Presunte ricette false asl. Pasquale Piccirillo è tornato a CASERTA. Obbligo di dimora nella città capoluogo

8 Settembre 2020 - 11:54

Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso del suo difensore Giovanni Cantelli e dunque l’imprenditore ha potuto lasciare “l’esilio” di Belluno

 

CASERTA – Un altro obiettivo della difesa dell’imprenditore Pasquale Piccirillo è stato raggiunto: il tribunale del Riesame di Napoli ha, infatti, sostituito la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Belluno, con una speculare, collocata però nel comune di Caserta, dove il noto odontoiatra ed imprenditore televisivo abita e ha la maggior parte dei suoi affetti familiari.

Questa vicenda nasce dall’ormai famosa ordinanza del febbraio scorso, allorquando Piccirillo finì in carcere, insieme ad altri imprenditori ed alcuni funzionari dell’asl di Caserta, per un presunto giro di ricette false, che avrebbero determinato indebiti ricavi a un numero significativo di centri convenzionati col servizio sanitario nazionale. Piccirillo fu messo in carcere dove rimase pochi giorni, perchè il tribunale del Riesame sostituì la massima misura coercitiva con quella leggermente più blanda degli arresti domiciliari che hanno contrassegnato la vita di Pasquale Piccirillo per tutti i mesi successivi.

Questa detenzione è stata consumata nella casa di Caserta dove Piccirillo abita con la propria famiglia. Quando nei mesi successivi, il suo avvocato difensore Giovanni Cantelli, è tornato alla carica per chiedere una ulteriore riduzione del carico afflittivo della misura cautelare, proponendo ricorso ad un diniego oppostogli dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che a suo tempo aveva firmato l’ordinanza, il Riesame ha stabilito che Piccirillo poteva girare liberamente, ma solo all’interno del perimetro del comune di Belluno, dove fu effettivamente arrestato a febbraio scorso e dove aveva trasferito la sua residenza, stando a ciò che scrive il suo avvocato, per motivi professionali.

Per intanto, al momento della concessione degli arresti domiciliari a Caserta, l’imprenditore aveva dismesso l’abitazione in cui aveva risieduto durante il suo soggiorno nel capoluogo delle Dolomiti cortinesi. A questo punto, l’avvocato Cantelli di fronte ad un ulteriore diniego del gip, ha proposto lo scorso 20 agosto, un altro ricorso al Riesame che l’ha accolto, disponendo la stessa misura dell’obbligo di dimora, ma stavolta relativa alla città di Caserta, dove dunque Pasquale Piccirillo è tornata da qualche giorno, e nel cui perimetro può circolare in totale libertà.

Dando un’occhiata alle motivazioni addotte dal tribunale del riesame, viene rimarcato il fatto che l’episodio di corruzione contestato all’imprenditore sia uno solo, che questo sia significativamente datato essendosi verificatosi più di 4 anni fa. In poche parole, non esisterebbero quegli elementi di pericolosità sociale e di necessaria prevenzione nell’impedire il contatto di un neo imputato, qual è Piccirillo alla luce della fresca richiesta di rinvio a giudizio, formulata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, con il territorio in cui vive e in cui ha operato nel periodo del presunto reato compiuto.

Un’ultima notazione riguarda le vecchie misure di prevenzione sui beni di Pasquale Piccirillo. Una serie di sequestri che hanno rappresentato anche un argomento significativo nei motivi addotti dal pubblico ministero per chiedere l’applicazione della misura cautelare del carcere e dal gip per avallarla. Nel suo ricorso, l’avvocato Giovanni Cantelli ha dato notizia al tribunale del Riesame di alcune ragioni emerse a favore di Piccirillo e che trovano riscontro anche nell’attività compiuta dall’amministratore giudiziario Capitini attraverso il recupero di corrispettivi collegati a fatture mai pagate.

Oltre a questo, la difesa ha fatto notare che buona parte di quei beni sequestrati, a partire, aggiungiamo noi, da TvLuna, sono stati dissequestrati dal tribunale e sono tornati nella piena disponibilità di Pasquale Piccirillo.