LA LETTERA DA MONDRAGONE. Amputato di un arto, l’Inps gli revoca l’accompagnamento. “Aiutatemi. Vivo solo con 300 euro al mese”
7 Luglio 2020 - 17:52
L’uomo chiede aiuto: “Sono disperato, non so più che fare…”
MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino mondragonese G.A, costretto a vivere con 300 euro mensili. L’uomo, che ha subito l’amputazione di una gamba, si è visto revocare dall’INPS, l’assegno di accompagnamento, a parere suo, senza una giusta motivazione, ma si sa che in un paese come l’Italia, dove la burocrazia fa i conti con situazioni assurde, questo è sicuramente possibile. Una lettera toccante, che auspichiamo venga letta da qualcuno in grado di aiutare questa persona.
“Carissima, lieto di conoscerla. Vivo a Mondragone, ho 56 anni e sono separato. Circa 5 anni fa, ho subito per colpa del diabete, l’amputazione di una gamba, costretto inoltre ad affrontare ulteriori conseguenze correlate a questa malattia. Premesso ciò, voglio denunciare alcuni fatti che mi stanno accadendo. In primis, l’INPS ha pensato da novembre 2019, di togliermi l’assegno di accompagnamento e ad oggi, non ne conosco le ragioni. Vivo con una pensione di invalidità di circa 300€ mensili ma ne spendo 250 di fitto e mi restano 50 € per sopravvivere appena una settimana. Mi salvo grazie all’aiuto di familiari e amici che fanno ciò che possono. Fortuna che non ho vizi particolari, tranne quello di fumare qualche sigaretta ogni tanto. Il brutto arriva quando è il momento di pagare le bollette e potete ben immaginare il panico e lo sconforto che mi prende nel chiedere aiuto ad una mia congiunta, anch’essa disoccupata, ma che non mi ha mai abbandonato. Ho chiesto aiuto alla protezione civile durante il lockdown, ed in quel frangente si sono lavati la coscienza con una sola fornitura di cibo, perché mi dissero che non vi sarebbero stati ulteriori aiuti alimentari. Ad aprile scorso, ho chiesto aiuto alla Caritas, fornendo loro tutta la documentazione sanitaria necessaria, in attesa poi di un contatto telefonico mai avvenuto. Intanto tra 12 – 18 mesi, saprò qualcosa riguardo al ricorso per la sospensione dell’assegno di accompagnamento, perché a quanto pare la pratica e rimasta inevasa a causa del coronavirus. La mia domanda è: Ma la dignità di una persona viene o non viene presa in considerazione da certa gente? Tra l’altro, la mia vista peggiora ogni giorno di piu’, per non parlare della perdita dei denti che non posso curare non avendo soldi per pagare un dentista. Ma la cosa che più mi fa rabbia è che devo dipendere dagli altri. ecc. ecc. Non so più che altro fare, sono disperato. Le chiedo solo una cortesia, se può evitare di pubblicare il mio nome per intero, purtroppo viviamo in un mondo dove non tutti hanno la sensibilità di comprendere determinate situazioni. La ringrazio tanto e chiedo scusa per questo mio sfogo. Un abbraccio G.A”.