michele Schiavone, come tanti altri, dunque.
Fino a qualche mese fa, era così.
Ora non è più così, perché il figliolo Massimo corre, da candidato, con l’obiettivo di diventare consigliere regionale, cioè con l’obiettivo di entrare nel meccanismo della potestà amministrativa, che ha permesso al suo papà, meritatamente o immeritatamente, questo non conta granché, di diventare partner della stessa Regione Campania, la quale lo ha assoldato affinché assistesse anziani, disabili, in cambio di lauti corrispettivi.
Ecco perché, più di ogni altro, Michele Schiavone, che poi è il vero candidato alle elezioni, al di là della presenza formale del figlio, diventa un caso di cui è doveroso occuparsi.
Detto questo, però, sarebbe ingiusto non concedergli la scusante dell’inesperienza. Non avendone, l’imprenditore, che si muove, in questi giorni, come un pesce fuor d’acqua, non si rende conto che assumere, a tempo determinato, nelle sue Rsa o in altri suoi uffici politici che incideranno alle prossime elezioni regionali, nel momento in cui sceglieranno questo o quell’altro candidato, proponendoli ai propri seguaci, si chiama, anzi si chiamerebbe in una sola maniera: voto di scambio.
Che è un reatuccio mica da ridere.
Però, siccome questa è la prima campagna elettorale importante che Michele Schiavone conduce, siamo sicuri che non c’è stata cattiva fede quando ha assunto Aldo Zarone, vicensindaco di Pietravairano, divenuto un grande seguace di Michele Schiavone. Un compagno di giochi e di relax che l’imprenditore fa scorrazzare sul suo yacht Alalunga 78 del valore di 1 milione di euro.
Per carità, mica è vietato andare in yacht e farsi fotografare con tanto di pubblicazione Facebook insieme al candidato Massimo Schiavone. È un po’ diverso, invece, il ragionamento per quanto riguarda l’assunzione avvenuta a pochissima distanza dalle elezioni regionali.
Sullo yacht, almeno per il momento, non è salito ancora Umberto Sarno di Cellole, consigliere comunale fino alla caduta dell’amministrazione Compasso, ma gli è andata bene lo stesso, visto che anche lui ora ha un lavoro, almeno fino al prossimo mese di ottobre, quando gli scadrà il contratto a tempo determinato, fattogli naturalmente da Michele Schiavone.
Ripetiamo. Per noi questa qua può anche passare, perché l’imprenditore sessano non ha esperienza e non ha fatto mente locale sulla formulazione normativa del reato di voto di scambio. Ovviamente, se questo andazzo dovesse continuare, il discorso, anche per quello che abbiamo scritto in questo articolo rispetto alla natura e al contenuto di una convenzione stipulata con la Regione e quindi con il SNN, scriveremo in maniera diversa.