VERGOGNA INFINITA. 72enne di CASERTA cade dalle scale, ha un trauma cranico e gira tra gli ospedali, tutta la notte, grave, in ambulanza, per una tac che non avrà. Ferdinando Russo e Gubitosa vanno rimossi

29 Gennaio 2021 - 13:28

Residente nel Parco Cerasole. Alla base di questa nostra affermazione ci sono motivazioni che possono riempire un libro di mille pagine e che si ritrovano tutte in centinaia di articoli come questi, scritti dal nostro giornale. D’altronde, se si eccettua qualche sparuto caso, ciò abbiamo sempre scritto, anche in passato di fronte ad una lottizzazione al ribasso delle cariche apicali

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Decliniamo prima il racconto e poi esponiamo un rigo di commento. Facciamo così perchè altrimenti qui si continua a concentrare l’attenzione sulla forma di quello che scrive e denuncia questo giornale, in modo che ogni volta, chi ne è oggetto, dribbla biecamente i contenuti delle denunce medesime.

Nella tarda serata di ieri, in via Cimarosa, nel Parco Cerasole di Caserta, una donna 72enne è caduta dalle scale e si è fatta male molto seriamente. Un dato, questo che emerge dalla decisione, netta, precisa ed ineccepibile del 118, di spedire sul posto un’ambulanza rianimativa, cioè pronta ad intubare e a sviluppare quelle attività che si attuano quando il paziente è in immediato pericolo di vita.

La donna, infatti, aveva battuto la testa ed erano evidenti i segni di un serio trauma cranico oltre ad un altro localizzato al torace che non sicuramente (occorreva approfondire anche questo problema con esami appropriati) consisteva in una frattura di costole, dolorosa quanto si vuole, ma non certo, a meno che non si tratti di casi eccezionali, in grado di provocare la morte di chi la subisce. Ovviamente quando l’ambulanza è andata e ha soccorso la 72enne, la prima cosa decisa è stata quella di sottoporla ad una tac. Ora, in una provincia qualsiasi del mondo conosciuto, in una situazione di emergenza e di pericolo, puoi tranquillamente scagliarti contro le strutture sanitarie locali, se questo esame fondamentale viene effettuato dopo mezz’ora, in quanto è già tanto, troppo il tempo trascorso.

Ma qui, non siamo in un posto normale. Il fatto è risaputo. E allora è cominciata la solita vergognosa via crucis, vera giostra tragicomica: al pronto soccorso di Caserta, la donna è stata mandata via in quanto dei tre apparecchi per la tac, due erano guasti, in pratica il 66% di questo cruciale servizio era impossibile in un’azienda sanitaria che definiscono di rilievo nazionale, mentre l’unica tac funzionante aveva bisogno di essere sanificata in quanto era stata utilizzata, non si sa se 10 minuti, 50 minuti o due ore prima, da un paziente risultato positivo al virus del covid 19.

E già questo basterebbe ad avanzerebbe per chiudere l’articolo, visto e considerato che una direzione strategica, cioè un direttore generale, qual è Gaetano Gubitosa e le sue propaggini sanitaria e amministrativa, sarebbero costrette a rassegnare le dimissioni se ci trovassimo in Inghilterra o in Germania. E questo non perchè gli venga addebitata una colpa ad personam, specificatamente legata alle situazioni contingenti dello specifico fatto verificatosi, ma perchè se un direttore generale, un direttore sanitario e un amministrativo prendono lo stipendio che prendono e costano decine e decine di migliaia di euro al mese, tra netto in busta paga e contributi versati, dovrebbero, di fronte ad un caso come quello che abbiamo raccontato, avvertire su di loro il peso di quella responsabilità oggettiva che poi si trasforma in soggettiva attraverso questo tipo di percorso logico, connette la funzione svolta a tutto ciò che nell’azienda, in cui esercita la potestà, si verifica. Anche perchè, questa storia delle tac che si rompono non è un accidente capitato ieri sera, non è un unicum.

Per cui, se il sottoscritto ricoprisse la carica che ricopre Gubitosa, chiamerebbe, ogni mattina, non accettando a priori divagazioni e discorsi presi alla lontana, il mio direttore sanitario per fargli fare un rapporto sullo stato di funzionamento delle apparecchiature tac e di tutte le altre utilizzate per esami fondamentali che possono definire un discrimine tra la vita e la morte di un paziente.

Ma questi qua, al di la delle loro persone che non ci permettiamo minimamente di discutere, per carità, brava gente, non sono all’altezza del compito, sono cioè inadeguati. E sapete perchè? Perchè la ragione della scelta di un manager della sanità sottende al 100%, se si eccettua anche in questo caso qualche rara eccezione, com’è stata indubbiamente quella della breve parentesi di Mario Ferrante, alle ragioni della politica, alle ragioni della lottizzazione al ribasso. Non dello spoil system, che è cosa seria e che se comporta la promozione a ranghi importanti di persone di fiducia del politico in sella, in un dato momento, presuppone, ancor di più, il fatto indiscutibile di una loro competenza specifica che li configura come delle vere e proprie autorità nella materia di cui si vanno ad occupare.

Per cui, Mario Ferrante è frutto di un positivo spoil system, mentre Gubitosa è la conseguenza negativa di un sistema lottizzatorio.

Lo dovevamo scrivere e lo abbiamo fatto ben sapendo che non succederà un tubo perchè figuriamoci se quel soggetto stravagante che sta a Napoli dal nome De Luca e tutti i suoi accoliti, dal Postiglione a Verdoliva, gente da 15mila euro al mese, se ne “può fregà” di una povera donna, alla quale, ieri sera, lo Stato italiano, la Regione Campania, attraverso le sue impresentabili diramazioni organizzative, ha inflitto una sofferenza indicibile.

Perchè non è finita lì davanti all’ormai turpe area di stazionamento, di ingresso al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta. Se l’azienda ospedaliera è, infatti, la schifezza che è, l’Asl non è da meno e non lo ha voluto essere, naturalmente, ieri sera nella vicenda che stiamo raccontando. Un’altra ambulanza, arrivata da Marcianise, ha trasbordato la paziente e l’ha condotta nell’ospedale di riferimento. Arrivata lì, a Marcianise, non solo della tac non se n’è proprio parlato, visto che il medico al pronto soccorso ha sostenuto (in base a quale evidenza scientifica, lo sa solo lui) che sarebbe bastata un’ecografia.

Ma quasi sadicamente ciò è stato detto lì e sempre lì è stato negato, in considerazione del fatto che quello stesso medico o un altro medico, non fa molta differenza, aveva affermato poi che l’ecografista non era reperibile e il radiologo non c’era.

La parola “reperibile” è interessante. Dalla ricostruzione effettuata non sappiamo se sia stato usato proprio questo termine, ma cercheremo di approfondire e di capire se esiste una reperibilità serale e notturna di un ecografista o di un radiologo. Perchè se così fosse, qualche domandina alla direttrice dell’ospedale di Marcianise Laura Leoncini, la dovremmo pur rivolgere.

Il giro turistico classico dei poveri disgraziati che finiscono nella fauci dell’Asl di Caserta e dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano termina abitualmente in quel luogo simpaticissimo, denso soprattutto di notte, e soprattutto davanti e all’interno del suo pronto soccorso, di tante pulsioni vitali e che improvvidamente fu associato, in quel di Aversa, al santo nome del mite Giuseppe Moscati.

Ovviamente la sventurata, la vituperata, la offesa, la umiliata cittadina 72enne non è stata accettata neppure in questo caso e noi a quel punto ne abbiamo perso le tracce. Non conosciamo l’epilogo di questa porcheria. Mentre sappiamo che il signor Vincenzo De Luca continua a fare pagliacciate e a cimentarsi, da ormai sempre più improbabile showman, in argomenti lontani mille miglia dalla carne viva dei problemi dei suoi corregionali. Sappiamo inoltre che il signor De Luca, per motivi che non hanno a che vedere con gli interessi e con i diritti dei malati e anche di tutti quelli che lavorano seriamente all’interno delle strutture sanitarie indecenti appena citate, ha nominato persone, stiamo parlando di Ferdinando Russo da Casoria e Gaetano Gubitosa da Montemiletto, che continuano a offrire spettacoli del genere e che si arrabbiano pure se qualcuno gli dice, senza certo volerli offendere, che alla luce di queste cose, solo alla luce di queste cose, sempre provate e documentate, e non certo per una inesistente antipatia personale, loro sono semplicemente incapaci di svolgere la funzione ricoperta (si fa per dire) e devono cambiare mestiere.